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Rebus Alitalia, Gubitosi ha fretta. E Castellucci chiama i piloti

Al convegno organizzato dalla Cisl il commissario stima una crescita del 6% dei ricavi anche nel secondo trimestre 2018 ma sollecita il nuovo governo: “Servono scelte politiche in tempi rapidi”. Il tempo stringe e Adr suggerisce un salvataggio modello United Airlines. Ma ormai gli aeroporti crescono anche senza Alitalia e Adr e Sea….

Rebus Alitalia, Gubitosi ha fretta. E Castellucci chiama i piloti

Alitalia corre ma a questo punto servono scelte politiche rapide. Mentre il nuovo governo è al vaglio del Presidente della Repubblica e il governo Gentiloni ha delegato il dossier al suo successore, la compagnia si regge sul filo. Nell’interregno si rischia di perdere tempo prezioso e il commissario staordinario Luigi Gubitosi (ora anche consigliere d’amministrazione di Tim) non nasconde i rischi mentre tira un bilancio dell’attività al convegno organizzato dalla Cisl. Insieme a lui Giovanni Castellucci, Ad di Atlantia sembra ormai aver messo in conto anche il default della compagnia e chiama in causa i piloti per un estremo tentativo di salvataggio modello United Airlines.

I ricavi del primo semestre di Alitalia “cresceranno in maniera significativa – afferma Gubitosi – abbiamo avuto una crescita del 6% dei ricavi passeggeri nel primo trimestre e il secondo sarà più o meno simile”. Il manager sottolinea però che bisognerà tenere conto dell’andamento dei prezzi del petrolio e quindi dei carburtanti di cui “nel 2019 tutte le compagnie risentiranno”. Il commissario, parlando dei costi, ha anche detto che “quest’anno non è stata confermata la defiscalizzazione sulle ore volate e abbiamo un extracosto di 25 milioni”.

“L’Alitalia c’è e continua ad esserci, con una metafora del settore posso dire che ‘abbiamo abbastanza carburante’ e non c’è un problema di clientela estera preoccupata dalle notizie che arrivano” aggiunge Gubitosi. Tuttavia “vanno prese decisioni importanti”. E qui è il limite della gestione commissariale. Le scelte, ripete sono politiche e devono essere rapide. “L’aspetto più importante è che si decida come andare avanti. La scelta deve essere politica”, rileva Gubitosi sottolineando che “qualunque scelta il governo voglia fare, la una, la due o la tre, anche se la chiusura mi sembra residuale, si deve fare in fretta”.

Le opzioni a cui si riferisce Gubitosi riguardano le tre offerte presentate (entro il 10 aprile, data in cui scadevano i termini) da Lufthansa, Easyjet e Wizz Air, nessuna delle quali è interessata però a rilevare tutta la compagnia né l’intera attività di volto. Tanto che il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda si è visto costretto a varare una proroga di sei mesi del commissariamento: impensabile infatti che un governo dimissionario potesse decidere una partita così rilevante. Il decreto, in corso di conversione alla Camera, fa slittare anche il rimborso dei 900 milioni di prestito concesso alla compagnia( da settembre a fine anno).

Ma i grandi aeroporti sembrano ormai aver digerito l’idea di un ridimensionamento drastico o addirittura di uno spezzatino della compagnia. “Il tema della competitività dei costi di Alitalia, qualunque sia il futuro, non può essere eluso perché il nostro mercato è il meno garantito”, ha confermato l’Ad di Atlantia Giovanni Castellucci “la sfida è complessa ma si può prendere spunto da analoghe situazioni come la United di 15-20 anni fa” con l’ingresso nell’azionariato dei piloti che hanno rilevato la maggioranza della compagnia. “Ma la competitività dei costi e’ inderogabile”, ha ribadito.

Atlantia controlla Aeroporti di Roma e la voce di Castellucci è dunque rilevante. “Fiumicino – aggiunge – e’ un aeroporto che cerca di aiutare Alitalia in tutti i modi, il supporto c’è tutto”. E tuttavia, riconosce che ormai “una crisi di Alitalia sarebbe un problema ma, purtroppo non particolarmente rilevante perché non è più così centrale nell’economia di Fiumicino. E lo dico con grande dispiacere”.

Adr ha crediti per 316 milioni nei confronti delle compagnie clienti dello scalo romano e Alitalia è certamente la prima visto che conta per circa il 47% in termini di passeggeri ma ormai solo per il 29% in termini di ricavi aeronautici suil bilancio Adr. Per Sea, che gestisce Milano Malpensa e Linate, il peso di Alitalia è poco rilevante su Malpensa ma molto rilevante su Linate (60% degli slot). La società controllata dal Comune vanta 25 milioni di crediti Az finiti nella procedura di liquidazione. Quanto potrà recuperare non è facile prevedere ma i pagamenti della gestione commissariale finora sono stati puntuali, hanno fatto sapere sia Adr che Sea.

Sia Adr che Sea comunque hanno già adottato strategie post Alitalia. Fiumicino ha cominciato a differenziare le compagnie clienti, orientandosi sul lungo raggio. Malpensa lo ha fatto molto tempo prima quando Alitalia lasciò lo scalo, ormai dieci anni fa. Da allora ha ampiamente recuperato traffico e clienti. Perché questa è la realtà: con o senza Alitalia il traffico è in crescita ovunque, a Roma, Milano e nel resto del mondo.

 

 

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