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Pnrr, UPB: “Rispettare il programma di spesa per non compromettere la crescita”

L’Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea che “sono da valutare attentamente gli spazi di manovra che saranno disponibili” per coniugare crescita e calo del debito

Pnrr, UPB: “Rispettare il programma di spesa per non compromettere la crescita”

Bisogna evitare che il programma di spesa previsto nel Pnrr “venga disatteso”, perché questo avrebbe “conseguenze sul percorso di crescita dell’economia indicato nella” Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio in un Focus pubblicato oggi sulle prospettive della finanza pubblica nello scenario a legislazione vigente presentato prima nella Nadef e poi nel Documento programmatico di bilancio, che di recente l’Italia ha trasmesso all’Ue.

In particolare, secondo l’UPB, “la realizzazione della crescita attesa per gli investimenti nel 2023 (+33,8 per cento) necessiterà di uno sforzo straordinario da parte di tutti i soggetti attuatori”.

Deficit in altalena nei prossimi anni

Quanto ai principali aggregati di finanza pubblica, l’Ufficio parlamentare di bilancio scrive che “il rapporto deficit-PIL calerebbe al 5,1 per cento nel 2022 (dal 7,2 del 2021), per poi scendere ancora al 3,4 nel 2023, risalire appena al 3,5 nel 2024 e riscendere al 3,2 nel 2025”.

Debito: il calo rallenta, ma va meglio del previsto

Il rapporto debito-PIL, invece, “continuerebbe a scendere in modo consistente anche nel 2022 (al 145,4 per cento, dal 150,3 del 2021) e a ritmi inferiori in ognuno degli anni seguenti: al 143,2 per cento nel 2023, al 140,9 per cento nel 2024 e al 139,3 per cento nel 2025”. Questo percorso, continua l’UPB, “risulta più favorevole di quello indicato nel DEF, dove a fine periodo il rapporto era pari a oltre il 141 per cento”.

Il saldo primario torna in attivo con due anni di anticipo

Il risultato migliore delle attese sul fronte del debito è possibile anche perché il saldo primario (al netto cioè della spesa per interessi) “tornerebbe in avanzo già dall’anno prossimo (0,5 per cento del PIL nel 2023, 0,2 nel 2024 e 0,7 nel 2025), con un anticipo di due anni rispetto a quanto previsto nel DEF”, si legge ancora nel Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio.

La situazione nel 2025

Quindi, nel 2025, anno finale della previsione, il deficit-PIL risulta ancora superiore alla soglia europea del 3 per cento, mentre il debito-PIL è più elevato di oltre cinque punti percentuali rispetto a quello pre-pandemico del 2019. Occorre però sottolineare che questi dati sono contenuti in una previsione tendenziale a legislazione vigente, che quindi non considera né le spese proprie delle politiche invariate (dai rinnovi contrattuali del pubblico impiego al rifinanziamento delle missioni internazionali), né eventuali nuovi provvedimenti (come un’ulteriore tornata di sostegni contro il caro energia).

UPB: “Attenzione agli spazi di manovra”

Di conseguenza, “sono da valutare attentamente gli spazi di manovra che saranno disponibili – conclude l’UPB – per garantire allo stesso tempo il raggiungimento degli obiettivi di politica economica e la prosecuzione del percorso di rientro del rapporto tra debito pubblico e PIL (sia nel breve sia nel medio-lungo termine)”.

Leggi il testo integrale del Focus Upb.

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