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PROMETEIA-INTESA SANPAOLO: La competitività dell’export sostiene il manifatturiero italiano

ANALISI PROMETEIA-INTESA SANPAOLO – Nell’attuale fase di recessione, le esportazioni stanno limitando la contrazione del fatturato manifatturiero italiano – Il dato più importante sul piano della competitività delle nostre imprese arriva dagli Stati Uniti, in particolare dal sistema moda ma anche dal settore della meccanica.

PROMETEIA-INTESA SANPAOLO: La competitività dell’export sostiene il manifatturiero italiano

Nell’attuale fase di recessione, le esportazioni stanno limitando la contrazione del fatturato manifatturiero. Nonostante il rallentamento del commercio mondiale, la ritrovata competitività internazionale dell’industria italiana sta permettendo alle vendite all’estero di mantenere una dinamica positiva. Buoni risultati si riscontrano verso un ampio numero di paesi, sia quelli con una domanda ancora in espansione, sia quelli in rallentamento.

Il dato più importante sul piano competitivo arriva dagli Stati Uniti, verso cui le imprese italiane hanno indirizzato nei primi cinque mesi del 2012 manufatti per un valore complessivo superiore ai 10 miliardi di euro. Favoriti i beni di consumo, in particolare quelli del sistema moda, anche grazie al deprezzamento dell’euro che amplia la platea di potenziali acquirenti dei tradizionali beni del Made in Italy. Il mercato statunitense si sta caratterizzando anche per una ripresa della domanda di beni strumentali e intermedi, segnale forse di un processo di re-industrializzazione che potrà contribuire a ridisegnare le rotte degli scambi internazionali nel prossimo futuro. Anche in questi settori, e in particolare nella meccanica, le imprese italiane hanno ben colto le opportunità offerte dal mercato.

Andamenti generali di mercato meno positivi ma con segnali incoraggianti per la competitività dell’industria italiana caratterizzano le esportazioni verso Cina e Germania. Il gigante asiatico, complice anche il rallentamento della domanda mondiale, ha intrapreso nei primi mesi del 2012 una forte correzione al ribasso delle importazioni di manufatti, in particolare nei beni più legati all’attività industriale e di infrastrutturazione, come meccanica ed elettrotecnica, condizionando così l’export complessivo italiano specializzato in questi settori. Dati estremamente positivi si segnalano invece per mobilicomponentistica autofarmaceutica e, soprattutto,sistema moda. Sembra, pertanto, che gli imprenditori italiani stiano sfruttando al meglio la transizione dell’economia cinese verso un modello di sviluppo maggiormente incentrato sui consumi, realizzando importanti guadagni di quote sull’import cinese di questa tipologia di beni.

Una flessione caratterizza invece le importazioni tedesche. Anche in questo caso, pur in un quadro di peggioramento rispetto al 2011, i nostri produttori stanno reagendo con un’intensificazione degli sforzi per un maggior presidio di quello che resta il primo sbocco commerciale dell’Italia, conquistando nuovi spazi di mercato in settori quali meccanica, prodotti e materiali per le costruzioni, elettronica, farmaceutica e alimentare e bevande.

Le buone notizie per l’export italiano non si limitano ai maggiori mercati mondiali ma riguardano anche paesi quali Canada e Messico (confermando l’area Nafta come una delle più ricettive per le merci italiane), Giappone (in piena fase di recupero post tsunami), Regno Unito, Svizzera, Russia e Medio Oriente. La crescita su questi mercati, in particolare per meccanica, farmaceutica, componentistica auto e sistema moda, compensa le perdite subite in altri importanti paesi emergenti, caratterizzati da debolezza della domanda nei primi mesi del 2012, quali Brasile, Turchia e India.

Difficoltà sui paesi Uem e soprattutto sul mercato domestico

Dati negativi provengono, invece, dalle esportazioni verso la maggior parte dei paesi dell’area euro, segnalando l’allargamento delle difficoltà dalle economie periferiche a tutta l’Unione Monetaria, Germania inclusa, con prospettive di peggioramento nel resto dell’anno. 

Ma la situazione è critica soprattutto sul fronte domestico, con flessioni del fatturato diffuse a gran parte dei settori. Solamente l’alimentare e bevande evidenzia un contributo ancora positivo della componente interna (Figura 3), mentre le filiere dei metalli e i beni d’investimento appaiono maggiormente in difficoltà, penalizzati dalla debolezza dei settori a valle non in grado di cogliere le opportunità sui mercati esteri (costruzioni) o in crisi strutturale (auto).

Il terremoto ha colpito un’area a elevata vocazione industriale

Ai problemi di domanda si sono aggiunti quelli dei terremoti che, a fine maggio, hanno colpito, per la prima volta in Italia, un’area ad altissima densità manifatturiera, sommando così al conto tragico delle perdite umane e architettoniche anche i danni al patrimonio industriale. Ristabilire velocemente condizioni operative accettabili a tutela della sicurezza dei lavoratori e della continuità produttiva è quindi una priorità, per evitare che le imprese dell’area finiscano “fuori mercato”, in un contesto di relazioni di filiera, anche a livello internazionale, mai così turbolente e mutevoli come negli ultimi mesi.

Una schiarita sul versante dell’accesso al credito

Oltre al rallentamento della domanda interna ed europea, tra fine 2011 e inizio 2012 le imprese italiane avevano dovuto sperimentare anche condizioni di accesso al credito più restrittive. La crescita dei tassi bancari, la scarsa liquidità complessiva del sistema finanziario e conti aziendali mediamente non ancora tornati a livelli accettabili dopo il 2009 hanno contribuito, al pari della debolezza della domanda, a penalizzare le imprese manifatturiere.

Le informazioni qualitative più recenti (Figura 4) sembrano però indicare che, nonostante le tensioni finanziarie internazionali, le condizioni di accesso al credito stiano lentamente migliorando, facilitando la gestione dei fabbisogni delle imprese per l’attività ordinaria e per gli investimenti, soprattutto di natura commerciale, necessari a presidiare con sempre maggior efficacia e continuità i mercati internazionali.

Presidio dei mercati esteri e accesso al credito i cardini strategici per l’industria italiana

La presenza sui mercati internazionali, per cogliere tutte le opportunità offerte dalla domanda mondiale, e l’equilibrio finanziario, per non essere troppo dipendenti dall’andamento del mercato del credito, appaiono le due grandi leve che contribuiscono a polarizzare le performance di crescita e reddituali delle imprese italiane. Proprio intorno a questi due assi si giocheranno in futuro le possibilità di sviluppo del manifatturiero italiano, rafforzato sotto il profilo della competitività globale ma, a quasi quattro anni dall’avvio della grande recessione, indebolito sotto quello delle condizioni economico-finanziarie.


Allegati: Sintesi_Stampa_ASI_luglio_2012.pdf

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