Condividi

Quirinale, Pd: “Né diktat né imboscate, elezione entro domenica”

Al di là dello stop ai veti, il Premier ha definito “un bene eleggere il capo dello Stato” con Forza Italia, che “non vuole qualcuno con una storia militante nel nostro partito” – Renzi avrebbe poi accennato alla necessità di evitare di convergere su membri del governo

Quirinale, Pd: “Né diktat né imboscate, elezione entro domenica”

“Sono contraente del patto del Nazareno e lo rivendico, ma questo non significa che per il capo dello Stato prendiamo il loro nome. Non accetto diktat”. Così ha parlato il premier Matteo Renzi, intervenuto stamattina all’assemblea dei deputati del Pd, a meno di 24 ore dal giro di consultazioni nella sede del Nazereno con tutti i partiti (escluso il Movimento 5 Stelle). E mentre il totonomi impazza (Amato e Mattarella i più accreditati nelle ultime ore ma Piero Fassino conquista spazi), il Presidente del Consiglio ha confermato che tutti i gruppi (ad eccezione di Fratelli d’Italia) hanno chiesto per il candidato “un profilo politico”. 

Al di là dello stop ai veti, Renzi ha definito “un bene eleggere il capo dello Stato” con Forza Italia, aggiungendo che “non vuole qualcuno con una storia militante nel nostro partito”.

Il Premier avrebbe poi accennato alla necessità di evitare di convergere su membri del governo (il che escluderebbe dalla corsa il minstro del Tesoro Pier Carlo Padoan), confermando poi la volontà “di non andare oltre il weekend”: dopo tre tornate di schede presumibilmente bianche (su questo punto il Pd deciderà domani) il voto decisivo dovrebbe arrivare perciò al quarto (sabato) o al massimo al quinto scrutinio (domenica), quando invece dei due terzi dei voti sarà richiesta la maggioranza semplice (505 preferenze). 

“I profili più forti emersi” nel corso delle consultazioni “sono quelli di una figura che sia a difesa della Costituzione – ha continuato Renzi –, un profilo istituzionale e costituzionale, che abbia delle qualità politiche e parlamentari, internazionali, economiche, un profilo di grande significato e impatto”.

Il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini ritiene invece che la nuova elezione rappresenta un’opportunità per riscattare gli errori passati: “Non temo imboscate – ha detto – perché credo ci sarà la maturità da parte di tutti di affrontare questo passaggio con la responsabilità dovuta. Innanzitutto da parte del Pd, che ha l’onere dell’iniziativa avendo 450 grandi elettori. Credo che le ferite del 2013 sono ancora presenti e questa può essere l’occasione di dimostrare responsabilità”.

Commenta