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Proposta della Cina sull’Ucraina: ecco i 12 punti, ma Pechino tratta per fornire droni a Mosca

La Cina ha presentato le sue proposte in 12 punti per favorire il dialogo tra Russia e Ucraina. L’assemblea Onu approva la risoluzione per fermare la Russia

Proposta della Cina sull’Ucraina: ecco i 12 punti, ma Pechino tratta per fornire droni a Mosca

La Cina ha presentato le sue proposte per fare cessare la guerra della Russia in Ucraina e intavolare negoziati di pace. Contemporaneamente però starebbe trattando con Mosca la fornitura di droni kamikaze. Lo scrive il quotidiano tedesco Der Spiegel precisando che l’esercito russo è impegnato in trattative con la cinese Xìan Bingo Intelligent Aviation Technology per la produzione di massa di droni kamikaze alle sue forze armate. Ciò crea, sostiene il settimanale, una nuova urgenza nel dibattito sul possibile sostegno militare cinese alla Russia.
Secondo le indiscrezioni Bingo ha accettato di produrre e testare 100 prototipi di droni ZT-180 prima di consegnarli alla Difesa russa entro aprile 2023. Gli esperti militari ritengono che lo ZT-180 sia in grado di trasportare una testata da 35 a 50 chilogrammi. La notizia piomba come un macigno sul tentativo della Cina di accreditarsi come mediatore per una soluzione concordata del conflitto a un anno dall’invasione russa in Ucraina con carri armati e truppe di terra. La Cina ha finora smentito le accuse degli Usa su possibili forniture di strumenti letali a Mosca. Ma ecco i dodici punti della proposta cinese.

Cina: la proposta in 12 punti per fare cessare la guerra

Il testo, pubblicato nell’anniversario dell’aggressione russa a Kiev, include 12 punti e la prima dichiarazione cinese sulla sicurezza dei civili, sul rispetto del diritto internazionale umanitario e sulla contrarietà agli attacchi contro le centrali nucleari. Lo ha diffuso il ministero degli Esteri. Prevede, fra l’altro, il rigetto dell’ uso e anche solo della minaccia di usare armi atomiche, la fine delle ostilità, la ripresa dei colloqui di pace e l’eliminazione delle sanzioni. 

  • Primo punto: rispetto di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti i Paesi secondo le leggi internazionali riconosciute, compresi scopi e principi della Carta delle Nazioni Unite.
  • Secondo punto: abbandono della “mentalità della Guerra Fredda”: la sicurezza di un Paese non può andare a scapito di quella di altri Paesi e “la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari”. Serve un concetto di sicurezza comune, prosegue il documento, globale, cooperativo e sostenibile per la stabilità a lungo termine del mondo.
  • Terzo punto: cessate il fuoco e lo stop ai combattimenti. È necessario “sostenere Russia e Ucraina affinché si incontrino” e riprendano il dialogo diretto per arrivare a un cessate il fuoco globale.
  • Quarto punto: i colloqui e i negoziati sono “l’unica via d’uscita praticabile”.
  • Quinto punto: protezione dei civili e creazione di corridoi umanitari per l’evacuazione dalle zone di guerra.
  • Sesto punto: invito a “rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale”, astenendosi dall’attacco ai civili e a strutture civili, e a favorire lo scambio di prigionieri.
  • Settimo e all’ottavo punto: mantenimento della sicurezza delle centrali nucleari (no agli attacchi armati e sì al ruolo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica) e il rigetto delle armi nucleari (non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta) sia sul loro uso sia sulla semplice minaccia. “Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi Paese e in qualsiasi circostanza”.
  • Nono punto: “Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Onu in modo equilibrato, completo ed efficace”per garantire l’esportazione di cereali.
  • Decimo punto: stop alle sanzioni unilaterali e alle pressioni che “non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi”.
  • Undicesimo punto: appello per “la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento” a tutela dell’economia globale.
  • Dodicesimo punto: invito a promuovere la ricostruzione postbellica.

L’assemblea Onu approva risoluzione per pace giusta In Ucraina

Sempre ieri, giovedì 23 febbraio, L’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato con 141 voti a favore, 7 contrari e 32 astenuti una risoluzione in cui si sottolinea “la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace completa, giusta e duratura in linea con la carta delle Nazioni Unite”. Il testo “ribadisce l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti” e chiede “la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe”. Tra i 75 “co-sponsor” c’è anche l’Italia.

Oltre che dalla Russia, i no sono arrivati da Siria, Bielorussia, Eritrea, Nord Corea, Nicaragua e, per la prima volta, il Mali. Trentadue gli astenuti, tra cui la Cina, l’India – nonostante il forte pressing delle ultime ore – l’Iran, Cuba, l’Armenia e molti Paesi africani, dal Congo all’Uganda, e poi il Kazakistan e l’Uzbekistan. Il Brasile ha invece votato a favore della risoluzione per una pace giusta in Ucraina, contro alcune previsioni.

“Votando a favore della risoluzione delle Nazioni Unite, 141 Stati membri dell’Onu hanno chiarito che la Russia deve porre fine alla sua aggressione illegale. L’integrità territoriale dell’Ucraina deve essere ripristinata. Un anno dopo l’avvio da parte della Russia della sua invasione su vasta scala, il sostegno globale all’Ucraina rimane forte”. ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

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