Condividi

Reddito di inclusione, sì finale del Senato: la delega al governo

Il Rei prevede fino a 480 euro a sostegno di 1,8 milioni di persone – Sarà legato all’Isee e alle politiche attive per il lavoro – Poletti: “Passo storico”

Il Senato ha dato il via libera definitivo al ddl delega per il contrasto alla povertà. I voti a favore sono stati 138, i contrari 71 e le astensioni 21. Il provvedimento punta a introdurre il “reddito di inclusione”, una misura “unica a livello nazionale”, con “carattere universale” e “condizionata” alla “prova dei mezzi” attraverso l’Isee e che, secondo stime del governo, potrà interessare circa 400mila nuclei familiari con minori a carico, pari a un milione e 77mila persone.

Un sostegno economico legato alle politiche attive per il lavoro: potrà accedere al reddito di inclusione soltanto chi aderisce “a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa”. Ora il governo dovrà varare il decreto di attuazione della delega che definirà nel dettaglio i requisiti per l’accesso al reddito di inclusione.

Rispetto al Sia, l’assegno dovrebbe essere portato da 400 a 480 euro mensili, ed è probabile che vengano trasferiti ai destinatari in forma di carta prepagata. Nel solco del difficile rilancio delle politiche attive, chi riceverà il sostegno dovrà “sottoscrivere un patto con la comunità”, che va dal buon comportamento civico all’accettazione delle proposte di lavoro che possono essere girate dagli sportelli regionali.

“Si compie oggi un passo storico – ha commentato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti – per la prima volta il nostro Paese si dota di uno strumento nazionale e strutturale di contrasto alla povertà, il Reddito di inclusione (Rei), che ci consente di introdurre progressivamente una misura universale fondata sull’esistenza di una condizione di bisogno economico e non più sull’appartenenza a particolari categorie (come anziani, disoccupati, disabili, genitori soli)”.

Poletti ha ricordato anche che “prosegue l’attuazione del Sia, il Sostegno per l’inclusione attiva, operativo da settembre 2016, che ha permesso di testare il nuovo approccio e che ha già dato risposte concrete a circa 65 mila famiglie per un totale di 250 mila persone. A breve, grazie alla maggiore disponibilità di risorse (1,6 miliardi per il 2017), sarà emanato un decreto che amplierà la platea di beneficiari raggiungendo oltre 400 mila nuclei familiari, per un totale di 1 milione e 770 mila persone”.

“Per quanto riguarda il reinserimento al lavoro – ha aggiunto Poletti- sarà naturalmente determinante il ruolo dei Centri per l`impiego che potranno contare su 600 ulteriori unità di personale che, nella prospettiva di attuazione del Rei, avranno il compito, in collaborazione con i servizi sociali del territorio, di favorire il collocamento al lavoro delle persone più deboli”.

Poletti ha ricordato che la delega al governo prevede anche la razionalizzazione delle varie prestazioni sociali e il rafforzamento del coordinamento dei servizi sociali, per garantire in tutta Italia il raggiungimento di standard di qualità nei servizi. Si tratta di aspetti imprescindibili del Piano che servono a dare efficacia agli interventi di sostegno e di accompagnamento delle persone più fragili. “Su questo – ha sottolineato – è stato fondamentale far convergere fonti di finanziamento europee (PON Inclusione) e nazionali e assicurare la collaborazione attiva tra i vari livelli di governo e tra questi e gli attori del privato sociale: Ministero, INPS, Regioni, Comuni, Terzo settore”.

“Siamo già molto avanti – ha concluso – con la preparazione dei provvedimenti attuativi della legge, che intendiamo sintetizzare in un unico decreto legislativo, in modo da ottimizzare i tempi, rendendo operativo l’esercizio della delega prima dei sei mesi previsti, per dare risposta quanto prima ai cittadini in difficoltà”.

Commenta