Si accende lo scontro interno a Pirelli dopo l’interruzione delle trattative per cercare di trovare una soluzione agli ostacoli che il gruppo potrebbe incontrare negli Usa. Da un lato Sinochem, primo azionista della società con una quota del 37% che sulla carta controlla il gruppo della Bicocca tramite Marco Polo International Italy. Dall’altra la stessa azienda, il suo secondo azionista (26,4%) Camfin e il vice presidente esecutivo del gruppo Marco Tronchetti Provera. Nodo del contendere: il mancato accordo sulla discesa nel capitale di Sinochem dopo il divieto Usa alla vendita di mezzi connessi con software legati a Cina e Russia che pesa come un macigno, considerando che gli Stati Uniti per Pirelli rappresentano il 40% del mercato di alto valore.
Le critiche di Sinochem
Mercoledì scorso Pirelli aveva reso noto che Sinochem aveva respinto una proposta per risolvere la questione, mentre la Camfin di Marco Tronchetti Provera aveva detto di essere pronta a rivedere il patto di sindacato con Pechino.
Due giorni dopo è arrivata la risposta dei cinesi, secondo cui “la proposta di Pirelli è stata da noi respinta ma perché potenzialmente dannosa per Pirelli e, nel complesso, gravemente iniqua e squilibrata nei confronti di tutti gli azionisti di Pirelli (inclusa Mpi) ad eccezione di Camfin”, accusa Sinochem.”. Parole arrivate all’indomani del cda sui risultati trimestrali, al termine del quale il gruppo della Bicocca aveva comunicato che le trattative con Sinochem si erano concluse senza successo.
Poi l’accusa diretta a Camfin, la finanziaria di Marco Tronchetti Provera: “Respingiamo con fermezza le accuse prive di fondamento” ed “esprimiamo preoccupazione circa le reali finalità perseguite da Camfin e circa i potenziali conflitti di interesse di soggetti che ricoprono un duplice ruolo chiave in entrambe le società Pirelli e Camfin”.
La replica di Pirelli
Nel giro di poche ore è arrivata anche la controreplica del management Pirelli, secondo cui “le proposte presentate a Sinochem al fine di superare i temi normativi negli Stati Uniti erano esclusivamente e ovviamente – a differenza di quanto affermato – nell’interesse della società e rispettose di quello di tutti gli azionisti”.
“Il presunto sostegno a Pirelli richiamato da Marco Polo non si è concretizzato in alcuna proposta alternativa presentata al management, ma in una proposta inviata esclusivamente al Golden Power che, nonostante Pirelli ne avesse fatto richiesta a Marco Polo, quest’ultima ha deciso di non condividere”, aggiunge il gruppo della Bicocca, sottolineando che “gli ottimi risultati conseguiti da Pirelli in questi anni, grazie alle strategie implementate dal suo management, hanno permesso di creare valore a beneficio di tutti gli azionisti, compresa la stessa Sinochem”. Pirelli “rimane aperta a esplorare soluzioni che possano consentirle la piena compliance con le regole anche del mercato americano e continuera’ a fare quanto in suo potere per tutelare lo sviluppo della societa’ in un mercato strategico come quello degli Stati Uniti”, conclude la nota.