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Professionisti: reddito crollato del 22,6% in 10 anni

Secondo un’indagine di Confcommercio il numero dei professionisti è aumento grazie alla spinta delle professioni ordinistiche – Reddito medio pro capite pari a 16.600 euro

Professionisti: reddito crollato del 22,6% in 10 anni

Cresce il numero dei liberi professionisti in Italia, ma crolla il loro reddito. Questi i principali dati emersi dall’indagine diffusa dall’Ufficio Studi di Confcommercio in occasione del convegno “Professionisti tra emergenza e rilancio”.

In totale nel nostro Paese sono 1,4 milioni i liberi professionisti, il 6,2% degli occupati complessivi. Dal 2008 al 2018 il loro numero è cresciuto del 24,2%, trainato soprattutto dai professionisti non ordinistici (+71,6%), arrivati ormai a quota 390mila unità e attivi per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,2%).

Dal punto di vista economico, il reddito dei professionisti non ordinistici è aumentato di oltre il 10% in 10 anni, arrivando a 6,5 miliardi di euro, ma è se si guarda il dato pro capite che arriva la mazzata. Dal 2008 al 2018, il reddito medio pro capite è sceso del 22,6% a 16.600 euro. 

“Tra i professionisti non iscritti ad albi o ordini rientrano guide turistiche, amministratori di condominio, formatori e figure emergenti delle nuove professioni, come designer, professionisti Ict, consulenti e formatori di management, wellness coach, wedding planner”, spiega Confcommercio.

Più della metà di questi lavoratori è occupata in attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione. Tornando agli incrementi, tra il 2008 e il 2018 ad aumentare sono state soprattutto le attività complementari dei servizi alla persona, all’istruzione (+195%) all’assistenza sociale (+123%) e al tempo libero (+93%). 
“C’e’ bisogno di politiche su misura per il lavoro autonomo professionale – afferma Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni – e in questo momento va sostenuta la sopravvivenza delle attività con interventi mirati e immediati, ma per il futuro occorrono autentiche riforme strutturali che favoriscano la competitività a garanzia della scelta di autonomia e indipendenza di ogni professionista”.

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