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Portogallo: torna a crescere il Pil, ma lo spettro della recessione non se ne va

Dopo due anni in rosso, Lisbona vede aumentare il Prodotto interno lordo dell’1,1% – La disoccupazione scende dal 17,7% al 16,4% – Le previsioni per il futuro però sono ancora negative – A giugno 2014 potrebbe servire un ulteriore piano di aiuti

Portogallo: torna a crescere il Pil, ma lo spettro della recessione non se ne va

Dopo più di due anni di recessione, Lisbona torna a respirare, anche se qualche nube rimane all’orizzonte. Nel secondo trimestre, il Prodotto interno lordo è aumentato dell’1,1% e il tasso di disoccupazione è passato dal 17,7% al 16,4%. Ma la crisi non si può dire ancora finita.

La crescita, quest’anno, forse rimarrà sotto zero. Il Pil potrebbe vedere un calo del 2,1% o anche del 2,3% e mantenere il Paese nel limbo della recessione per il terzo anno consecutivo. Il premier Pedro Passos Coelho non vuole farsi illusioni: “Nessuno può dare per scontato l’uscita dalla crisi”, aveva dichiarato ad agosto.

La spada di Damocle che grava sul Portogallo ha le sembianze di un nuovo piano di aiuti finanziari, che Lisbona sarebbe costretta a chiedere a Unione europea e Bce nel giugno 2014. “L’imponenza della richiesta dipenderà dalla situazione economica del Paese”, spiega il quotidiano portoghese Diario De Noticias, che stima che – qualsiasi cosa accada – si tratterà di un piano più pesante di quello irlandese. Se nel caso di Dublino si trattava di una “precauzione”, nel caso dello stato iberico si tratterà piuttosto di una “necessità”. Differenze semantiche che implicano svariati zeri in più.

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