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Qe, quali saranno gli effetti su risparmiatori e imprese?

DAL BLOG DI ADVISE ONLY – Mario Draghi ha annunciato il Qe a partire da lunedì 9 marzo: che cosa si può attendere un semplice cittadino, e in particolare un risparmiatore? E le imprese? Ecco gli effetti più o meno probabili dell’operazione della Bce, che prevede un programma di acquisto di titoli di 1,4 trilioni di dollari in due anni.

Qe, quali saranno gli effetti su risparmiatori e imprese?

Mario Draghi ha annunciato il Qe a partire da lunedì prossimo, 9 marzo. Il programma di acquisto di obbligazioni della Bce da 1,4 trilioni di euro diventa così realtà, ma quali satanno gli effetti pratici sui cittadini e in particolare sui risparmiatori e le imprese? Vediamoli in concreto.

Effetti molto probabili del Qe

Rate di mutui e finanziamenti più basse – Se avete acceso un mutuo o un finanziamento a tasso variabile, il programma di acquisto di titoli di Stato della Bce sarà una forza imponente che spingerà verso il basso i tassi d’interesse ai quali sono legate le rate da pagare.

Diminuzione del reddito cedolare – Chi acquista titoli di Stato per ottenere un reddito cedolare, ad esempio pensionati che l’utilizzano come integrazione, vedranno ridursi le cedole delle nuove emissioni.

Riduzione della remunerazione dei conti correnti – È un altro corollario alla perdurante situazione di bassi tassi d’interesse.

Sostegno alla Borsa – I mercati azionari hanno fino ad ora reagito bene alle notizie legate al QE della BCE e alle politiche monetarie accomodanti attuate su scala pressoché planetaria. Del resto, con i rendimenti bassissimi – o addirittura negativi – offerti dal mondo obbligazionario e monetario, la fame di performance spinge verso gli attivi a più alto rischio.

Convenienza degli investimenti in divisa estera – Sebbene l’euro si sia già sensibilmente deprezzato rispetto alle principali divise (sia in termini nominali, che reali), è probabile che il trend persista. In questa ipotesi, un’asset allocation di portafoglio con la giusta esposizione a divise estere può ancora fornire soddisfazioni. Un euro più debole aiuterà anche le imprese ad esportare di più e lo sta già facendo.

Effetti incerti del Qe

Più facilità nell’ottenere credito – Uno dei principali obiettivi del QE nell’eurozona è stimolare la ripresa del credito, grande motore dell’economia. Occorre però che la politica monetaria si trasmetta efficacemente all’economia, cosa niente affatto scontata. Il meccanismo teorico dovrebbe in sintesi essere questo:

  • la BCE mette in circolazione molto denaro (aumento della base monetaria) con il QE;
  • da giugno 2014 il denaro delle banche in eccesso rispetto alle riserve obbligatorie depositato presso la BCE è remunerato a tassi negativi, cosa che dovrebbe stimolare le banche a rimettere in circolo il denaro, erogando credito a imprese e famiglie per investimenti e consumi.

Più business – Con la ripresa di investimenti e consumi, l’economia dovrebbe crescere a ritmi dignitosi, facilitata anche (almeno inizialmente) da un cambio favorevole.

Crescita dell’occupazione – È una logica conseguenza del punto precedente: più business significa che le imprese, tra le altre cose, domandano lavoro.

Questa è la teoria.

In pratica, perché questo circolo virtuoso parta, occorre qualcuno che domandi credito. E per farlo occorre la fiducia. L’attuale situazione dell’eurozona (sommata ai rischi geopolitici), non aiuta. Inoltre, l’elevato livello di crediti in sofferenza delle banche italiane limita la loro capacità di erogare nuovo credito: occorre trovare una soluzione, ad esempio la assai discussa bad bank.

Insomma, se alcuni effetti immediati del Quantitative Easing della Bce sono assai probabili, altri sono assai più incerti e richiedono un contributo importante da parte dei governi dei Paesi dell’eurozona. Riuscirà la politica, fino ad ora generosa con le chiacchiere ma parca con i fatti, a offrire un aiuto concreto?

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