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Protesta Assorinnovabili: “Su Spalma-incentivi grave ritardo decreti”

L’associazione guidata da Agostino Re Rebaudengo all’attacco: “I provvedimenti attuativi del ministero Sviluppo dovevano arrivare il 1° ottobre e non si vedono”. Critiche anche al Mef per la disciplina sull’accesso ai finanziamenti garantiti. “Così impossibile definire le nostre scelte entro il 30 novembre come prevede la legge”

Protesta Assorinnovabili: “Su Spalma-incentivi grave ritardo decreti”

Aziende delle rinnovabili nuovamente sul piede di guerra. “Era atteso entro il 1° ottobre 2014 – attacca un comunicato diffuso poco fa da assoRinnovabili – ma ad oggi non si ha ancora notizia del decreto attuativo che avrebbe dovuto disciplinare le percentuali di rimodulazione dell’incentivo, previste dall'”opzione b”, una delle tre contenute nella contestata norma “Spalma Incentivi”“.

 Per le aziende del settore, che devono prendere decisioni rilevanti alla luce della legge Competitività, intervenuta per ridurre gli incentivi statali in particolare sul fotovoltaico, è un ulteriore disagio da affrontare. “Oltre al danno, la beffa: oggi chi ha un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW in Italia – spiega Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili – non solo si è visto decurtare l’incentivo retroattivamente, ma si trova pure nella condizione di non poter scegliere la modalità con cui gli sarà ridotta la tariffa, perché la disciplina attuativa di una delle tre opzioni non esiste ancora. Il tutto a meno di 50 giorni dal termine ultimo, fissato dal Legislatore perentoriamente al 30 novembre, per comunicare al GSE l’opzione di riduzione tra quelle previste dalla norma. L’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità reale di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto”.

 Una situazione “insostenibile ed inaccettabile” tanto che assoRinnovabili ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico per sollecitare l’uscita del decreto, esigendo una proroga del termine del 30 novembre di almeno tanti giorni quanti saranno quelli di ritardo accumulato dalla mancata adozione del provvedimento, garantendo un tempo sufficiente per valutare quale opzione sia la più idonea (o meglio la meno pregiudizievole) per ciascun impianto.

“Riducendo i tempi – protestano gli operatori – il Ministero sembra non voler tener conto della complessità della scelta: oltre alla valutazione dell’impatto economico e finanziario delle singole opzioni, infatti, la scelta finale del produttore dovrà poi essere condivisa e approvata dagli organi decisionali dei principali istituti bancari”. 

Silenzio anche sul versante del Mef (Ministero Economia e Finanze) sul decreto che dovrebbe disciplinare l’accesso ai finanziamenti bancari garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti, che permetterebbero agli operatori di mitigare gli effetti del taglio. Per queste ragioni “assoRinnovabili conferma quindi la volontà di intraprendere azioni legali contro la norma “Spalma incentivi”. 

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