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Pirelli migliora tutti gli indicatori di sostenibilità

Crescita dei ricavi da prodotti Green Performance, riduzione del prelievo di acqua, incremento del recupero dei rifiuti, 8,3 giorni l’anno di formazione per ogni dipendente, nuove partnership con fornitori strategici di gomma naturale: sono questi i principali risultati della strategia di sostenibilità della Pirelli.

Pirelli migliora tutti gli indicatori di sostenibilità

Crescita dei ricavi da prodotti Green Performance, riduzione del prelievo specifico di acqua, incremento del tasso di recupero dei rifiuti, giorni di formazione per i dipendenti oltre il target del piano industriale, nuove partnership con fornitori strategici di gomma naturale, a supporto dei produttori di gomma naturale e a tutela della biodiversità. Sono questi i principali risultati della strategia di Sostenibilità di Pirelli, declinata attraverso le diverse dimensioni aziendali: economica, ambientale e sociale. Dal 2009, anno base per gli obiettivi di sostenibilità di medio-lungo periodo che Pirelli si è posta, sono significativi i progressi compiuti nello sviluppo e realizzazione di prodotti Green Performance, nell’attenzione sempre crescente al contenimento degli impatti ambientali derivanti da tutto il ciclo di vita del pneumatico, nella diffusione della cultura della sicurezza e nel sostegno ai dipendenti e alle comunità esterne in cui l’azienda opera.

“Nel 2015, in particolare, – ha detto Filippo Bettini, chief of Sustainability and Risk Governance di Pirelli nel corso di un incontro oggi con i media – quasi la metà (48% rispetto al 46% registrato nel 2014) dei ricavi tyre di Pirelli è derivata da prodotti Green Performance, un livello quasi doppio rispetto al 2009, quando era pari al 25%, e superiore all’obiettivo del piano di sostenibilità 2013-2017 che puntava a raggiungere tale valore solo a fine dell’anno prossimo”. Risultati frutto dell’intensa attività di Ricerca & Sviluppo dei laboratori Pirelli, finalizzata a pneumatici sempre più avanzati a livello tecnologico e di performance ma allo stesso tempo in grado di assicurare migliori prestazioni ambientali grazie alla diminuzione della resistenza al rotolamento e della rumorosità. Gli investimenti in R&S sono annualmente superiori al 3% dei ricavi complessivi raggiungendo nel 2015 i 215 milioni contro i 205,5 del 2014 e i 133,3 milioni del 2009. 1. “Percentuale che sale al 5,4 sui prodotti avanzati di alto di gamma” ha tenuto a sottolineare Bettini che ha anche confermato come strategica la presenza di Pirelli in Formula 1 e una crescente attenzione anche per il segmento E, quello delle auto elettriche che avranno sempre più spazio nel prossimo futuro del mercato mondiale delle quattro ruote.

Tra i risultati più significativi dell’impegno a tutela dell’ambiente da parte del gruppo vi è la anche riduzione dei prelievi di acqua: nel 2015 Pirelli ha registrato un prelievo assoluto di acqua di poco superiore agli 11 milioni di metri cubi, con un calo del prelievo specifico del 3% rispetto al 2014 e del 42% rispetto al 2009. In cifre sono ben 30 milioni di metri cubi risparmiati, una quantità di poco inferiore al prelievo assoluto di acqua di tre anni di tutto il gruppo Pirelli. Nel corso dell’anno, inoltre, il tasso di recupero dei rifiuti è salito al 91%, con un incremento del 18% rispetto al 2009 e dell’1% rispetto al 2014.

Illustrati i traguardi raggiunti, Bettini si è proiettato sugli obiettivi prefissati per il 2020. Già superati quella dell’incidenza dei ricavi da Green Performance e della formazione pro-capite dei 37mila dipendenti (8,3 giorni nel 2015 ben oltre i 7 giorni previsti nel piano industriale per il medesimo anno). “Puntiamo in particolare – ha detto il manager Pirelli – a ridurre del 90% rispetto al 2009 l’indice di frequenza degli infortuni grazie ai continui investimenti in macchinari sempre più sicuri. A fine 2015 il calo aveva già raggiunto il 73%. A livello ambientale sono attesi, sempre rispetto ai valori del 2009, una riduzione del 15% delle emissioni di CO2, un calo del consumo specifico di energia del 18%, una flessione del 58% del prelievo specifico d’acqua e un tasso di recupero dei rifiuti superiore al 95%”. E’ un programma pienamente condiviso anche dal nuovo partner, la ChemChina? “Al 100 per cento – ha risposto Bettini spiegando come sia il presidente stesso del gruppo cinese il primo a manifestare in ogni suo intervento un’attenzione molto forte verso questi problemi. Ed essendo ChemChina un gigante strettamente collegato con lo Stato cinese, è la dimostrazione di come Pechino abbia imboccato la strada delle best practices di uno sviluppo sostenibile molto più velocemente degli stessi Stati Uniti”.

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