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Programma Pd, Renzi: “100 piccoli passi concreti per l’Italia”

Il segretario dem presenta il programma elettorale e attacca gli avversari: “Il reddito di cittadinanza è un incentivo a licenziarsi. La flat tax conviene solo ai ricchi” – Tra le misure proposte, l’estensione degli 80 euro alle famiglie, il taglio del cuneo fiscale, il salario minimo garantito e la pensione di garanzia per i giovani.

Programma Pd, Renzi: “100 piccoli passi concreti per l’Italia”

“Vogliamo fare un esperimento faticosissimo e difficilissimo, rivendicando un metodo totalmente diverso dal passato. Gli altri lanciano le proposte più assurde? Noi proponiamo 100 piccoli passi in avanti per l’Italia. Cento piccole cose concrete e realizzabili. Ma lo facciamo partendo da 100 cose che abbiamo fatto. Prima di parlare di nuove riforma bisogna avere il coraggio di dire che cosa hai fatto di concreto. Per 100 passi in avanti che vogliamo fare ci saranno 100 cose che abbiamo fatto, che abbiamo raggiunto”. Con queste parole il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha aperto oggi i lavori della conferenza per la presentazione del programma del Partito Democratico, organizzata all’Opificio Golinelli di Bologna.

I VACCINI RESTINO FUORI DALLA CAMPAGNA ELETTORALE

“Ancora questa mattina abbiamo ascoltato un dibattito allucinante sui vaccini – ha continuato Renzi – Uno dei leader dello schieramento avversario, Matteo Salvini, in una strana corrispondenza di amorosi sensi con il sindaco di Roma, Virginia Raggi, metteva in discussione una legge sui vaccini che dovrebbe stare fuori dalla campagna elettorale. A chi ci dice che siamo i primi a parlarne proponiamo un patto: noi smettiamo di parlare di vaccini in campagna elettorale, ma in cambio voi smettete di dire assurdità sull’obbligatorietà dei vaccini”.

IL REDDITO DI CITTADINANZA È UN INCENTIVO A LICENZIARSI

In riferimento alla polemica sui braccialetti brevettati da Amazon per controllare i lavoratori, il segretario dem ha risposto alle accuse lanciate dal leader del M5S, Luigi Di Maio: “Qualcuno ha attribuito al Jobs Act certe scelte di una grande multinazionale – ha detto Renzi – Si dà al Jobs Act la colpa di tutto. Sembra che il dibattito politico sia incentrato su questioni non concrete. Noi vogliamo tornare al pragmatismo. Noi ricordiamo il rischio di ricadere nel tunnel dello spread. Noi non spareremo cifre a caso, come i 100 miliardi per il reddito di cittadinanza. Noi abbiamo introdotto incentivi alle assunzioni, mentre il reddito di cittadinanza, che darebbe 1.600 euro al mese a chiunque abbia due figli anche se non fa nulla, sarebbe un incentivo a licenziarsi”.

FLAT TAX: PERCHÉ ABBASSARE LE TASSE AI RICCHI E NON AI POVERI?

Infine, il segretario dem ha lanciato anche una stoccata contro il centrodestra, e in particolare contro la misura di punta del programma tardato Froza Italia: “Dall’altro lato c’è chi parla di flat tax – ha ricordato Renzi – Ma perché dovremmo abbassare le tasse a chi guadagna tanti soldi e non farlo a chi invece fatica ad arrivare alla fine del mese?”.

REI, PIANO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA E CONTRASTO ALLA POVERTÀ

Sul fronte degli interventi, uno degli estensori del programma, Tommaso Nannicini, ha parlato della necessità di “sanare fratture generazionali, sociali e di genere” con un’azione “di riforme e di interventi che ci consenta di stare in Europa da protagonisti”.

In particolare, in tema di politiche sociali, il Pd propone un piano per la non autosufficienza “per uno sguardo a lungo termine contro l’invecchiamento della popolazione”, un intervento strutturale per il contrasto alla povertà il raddoppio delle risorse per il reddito di inclusione.

ESTENSIONE DEGLI 80 EURO

Per quanto riguarda il capitolo fiscale, il programma prevede di aumentare il sostegno alle famiglie più povere e di stanziare 10 miliardi per estendere gli 80 euro alle famiglie con figli. Si tratterebbe di un assegno universale che coprirebbe tutte le famiglie, a prescindere da reddito e lavoro.

SALARIO MINIMO UNIVERSALE E TAGLIO DEL CUNEO FISCALE

Sul versante del lavoro, Nannicini ha rilanciato la sfida del “salario minimo universale”, ma ha sottolineato anche la necessità di “rafforzare la funzione di garanzia della contrattazione collettiva”. Uno dei punti qualificanti del programma prevede di ridurre strutturalmente il costo del lavoro in modo stabile (4 punti in 4 anni), riducendo il cuneo dal 33 al 29%.

PENSIONE DI GARANZIA PER I GIOVANI

Altra questione centrale è quella che riguarda la pensione di garanzia per i giovani, perché “chi sta nel sistema contributivo deve avere la certezza di un assegno parametrato agli anni di contributi”.

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