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Primo maggio 2022: l’iconico Quarto Stato di Pelizza da Volpedo esposto a Palazzo Vecchio a Firenze

In occasione del 1° maggio, Festa Internazionale dei Lavoratori, il Comune di Firenze – Museo Novecento in collaborazione con il Comune di Milano, espone nel cuore di Palazzo Vecchio, all’interno del Salone dei Cinquecento, la grande tela di Pelizza da Volpedo Il Quarto Stato (1898-1902)

Primo maggio 2022: l’iconico Quarto Stato di Pelizza da Volpedo esposto a Palazzo Vecchio a Firenze

Per questa occasione del 1° maggio, l’opera di Pelizza da Volpedo viene esposta a Firenze, dove esattamente l’artista soggiornò frequentando l’Accademia di Belle Arti, sotto l’insegnamento di Giovanni Fattori.

Il Quarto Stato, resterà a Firenze in prestito da Milano fino a fine giugno e porta nel cuore del Governo cittadino un’opera che è un simbolo potente della storia della lotta dei lavoratori per l’affermazione dei propri diritti. La marcia dei braccianti di Pellizza da Volpedo che chiedono pane e dignità porta con sé non solo il valore culturale ma diventa un evento, una performance che avrà una risonanza che va al di là dei valori artistici ed espressivi propriamente detti contenuti nella tela: il Quarto Stato diventa così un messaggio che lega l’arte con gli ambiti sociali, economici e lavorativi. Un prezioso prestito che pone le basi per una duratura e significativa collaborazione tra le città di Firenze e Milano.

L’opera Il Quarto Stato frutto di un lungo periodo creativo durato 10 anni e che rappresenta il mondo del lavoro, appartiene al Comune di Milano dal 1920 ed è stata esposta a Palazzo Marino, alla Galleria di Arte Moderna e dal 2010 è custodita al Museo del Novecento di Milano

Il primo bozzetto dell’opera sul tema dello sciopero (Ambasciatori della fame) risale al 1891 ed era già ambientato nella piazza della natia Volpedo.

Ambasciatori della fame costituisce la prima tappa del percorso che condurrà poi alla redazione finale del Quarto Stato

In seguito l’artista giunse a realizzare la versione la Fiumana oggi alla Pinacoteca di Brera. Pellizza, ma insoddisfatto decise di occuparsi di una nuova tela Il cammino dei lavoratori, che riduceva il numero delle figure sullo sfondo ma ne aumentava dei personaggi in primo piano rendendoli più monumentali e realistici. Il Quarto Stato viene presentato per la prima volta nel 1902 all’Esposizione internazionale di arte decorativa moderna di Torino.

Particolare del dipinto

Il dipinto è una risposta ai sanguinosi eventi milanesi del 1898 (quando, durante i moti popolari, il generale Bava Beccaris fece sparare sulla folla provocando una strage) e risente profondamente del socialismo umanitario dell’artista. Le persone in primo piano appaiono in una pacifica protesta volti ad un futuro migliore.

Successivamente al debutto non di successo del 1902, si parlerà ancora di questa opera durante gli scioperi operai dopo la vittoria dei socialisti radicali alle elezioni politiche del novembre 1919 di Milano e ancora alla pubblicazione del primo catalogo nel 1935 dove l’opera viene descritta come “due uomini e una donna con un bambino tra le braccia”.

Giuseppe Pellizza da VolpedoIl Quarto Stato, 1901, olio su tela, 293 X 545 cm. 
Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo – opera che rappresenta
le rivendicazioni dei lavoratori di fine Ottocento.

Con Il Quarto Stato si conclude il concetto della figurazione nell’arte e inizia un’epoca sotto il segno della contestazione. Un dipinto che esprime con determinazione la folla che marcia verso un futuro di progresso e riscatto. 

Dacché ebbi la prima idea del mio quadro, e sono già parecchi anni, non mi sono mai sentito tiepido nell’ammirazione per questi buoni e forti e intelligenti lavoratori che ho cercato glorificare. Debbo a tale stato dell’animo mi se ho potuto, superando le molte difficoltà che incontrai, portare il quadro al punto ch’è attualmente… Nei tempi che corrono in cui ogni manifestazione dell’ingegno usasi considerare colle false lenti dei partiti l’opera dell’uomo libero corre rischio di essere fraintesa”. (lettera ad un conoscente del 28 settembre 1900

Dario Nardella, Sindaco di Firenze: “La marcia silenziosa e compatta dei braccianti del Quarto Stato è più contemporanea e attuale che mai. In un periodo di grande incertezza e difficoltà come quello che stiamo vivendo, il capolavoro di Pellizza da Volpedo ci ricorda che il lavoro è motore sociale insostituibile, strumento di libertà e indipendenza non solo economica, ma anche identitaria e personale di ogni individuo. A Milano siamo molto legati a questa opera, perché mette al centro il popolo, il lavoro e i diritti. Acquistato dai cittadini nel 1920, grazie a una raccolta fondi promossa dal sindaco socialista Emilio Caldara, il quadro è stato esposto a Palazzo Marino, alla Galleria di Arte Moderna e dal 2010 è al Museo del Novecento. In occasione del Primo Maggio, festa del Lavoro, siamo felici di poter condividere il messaggio di forza e speranza che questo corteo sprigiona con la città di Firenze e i visitatori del Salone dei Cinquecento. La collaborazione avviata con la mostra sulle “Tre Pietà” continua proficua grazie a questa opera iconica, che chiude l’Ottocento e apre l’arte del secolo breve. E proseguirà nel corso dei prossimi anni con progetti incentrati sul prestito reciproco di opere d’arte e iniziative culturali congiunte, dal profondo valore simbolico.

Giuseppe Sala, Sindaco di MilanoNel solco della collaborazione culturale avviata dalla mostra ‘Le Tre Pietà’, ancora in corso presso il Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, il Comune di Milano, che lo custodisce con orgoglio nel proprio patrimonio civico, ha deciso di concedere in prestito temporaneo a Firenze, in occasione della Festa del Lavoro e dei Lavoratori, il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Frutto di un iter progettuale lungo e complesso, quest’opera è un epigono della pittura divisionista, icona dell’arte italiana a cavallo tra Otto e Novecento. La rappresentazione della marcia pacifica dei braccianti che incedono o procedono compatti verso lo spettatore, dà nuovo senso alla concezione dell’arte, che da questo punto in poi diventa anche strumento di denuncia e veicolo di speranza. Se idealmente costituisce l’opera-cerniera tra Otto e Novecento, artisticamente il Quarto Stato è un capolavoro senza tempo e, contemporaneamente, tra le opere più piene della loro epoca, rappresentazione per eccellenza dell’aspirazione di ogni lavoratore a una vita dignitosa e più giusta. Questo progetto, condiviso tra Milano e Firenze anche nella curatela, consentirà ai cittadini fiorentini e ai moltissimi turisti che visitano la città l’opportunità eccezionale di ammirare un’opera straordinaria, approfondendo dal punto di vista storico e artistico uno snodo fondamentale nella storia italiana e europea: il passaggio dalla società agricola a quella industriale, che cambiò sostanzialmente ogni aspetto della vita del nostro paese generando istanze destinate a cambiarne il volto definitivamente.

Giuseppe Pelizza nacque a Volpedo (in provincia di Alessandria) nel 1868.
I suoi genitori erano piccoli proprietari terrieri e, dato che sin da piccolo aveva dimostrato di avere un talento particolare per il disegno, lo educarono nelle migliori accademie italiane. All’Accademia di Brera sarà allievo di Francesco Hayez, poi studiò a Roma, Firenze, Bergamo e infine Genova, ma fu sempre insoddisfatto della formazione ricevuta, ciò lo portò a viaggiare continuamente fino a compiere un viaggio a Parigi in occasione dell’Esposizione Universale del 1889. Nel 1891 espone alla Triennale di Milano e nel 1895 partecipa alla 1a Biennale di Venezia con le opere Processione e Ritratto della signora Sofia Abbiati. Infine nel 1901 conclude il suo capolavoro, l’opera a cui aveva dedicato molti anni di studi e fatiche: il Quarto Stato, l’opera destinata a diventare un’icona della lotta sociale del proletariato. Soprattutto dopo che la pubblicazione su “Avanti della Domenica” nel 1905.Giuseppe Pellizza da Volpedo muore suicida nel 1907.

Domenica 1° maggio, in occasione della Domenica Metropolitana, per tutti i residenti della Città Metropolitana di Firenze sarà possibile visitare l’opera di Giuseppe Pellizza da Volpedo a Palazzo Vecchio gratuitamente. Ingressi disponibili fino ad esaurimento posti.

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