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Prometeia: “Spread sotto 120 punti e Manovra da 14 miliardi”

Nelle previsioni di settembre, l’associazione bolognese rivede al rialzo il Pil 2020 e stima per l’anno prossimo un deficit al 2,1%

Prometeia: “Spread sotto 120 punti e Manovra da 14 miliardi”

Lunedì il Consiglio dei Ministri si riunirà per valutare la Nota di aggiornamento del Def. Sarà questa la base che porterà alla Manovra di bilancio 2020, una legge fondamentale chiamata in primis a disinnescare le clausole di salvaguardia, che rappresenteranno forse la parte più importante, ma anche economicamente più consistente, della prossima finanziaria.

Il nuovo Governo formato da PD e M5S sarà chiamato a superare una prova ardua, ma rispetto a qualche mese fa, le prospettive sembrano essere molto più ottimistiche. Nonostante il peggioramento del contesto economico internazionale, la riduzione dei tassi d’interesse e soprattutto del rischio sovrano lasciano ben sperare e rappresentano una nuova occasione per riportare “il debito pubblico su un sentiero decrescente e riavviare le riforme strutturali”.

Queste le base su cui Prometeia impernia le previsioni sull’Italia pubblicate nel mese di settembre. Il report analizza, uno per uno, i principali parametri economici del Paese, cercando di capire quali saranno i margini di manovra del Governo in vista della prossima, fondamentale, legge di Bilancio.

LE STIME SULLA MANOVRA 2020

L’ipotesi messa sul piatto da Prometeia è quella di una Manovra netta da 14 miliardi di euro, una cifra che si ottiene dal saldo tra 18 miliardi di interventi restrittivi e 4 miliardi di misure espansive. La somma servirà per contenere il deficit, ma anche per ridurre “la componente tributaria del cuneo fiscale sul lavoro dipendente e un taglio lineare delle tax expenditures”. Misure volte a favorire soprattutto le famiglie a basso reddito. 

“Da una riduzione lineare di deduzioni e detrazioni fiscali – l’unica più facilmente percorribile praticabile a breve termine – si potrebbero invece recuperare circa 8 miliardi di euro”, stima Prometeia.

SPREAD

Il miglioramento dei rapporti tra Italia e Unione Europea ha comportato un netto ribasso dello spread, sceso di quasi 100 punti base dalla celebre conferenza stampa tenutasi al Papete con cui l’ex ministro dell’Interno ha dato il via alla crisi di Governo. Il differenziale era a 239 punti base il 9 agosto, è sceso a 141 punti il 27 settembre, dopo aver toccato un minimo di 133 punti base il 13 settembre.

L’abbassamento dello spread “andandosi a sommare alla riduzione dei tassi internazionali, ha drasticamente ridimensionato l’onere per il debito pubblico e, potenzialmente, anche per famiglie e imprese”, analizza Prometeia. 

La riduzione del rischio Paese, insieme alla politica monetaria più accomodante voluta da Draghi prima del suo addio alla Bce, porteranno secondo l’associazione presieduta da Paolo Onofri, a un rendimento dei Btp decennali pari a 68 punti base nella media del triennio 2020-2022, “scontando uno spread medio rispetto al decennale tedesco di 118 punti base. Il peso degli interessi passivi sul bilancio potrà diminuire così tra il 2018 e il 2022 di oltre mezzo punto percentuale di Pil”. Facendo un rapido calcolo, queste dinamiche potrebbero portare un risparmio di otto miliardi e mezzo di euro.

DEBITO E DEFICIT 

Nonostante i margini di manovra rimangano esigui, Prometeia prevede l’apertura di una fase favorevole durante la quale cominciare a ridurre il debIto pubblico, arrivando al 131,2% del PIL entro il 2022. 

Per quanto riguarda il deficit, tra calo dello spread e compensazione della clausole di salvaguardia, l’associazione prevede per il prossimo anno un disavanzo al 2,1%, con una manovra, come detto, da 14 miliardi netti.

PIL

Per quanto riguarda il prodotto interno lordo, Prometeia rivede al rialzo le previsioni di crescita del 2020, portandole a +0,6% dal +0,5% di luglio. Una previsione basata sia sul fatto che l’anno prossimo andranno a regime gli effetti espansivi della Manovra 2019 (reddito di cittadinanza in primis) sia sulle promesse relativa alla volontà di ridurre il cuneo fiscale. 

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