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Renzi scrive a Conte: “Vogliamo contenuti, non tirare a campare”

A poche ore dal vertice con il premier, il leader di Italia Viva pubblica su Facebook la lettera che ha inviato mercoledì sera a Palazzo Chigi. Dal Recovery Plan alla task force per realizzarlo, dal Mes ai servizi segreti, ecco tutti i temi sul tappeto

Renzi scrive a Conte: “Vogliamo contenuti, non tirare a campare”

Il vertice di governo tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte, di rinvio in rinvio, è ormai fissato alle 18 di giovedì pomeriggio. Con molta carne al fuoco: dal Mes al Recovery Plan, il leader di Italia Viva e il presidente del Consiglio parleranno anche del decreto di Natale. A poche ore dall’incontro, Renzi ha pubblicato sul suo profilo Facebook la lettera che ha inviato mercoledì sera al premier, lettera in cui fissa i punti essenziali rivendicati da Italia Viva in vista dell’incontro

“Per trasparenza totale incollo qui la lettera che ho inviato ieri al Presidente del Consiglio. Molto lunga, lo so. Ma almeno si capisce che parliamo di cose serie, non di rimpasti. Buona giornata”.

“Caro presidente, in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che “quelli di Italia Viva” vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia”, si legge nella lettera. “Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan – che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export – sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica”. 

Fonte: Facebook

Renzi pone domande su che fine abbia fatto il Piano Schock per le infrastrutture così come il Rapporto elaborato dalla commissione Colao, di cui si sono perse le tracce. E ribadisce di non condividere l’impostazione sul Next Generation Eu (il piano europeo per la ripresa) con 209 miliardi per l’Italia, 72 dei quali a fondo perduto.

“Il resto sono prestiti, e quindi equivalgono a risorse a debito. Seppur con due differenze: costeranno meno del nostro debito tradizionale e il rapporto con gli investitori privati è mediato dal bilancio comunitario.Che senso ha spendere 88 dei 127 miliardi dei prestiti europei solo per finanziare progetti che già esistevano? Abbiamo una visione o abbiamo solo svuotato i cassetti dei ministeri con le vecchie proposte? Pensiamo di non avere idee buone da coltivare oggi? Che fine hanno fatto i documenti di Colao che avevi coinvolto con grande eco mediatica?”

Fonte: Facebook

La lettera tocca tutti gli argomenti “caldi” dal Mes, all’Autorità Delegata per i servizi segreti, alla riforma elettorale. Con la conclusione: “Di questi argomenti vogliamo parlare e su questi temi siamo pronti a confrontarci”.

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