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Recovery Fund: stop dalla Corte tedesca, ma l’ok è scontato

Nessuno a Berlino e a Bruxelles crede davvero che i giudici di Karlsruhe possano bocciare il piano da 750 miliardi: il problema sono i tempi, che a causa del ricorso rischiano di slittare

Recovery Fund: stop dalla Corte tedesca, ma l’ok è scontato

La Corte costituzionale tedesca ha bloccato l’entrata in vigore della legge che dà il via libera al Recovery Fund. Il provvedimento era stato approvato con oltre due terzi dei voti dal Bundestag e addirittura all’unanimità dal Bundesrat, le due camere del Parlamento di Berlino.  

Al centro delle polemiche tedesche c’è il metodo di finanziamento del Recovery Fund, ossia gli eurobond, che in Germania sono visti come una “presa in carico dei debiti” degli altri Paesi europei (così hanno titolato molti giornali). La cancelliera Angela Merkel, che per anni aveva rassicurato i suoi connazionali sulla contrarietà della Germania alla condivisione dei debiti, si è affrettata a ricordare che gli eurobond sono temporanei: finiranno nel 2023, insieme al Recovery Fund.

Non è bastato però a convincere i giudici di Karlsruhe, che hanno accolto un ricorso di Bernd Lucke, fondatore dell’ultradestra Afd e animatore di una piattaforma euroscettica. La Corte ha così congelato la firma della legge da parte del presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier.

Lucke ha spiegato a Repubblica di ritenere “illegale che per finanziare il Recovery Fund la Commissione europea si indebiti”, perché “è contro i Trattati, contro l’articolo 310 che impone sempre un equilibrio nelle entrate e uscite della Ue. E contro l’articolo 311 che vieta esplicitamente alla Ue di avere risorse proprie”.

La Corte dovrebbe esprimersi nel giro di qualche settimana, ma se i tempi si dovessero allungare i giudici potrebbero far saltare il calendario della Commissione Ue, che punta a ottenere la ratifica dei Parlamenti dei 27 Paesi prima di maggio, per procedere a luglio con lo stanziamento dei fondi.

Intanto, il governo tedesco ostenta sicurezza. Il ministro delle Finanze, Olaf Scholz, ha detto che “il finanziamento del Recovery Fund basato su risorse proprie si basa su un fondamento solido, dal punto di vista della costituzione e del diritto europeo. Perciò siamo ben attrezzati contro gli annunciati ricorsi”. L’esperienza degli anni passati con la Corte costituzionale, ha concluso, “mi ispira fiducia che la ratifica della legge possa avvenire in tempi brevi”.

Anche la Commissione europea ha fatto sapere di “essere fiduciosa in una rapida decisione” dei giudici e di essere “convinta della legalità della decisione”.

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