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Renzi pensa alle elezioni subito, Franceschini in azione

Il premier cambia linea e medita di andare subito alle elezioni per non lasciare la bandiera del voto a Beppe Grillo che, con l’ennesima capriola, archivia la recente proposta del M5S per il proporzionale e si mette a difendere l’Italicum – Perplessità del Quirinale sulle elezioni anticipate a febbraio e subbuglio nel Pd dove Franceschini si candida a guidare un governo di transizione

Renzi pensa alle elezioni subito, Franceschini in azione

Poche ore dopo aver annunciato le sue dimissioni da Palazzo Chigi, che il Capo dello Stato gli ha raccomandato di congelare per qualche giorno fino alla definitiva approvazione della manovra di bilancio per il 2017, Matteo Renzi cambia rotta e punta a un rilancio immediato dopo la sconfitta del referendum caldeggiando le elezioni anticipate subito. Ma è tattica o strategia?

Non a caso però il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha detto ieri sera in tv: “Scommetto sul voto a febbraio“. Ma il Quirinale è molto perplesso: non vorrebbe imboccare subito la deriva delle elezioni anticipate e tiene calda la pista di un governo transitorio per fare la nuova legge elettorale che potrebbe vedere in pista una figura istituzionale come il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, o il presidente del Senato, Piero Grasso.

Nella serata di ieri, però, i fedelissimi di Renzi sembrano averlo convinto a tentare l’immediato rilancio, sulla base del 40% raccolto dal Sì al referendum. L’idea che ora pare accarezzare il premier è quella di andare subito alle elezioni anticipate per votare a febbraio, o con l’Italicum o con una nuova legge elettorale lampo, se la Consulta boccerà l’Italicum.

Ma proprio su questo secondo punto Beppe Grillo, con una delle sue consuete capriole, archivia la recente proposta grillina di fare una legge elettorale basata sul proporzionale e rispolvera la difesa a spada tratta dell’Italicum, nella convinzione che possa aprire le porte di Palazzo Chigi al Movimento 5 Stelle.

Tutte le forze politiche sono in fermento: lo è il centrodestra, dove le divisioni tra Forza Italia e la Lega sono sempre più profonde, e lo è il Pd, dove non sono sfuggite le manovre del ministro Dario Franceschini, oggi il principale concorrente interno di Renzi, al di là della minoranza dem. In buona sostanza, Franceschini ha fatto capire di essere pronto ad assumere la guida del Governo di transizione in cambio dell’appoggio a Renzi come nuovo candidato premier alle prossime elezioni. Ma Renzi non si fida.

Le prossime ore si annunciano turbinose: non solo nel Pd, che ha nel frattempo rinviato l’attesissima riunione della Direzione, ma per tutta la politica italiana.

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