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Reddito cittadinanza: addio assegno a chi rifiuta lavoro dopo un anno

Nelle precedenti versioni il beneficiario perdeva il diritto al terzo rifiuto di “offerta congrua”, adesso invece si stabilisce che se la prima o la seconda offerta arrivano dopo i primi 12 mesi, il rifiuto comporta comunque la decadenza dell’assegno: ma l’offerta deve avere delle caratteristiche – Premio per chi accetta di trasferirsi – Si parte ad aprile.

Reddito cittadinanza: addio assegno a chi rifiuta lavoro dopo un anno

L’ultima versione della bozza del decreto sul reddito di cittadinanza ha ulteriormente limitato le condizioni e soprattutto la durata dell’assegno. Mentre infatti nelle precedenti versioni il beneficiario perdeva il diritto al terzo rifiuto di “offerta congrua”, adesso invece si stabilisce che se la prima o la seconda offerta arrivano dopo i primi 12 mesi, il rifiuto comporta comunque la decadenza dell’assegno. In pratica: se entro il primo anno dalla richiesta arrivano tutte e tre le offerte, l’avente diritto potrà rifiutare le prime due; se invece la prima offerta arriva dopo i primi 12 mesi, sarà automaticamente quella definitiva. Prendere o lasciare. Altrimenti addio al reddito, che per legge non durerà comunque più di 18 mesi, salvo poi essere rinnovato.

Tuttavia l’offerta per essere non rifiutabile deve avere alcune caratteristiche. Se arriva nel primi sei mesi deve essere entro i 100 chilometri dalla residenza, superati i sei mesi è congrua anche entro i 250 chilometri, mentre diventa congrua qualsiasi offerta superati i 18 mesi, e quindi al momento dell’eventuale rinnovo del reddito di cittadinanza. Chi accetta di trasferirsi verrà comunque in qualche modo premiato: potrà godere di altri tre mesi dell’assegno, che verrà erogato in questo caso come forma di compensazione per le spese di trasferimento. Fonti di governo spiegano che questo tipo di beneficio nella versione finale del decreto potrebbe essere prorogato fino a dodici mesi.

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Quanto alla partenza della riforma, è confermata per il mese di aprile. Non il primo, perché il ministro Luigi Di Maio è preoccupato dalle possibili ironie in concomitanza con il “pesce d’aprile”, ma in ogni caso entro quel mese, per poi essere effettivamente erogato a partire da maggio.  infatti L’Inps, si legge nell’ultima versione del decreto, avrà 30 giorni di tempo per predisporre i moduli attraverso i quali gli interessati potranno richiedere il reddito di cittadinanza, che dovrà poi essere erogato dal mese successivo a quello di presentazione della domanda.

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