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Regionali, Zingaretti e Maroni verso la vittoria

Lazio e Lombardia, destini opposti: secondo le proiezioni di metà pomeriggio nella regione della Capitale il candidato del centrosinistra la starebbe spuntando contro l’ex governatore Storace, mentre nella roccaforte Pdl vince il leghista Maroni – Distacco su Ambrosoli comunque molto contenuto rispetto ai tempi di Formigoni.

Regionali, Zingaretti e Maroni verso la vittoria

Destini opposti per le regioni delle due “capitali” d’Italia, Lazio e Lombardia. Mentre a Roma e dintorni, dopo diverse esperienze di centrodestra e un sindaco della Capitale tuttora (per poco) del Pdl, dalle proiezioni delle 17.37 sembra essere in vantaggio il candidato del Pd Nicola Zingaretti, che sopravanzerebbe l’ex governatore Francesco Storace di circa 7-8 punti percentuali (37,8%-30%), nella roccaforte di Berlusconi e della Lega il binomio vincente parrebbe confermarsi, anche se con distacchi ridottissimi rispetto ai tempi di Formigoni: Maroni al 42,2%, Ambrosoli a 37,4%.

Entrambi i risultati fanno comunque riflettere su un centrodestra ancora vivo, in due Regioni dove scandali e cattiva amministrazione non sono mancati: dalle dimissioni di Renata Polverini alla caduta del Celeste (eletto però in questa tornata al Senato), passando per le torbide vicende della Lega, che però soprattutto al Nord sembrano non aver scalfito più di tanto la fiducia dell’elettorato. O meglio, così è avvenuto in Lombardia, grazie anche alla candidatura di un uomo forte come Maroni e all’alleanza (duramente contestata dalla base) con Berlusconi. Dove non c’è stata alleanza, come in Veneto, il Carroccio ha perso molti consensi, pur confermando la maggioranza al centrodestra.

Il verdetto delle due regioni chiave rispecchia comunque le impressioni della vigilia, quando durante lo spoglio di Camera e Senato erano venuti a galla più o meno questi valori: il voto disgiunto, insomma, almeno da quanto risulta finora, non c’è stato e chi ci sperava (soprattutto Ambrosoli a Milano) dovrà ahilui farsene una ragione. Hanno vinto (o stanno vincendo) i candidati più forti (Zingaretti e Maroni), mentre vengono bocciati quelli deboli (Ambrosoli) o finiti nel dimenticatoio dopo pessime esperienze passate (Storace).

Anche le elezioni regionali sono dunque lo specchio di un Paese diviso: un Nord dove la Lega “perde ma vince”, un Centro tendenzialmente rosso e un meridione dove il sussulto del berlusconismo e l’exploit del grillismo hanno avuto i suoi effetti più marcati: vedere Sicilia, Campania, e persino Puglia, il regno di Nichi Vendola.

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