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Porto Tolle: condannati Franco Tatò e Paolo Scaroni a 3 anni, assolto Fulvio Conti

I manager, che si sono avvicendati alla guida di Enel, sono stati condannati a 3 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per il disastro ambientale causato dalla centrale veneta – Un duro colpo per i due che ora diventano “incandidabili” alla guida delle partecipate pubbliche e che annunciano ricorso i- Assolto Fulvio Conti

Porto Tolle: condannati Franco Tatò e Paolo Scaroni a 3 anni, assolto Fulvio Conti

La grana, stavolta, non riguarda i compensi, ma l’effettiva possibilità di continuare a essere, in futuro, manager pubblici. Protagonisti, ancora una volta, due top manager del calibro di Franco Tatò e Paolo Scaroni. Il primo ha una storia imprenditoriale che va da Enel a Parmalat. Il secondo, anch’esso alla guida del colosso di Stato dell’energia elettrica, è attualmente al vertice di Eni ma soprattutto è in scadenza di nomina. In comune Tatò e Scaroni hanno ora una condanna in primo grado per il disastro ambientale della centrale di Porto Tolle, in Veneto.
Il tribunale di Rovigo ha infatti condannato a tre anni di reclusione Tatò e Scaroni, i due manager che ricoprivano la carica di amministratori delegati all’epoca dei fatti. Per entrambi è scattata anche la pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Si salva, invece, Fulvio Conti – attuale ad di Enel – assolto per mancanza di elemento soggettivo.

La corte ha di fatto recepito la tesi avanzata dal pubblico ministero Manuela Fasolato: un rapporto tra le emissioni in eccesso della centrale e i danni alla salute e all’ambiente. Nel dettaglio, l’azienda non avrebbe installato le apparecchiature che avrebbero potuto misurare l’impatto delle emissioni della vecchia centrale, alimentata a olio combustibile. E questo avrebbe causato l’aumento delle malattie respiratorie dei bambini. Un dato confermato dalle analisi successive dell’Istituto dei Tumori del Veneto. Secondo una stima dell’istituto Ispra, i danni stimati sono di 3,6 miliardi di euro.

L’accusa chiedeva 7 anni di reclusione e interdizione perpetua per Tatò, ad dal 1996 al 2002, e 5 anni e 3 mesi e interdizione perpetua per Scaroni, al vertice dal 2002 al 2005. Per Fulvio Conti erano stati chiesti 3 anni di carcere e 5 di interdizione.

“Sono completamente estraneo alla vicenda e farò immediatamente ricorso”, ha dichiarato a caldo Scaroni. “Sono stupefatto da questa decisione – aggiunge l’ad di Eni – come dimostrato dalle difese la centrale Enel di Porto Tolle ha sempre rispettato gli standard in vigore, anche all’epoca dei fatti contestati”.

Tiepide le reazioni in Borsa dei titoli delle aziende guidate dai due. Enel, intorno alle 18, perde lo 0,15%, Eni guadagna lo 0,17%.

I nomi di Franco Tatò, noto alle cronache come il duro Kaiser Franz dei risanamenti economici, e di Paolo Scaroni sono apparsi negli ultimi giorni nell’ambito delle polemiche sui compensi dei supermanager pubblici. Ma i problemi che si aprono adesso con la condanna di primo grado investe a pieno titoilo le nomine future, specie nel caso di Scaroni.

Nei giorni scorsi, infatti, il ministero dell’Economia ha inviato una lettera a Enel, Eni e Finmeccanica e ad altri gruppi pubblici in scadenza, in vista delle nomine delle partecipate. Il Tesoro ha chiesto “introdurre nello statuto sociale un’apposita clausola in materia di requisiti di onorabilità”. Tradotto in altri termini, niente amministratori sotto processo o condannati anche con una sentenza non definitiva.

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