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Riforma del catasto: cosa prevede l’articolo 6 e perché la maggioranza litiga? Ecco cosa sta succedendo

La maggioranza litiga sulla riforma del catasto. Per il Governo è “dirimente”, ma la Lega spinge per strarciarla dalla delega fiscale. FI fa da mediatore. Ecco tutte le novità

Riforma del catasto: cosa prevede l’articolo 6 e perché la maggioranza litiga? Ecco cosa sta succedendo

La riforma del catasto è al centro dell’ennesimo scontro interno alla maggioranza. Da un lato c’è la posizione del Governo, esplicitata ieri nel corso della discussione in commissione Finanze alla Camera dalla sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, secondo cui l’articolo 6 del testo “è dirimente e se non viene approvato si ritiene conclusa l’esperienza di governo“. Sul fronte opposto c’è la Lega che, al contrario, spinge per lo stralcio del provvedimento dalla delega fiscale che rappresenta un passaggio fondamentale per centrare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme al ddl Concorrenza e riforma del Codice appalti. 

Riforma del catasto: cosa prevede l’articolo 6

L’ormai celebre articolo 6 riguarda i cambiamenti da applicare al sistema di rilevazione catastale degli immobili attraverso nuovi strumenti messi a disposizione dei Comuni e dell’Agenzia delle Entrate. Modifiche considerate necessarie dal Governo  per comprendere meglio il reale valore del patrimonio immobiliare degli italiani. Ad oggi, infatti, molte case non hanno una rendita catastale mentre per altre ancora il valore della rendita catastale risulta quasi totalmente inattendibile. 

Servono nuovi dati, insomma, che dovranno essere raccolti attraverso il nuovo sistema. Per metterli insieme ci saranno 4 anni di tempo. Le informazioni, infatti, dovranno essere disponibili a partire dal 1° gennaio 2026. 

Lo stesso articolo 6 però chiarisce un punto fondamentale: le informazioni raccolte non avranno alcun impatto fiscale. Tradotto: non saranno utilizzate per ricalcolare le tasse sugli immobili. Un aspetto chiarito più volte anche dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi: “La riforma del catasto non è una patrimoniale – ha ribadito il Premier-  Questo governo non tocca le case degli italiani, né aumenta le tasse. Quella sul catasto è un’operazione di trasparenza: perché nascondersi dietro l’opacità e calcolare le tasse sulla base di numeri che non hanno senso? Non è meglio fare luce? Poi la decisione se far pagare o meno è una decisione diversa, ma noi abbiamo deciso che non si tocca assolutamente nulla, cioè le persone continueranno a pagare quanto pagano oggi” sugli immobili.”.

I litigi nella maggioranza sulla riforma del catasto

Nonostante le rassicurazioni contenute nel testo e i chiarimenti del Premier le frizioni interne alla maggioranza sulla riforma del catasto sono più forti che mai. Il Governo non è infatti disposto a fare passi indietro, mentre la Lega ha addirittura presentato degli emendamenti soppressivi che, se approvati, cancellerebbero con un colpo di spugna un provvedimento che L’Esecutivo considera fondamentale. 

“Ha dell’incredibile che in Italia ci sia un ultimatum sul catasto, sulla delega fiscale, sul governo, che si dica usciamo dal governo, blocchiamo tutto – ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta – È surreale che in Italia ci siano partiti politi che pensano che siamo in una normale fase di dialettica. Siamo in una situazione nella quale c’è bisogno che le priorità siano al posto giusto e ora la priorità è l’unità del Paese attorno al governo Draghi e l’unità dei Paesi europei. Questo è il momento in cui la politica deve essere unita”.

Le distanze tra le parti hanno spinto ieri, mercoledì 2 marzo, l’ufficio di presidenza a sospendere la discussione in attesa di trovare un punto d’incontro. 

Le trattative riprenderanno oggi pomeriggio, ma il voto si preannuncia più incerto che mai. Le speranze sono riposte tutte in una proposta di Forza Italia, non ancora presentata ufficialmente, che prevede una modifica del tanto contestato articolo 6. 

Il compromesso sul catasto proposto da Forza Italia

Secondo le indiscrezioni il compromesso proposto da Forza Italia prevederebbe un ulteriore passaggio parlamentare, il coinvolgimento dell’Anci e delle Associazioni di categoria. Ci sarebbe inoltre una sottolineatura più forte sul fatto che l’allineamento tra valore catastale e valore commerciale rappresenterà solo una fotografia, ma non sarà oggetto di riforma. Quest’ultima sarà appannaggio di un altro Governo, se e quando vorrà.

“Quello che sta facendo Forza Italia alla Camera – ha spiegato la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini a “The Breakfast Club” su Radio Capital – è fare una proposta di mediazione che verrà presentata nella giornata di oggi (giovedì 3 marzo, ndr) e che spero sia risolutiva, anche perché con questi venti di guerra tutto abbiamo bisogno tranne che tensioni e conflittualità”. 

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