Il rally di Wall Street non si ferma. Anzi, complici alcuni dati macro positivi in Usa ed in Europa, sono stati toccati alcuni record. Il più impressionante riguarda il Nasdaq 100, selezione dei titoli leader del listino tech, salito ieri ai massimi dal 2000. Meglio ancora l’indice Russell (+2%) dedicato alle small cap. L’indice S&P (+1,19%, ma addirittura +13% dai minimi di agosto) ha rotto al rialzo la barriera dei 2.100, a soli 26 punti dal record assoluto e allo stesso livello (2.104 punti) toccato prima dell’annuncio della svalutazione cinese di agosto. Dow Jones +0,94%.
A salire di più sono state le banche e le società del comparto salute. La spinta delle Borse Usa si è sentita anche sulle Borse asiatiche. Chiuda per festività Tokyo, a tirare la corsa è Hong Kong (+1,5%) davanti Taiwan (+1,1%), Shanghai (+0,2%), Seoul (+0,5%) e Mumbai (+0,4%).
Il petrolio WTI tratta a 46,2 dollari il barile, ieri sera ha chiuso in calo dell’1%. Invariato il dollaro nei confronti dell’euro a 1,101.
MILANO SEGNA IL PASSO. CORRONO LE BANCHE GRECHE
Più modesti i rialzi della zona euro, nonostante il buon andamento dell’attività industriale: l’indice Pmi del settore manifatturiero è salito a ottobre a 52,3 da 52,0, contro previsioni che lo vedevano stabile a 52,0.
Miano, frenata dai bancari, limita il rialzo allo 0,18%. Il successo elettorale del partito del presidente Recep Tayyip Erdogan ha fatto volare la Borsa di Istanbul (+5,4%), la lira turca (+3,5% contro il dollaro) e le obbligazioni governative (il rendimento del bond decennale ha chiuso a 4,48%, sui minimi da giugno). La Borsa di Atene guadagna l’1,9% dopo l’esito degli stress test della Bce sulle banche greche. National Bank of Greece mette a segno un guadagno del 9%. Eurobank +30%.
RIFLETTORI PUNTATI SU DRAGHI E YELLEN
Al centro dell’attenzione dei mercati ci sono, da oggi, gli interventi dei banchieri centrali, compresa Janet Yellen, domani a confronto con il Congresso Usa. Parlerà per primo stasera Mario Draghi. Ieri un riassunto sbrigativo di Bloomberg dell’intervista al “Sole 24 ore” del presidente della Bce (“la questione se abbiamo bisogno di nuovo stimolo è aperta”) ha provocato in mattinata un aumento del rendimento del Btp decennale all’1,55% e dello spread oltre i100 punti. Ma gli umori sono cambiati in giornata dopo l’intervento dell’austriaco Ewald Nowotny : “La Bce deve agire” recitava il titolo delle agenzie ad un intervento del tutto in sintonia con le dichiarazioni di Draghi.
Alcuni analisti, come quelli di Danske Bank, già scommettono su un taglio dei tassi sui depositi e su un’estensione del QE (sia sulla durata che sull’ammontare) da parte della Bce.
AFFAIRE TELECOM: OGGI NIEL IN CONSOB
Poco mossa Telecom Italia (+0,08%) in attesa di sviluppi. Stamane Xavier Niel, protagonista del blitz che, tra equity swap e derivati, l’ha portato al 15,1% del capitale, affronterà l’esame della Consob che lo interrogherà sui contratti. Intanto, secondo il quotidiano parigino Le Figaro, Vivendi starebbe pensando di aumentare la sua quota dall’attuale 20% al 24,9%, cioè appena sotto la soglia dell’Opa obbligatoria del 25%.
Riprende quota intanto Mediaset (+2,1%). Gli analisti di Liberum Capital hanno aumentato sul titolo la raccomandazione a buy da hold e il prezzo obiettivo a 5,5 da 4,2 euro in un report dal titolo “Primi segni della ‘Dolce Vita’”.
SALGONO LE TARIFFE, SCHIZZANO ALL’INSU’ SNAM E TERNA
Utility in grande evidenza, soprattutto quelle con attività regolamentate: l’ultimo documento dell’Authority per l’Energia lascia prevedere un aumento delle tariffe sul trasporto e stoccaggio del gas. Il documento finale dovrebbe essere diffuso ai primi di dicembre.
Snam è salita del 3,3% a 4,864 euro, miglior blue chip della seduta. A 4,9360 euro il titolo ha segnato la quotazione più alta della sua storia, ritoccando il precedente record storico segnato a inizio maggio a 4,8720 euro. Mediobanca ha alzato il giudizio a Outperform da Neutral.
Terna +1,1% a 4,68 euro, poco sotto i massimi della seduta che corrispondono anche al nuovo record storico: 4,7860 euro. Il titolo ha ritoccato il precedente record per ben dieci volte nel corso del mese di ottobre. Citigroup ha deciso di confermare il giudizio Buy, alzando il target price a 5,40 euro da 5,10 euro. Credit Suisse ha alzato il target a 3,80 euro da 3,50 euro precedenti, confermando il giudizio Underperform. Per Equita resta Hold, target ritoccato a a 4,60 euro (+5%).
Guadagni anche per Enel +1% ed Enel Green Power +1,7%. A2A è salita dello 0,6%.
LE VENDITE PREMIANO FCA. ANCHE PORSCHE NEL MIRINO DEGLI USA
Positivi per Fiat Chrysler i dati sulle vendite di ottobre in Italia. Le immatricolazioni di nuove auto sono salite in ottobre dell’8,56% a 132.929 unità rispetto a un anno prima. Il gruppo Fca ha fatto meglio del mercato segnando un rialzo del 10,81% a 36.845 pezzi con una quota salita al 27,72% (da 27,16% un anno prima).
Le vendite di auto targate Volkswagen sono intanto scese nel mese del 6,85% a 9.520 dopo il Dieselgate. A livello di gruppo la casa tedesca segna nel mese un calo dello 0,35% a 17.156 e nei 10 mesi un rialzo dell’8,24% a 174.013 pezzi. Ma il gruppo di Wolfsburg è impegnato in ben altri problemi. L’Epa americano ha dichiarato di aver riscontrato la presenza del software che falsa i dati sulle emissioni anche sulla Porsche.
Ieri il settore Automotive è stato il migliore (Stoxx +1,5%). A guidare il rialzo delle auto è Renault +4%, grazie ai buoni risultati della controllata Nissan. Volkswagen è salita del 3,1%. FiatChrysler ha chiuso in lieve calo (-0,1%). A Wall Street è ripartita Ferrari +5% a 53,1 dollari.
Fra gli altri titoli industriali in evidenza Cnh Industrial +1,5%. StM guadagna l’1,2%, Finmeccanica +0,3%.
LA SCURE DI EXANE SUL BANCO POPOLARE
La giornata del comparto bancario è stata condizionata da un rapporto di Exane Paribas. Per il broker francese il giudizio su Credem (-0,23%) sale a Neutral dal precedente Underperform. Il target price è fissato a 6,90 euro, (limato del 4%). Molto male invece il Banco Popolare, declassata da Exane a Neutral da Outperform. Il titolo è sceso del 3,6%. Unicredit sale dello 0,1%. Intesa +0,3% e Monte Paschi +0,9%.
BOFA BOCCIA LUXOTTICA: IL BOOM E’ ALLE SPALLE
Brutta giornata per Luxottica (-3,8%), la peggior blue chip, oggetto di downgrade da parte di Bank of America che ha abbassato la raccomandazione a Underperform da Neutral. Secondo gli analisti della banca americana la forte crescita registrata negli ultimi trimestri non è più ripetibile. Per i prossimi tre anni Bank of America stima una crescita dei ricavi dell’8%, dell’Ebit del 10% e degli utili per azione del 12%. Ferragamo scende dello 0,6%, positiva Yoox (+2,1%).
POSTE ITALIANE RIPRENDE QUOTA. JAPAN POST AL DEBUTTO
Decolla a Tokyo la privatizzazione delle Poste, l’Ipo più importante dell’anno, per un importo di 11,5 miliardi di dollari. Il 75% delle azioni in vendita è stato collocato presso il retail attratto dal dividendo promesso del 3 per cento molto di più di quanto garantito da bond e depositi.
Intanto riprende quota a Piazza Affari Poste Italiane, che guadagna l’1,5% e si porta a 6,60 euro contro i 6,75 euro del collocamento. Il titolo si allontana così dal minimo di 6,41 euro, la quotazione più bassa toccata finora a partire dal giorno dell’esordio in Borsa, avvenuto martedì 27 ottobre.
DEBOLE IL PETROLIO, SAIPEM TORNA A SCENDERE
Deboli infine i petroliferi sull’onda del calo del greggio: Brent a 49,1 dollari (-0,9%), Wti a 46,3 dollari (-0,6%). Eni ha recuperato le perdite iniziali e ha chiuso invariata: Morgan Stanley ha abbassato il giudizio a Underweight da Equal Weight e ha tagliato il target price a 15,0 euro da 15,5 euro. Saipem è caduta in ribasso del 2,1%: Jefferies ha abbassato la raccomandazione a Underperform da Hold fissando un target price a 7,10 euro.