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Reddito di cittadinanza: un mese di stop per 635mila famiglie

Oltre la metà dei nuclei che percepiscono il sussidio arriverà alla prima scadenza entro fine 2020 – Prima di poter chiedere il bis è necessaria un’interruzione di almeno un mese, che rischia di essere problematica per molte persone – Il Governo studia correttivi

Reddito di cittadinanza: un mese di stop per 635mila famiglie

Entro la fine del 2020 il reddito di cittadinanza arriverà a scadenza per 635mila famiglie, oltre la metà degli 1,16 milioni di nuclei che percepiscono il sussidio. Cosa succederà allora? In base alle regole, il pagamento si dovrà interrompere per almeno un mese, durante il quale le famiglie che avranno ancora i requisiti (il più importante è un reddito Isee inferiore a 9.360 euro) potranno chiedere il bis. Dopo la pausa, la misura anti-povertà targata M5S e varata ai tempi del governo Conte 1 potrà riprendere per altri 18 mesi.

Ma attenzione: rispetto al primo periodo di elargizione, il bis del reddito di cittadinanza porta con sé una novità importante. I componenti della famiglia in grado di lavorare, infatti, saranno obbligati ad accettare qualsiasi offerta di lavoro dovesse arrivare, in tutta Italia. Basta un solo rifiuto per perdere il diritto al sussidio.

Dal 27 marzo al 17 luglio, a causa dell’emergenza coronavirus, è stato sospeso l’obbligo di seguire un percorso d’inclusione lavorativa sottoscrivendo un patto con il centro per l’impiego (fatta eccezione per le offerte considerate congrue, nel Comune di appartenenza). Ora non è più così, per cui il diritto al reddito di cittadinanza implica di nuovo l’impegno ad attivarsi nella ricerca di un’occupazione.  

Il problema è che adesso, proprio a causa della crisi innescata dal Covid, le condizioni economiche delle famiglie povere sono ulteriormente peggiorate, per cui l’interruzione di un mese del reddito di cittadinanza rischia di essere un problema serio per molte persone. Non a caso, da gennaio 2020 le richieste di sussidio sono aumentate del 25,8%.

La situazione è resa ancora più difficile dal basso numero di offerte di lavoro o di formazione che i navigator hanno finora proposto ai percettori del reddito di cittadinanza: appena 220.048. Davvero poca cosa rispetto agli 1,23 milioni di maggiorenni che, in base ai patti, sarebbero pronte per iniziare a lavorare.

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