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Quota 100 e reddito di cittadinanza: ecco le richieste di Bruxelles

Per disinnescare la procedura d’infrazione, la Commissione europea chiede di trasformare la quota 100 in una misura annuale e d’introdurre nuove paletti per l’accesso al reddito di cittadinanza – La trattativa va avanti su un terreno stretto, ma ormai il tempo scarseggia

Quota 100 e reddito di cittadinanza: ecco le richieste di Bruxelles

Trasformare la quota 100 sulle pensioni in una misura di durata annuale e introdurre nuovi paletti per l’accesso al reddito di cittadinanza. Il tutto entro il 19 dicembre. Sono le richieste avanzate dalla Commissione europea nella trattativa con l’Italia sulla legge di Bilancio. Se il nostro Paese accetterà, la procedura d’infrazione sarà disinnescata.

Al momento però i due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non sembrano disposti a cedere. Bruxelles chiede una sostanziale riscrittura delle due misure-bandiera della manovra gialloverde: accettare un accordo in questi termini vorrebbe dire per i due leader di maggioranza rinnegare le promesse elettorali con cui sono arrivati al governo. E non sarebbe un buon viatico in vista delle elezioni europee di maggio 2019.

Salvini però si dice ottimista: “Ѐ chiaro che se vado a Bruxelles e faccio due passi in avanti e mi mettono due dita negli occhi, non è un affronto al governo ma agli italiani. Vogliamo scene come quelle di Parigi? Mi rifiuto di pensare che a Bruxelles per uno zero virgola mandino commissari e sanzioni”.

Del resto, da Bruxelles è arrivata anche un’apertura: la Commissione potrebbe essere disponibile a valutare un taglio delle tasse attraverso un allargamento della flat tax.

Ma gli interventi su quota 100 e reddito di cittadinanza resterebbero necessari. Sul primo fronte, l’Europa non transige: la legge Fornero è troppo importante per la stabilità della finanza pubblica italiana e qualsiasi suo stravolgimento non può essere ammesso. Perciò la quota 100 sarebbe accettabile solo se temporanea: nel caso durasse un solo anno, il suo impatto contabile non peserebbe sul 2020-2021 e otterrebbe il via libera, visto che la Commissione valuta i numeri del triennio e non il singolo anno finanziario. Sarebbe poi possibile prevedere la riapertura di nuove finestre negli anni successivi, ma solo in caso di compatibilità economica. In altri termini, con i conti a posto si andrebbe avanti, altrimenti si rinvierebbe tutto.

Quanto al reddito di cittadinanza, la Commissione non è contraria in toto, ma ha dei dubbi. Ad esempio sulla possibilità di cumularlo con altre prestazioni sociali o sul rischio che incentivi il ricorso al lavoro nero. Servirebbero quindi una revisione dei criteri di erogazione e una definizione esatta dell’intero quadro degli ammortizzatori sociali.

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