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Piemonte, distretti in crisi ma cioccolato e high tech si salvano

Secondo la consueta rilevazione del Servizio studi di Intesa Sanpaolo, i distretti tradizionali del Piemonte pagano l’effetto Covid ma restano più vitali che mai i poli tecnologici e il distretto del cioccolato e caffè

Piemonte, distretti in crisi ma cioccolato e high tech si salvano

Come se la passa il settore produttivo del Piemonte, una delle regioni più colpite dal Covid? A tracciare un prima quadro, in realtà parziale perché riferito al solo primo trimestre di quest’anno, è il Servizio studi di Intesa Sanpaolo, che come di consueto si è focalizzato sulla filiera dei 12 distretti industriali e dei due poli tecnologici del Piemonte. Ne è venuto fuori intanto che i due poli tecnologici chiudono il trimestre con un bilancio positivo: export in aumento di 34 milioni di euro (+9,3%), a cui il Polo ICT di Torino ha contribuito con un +19,1%, corrispondente a 29 milioni di euro, mentre il Polo aerospaziale del Piemonte con un +2,1%, pari a 4 milioni di euro.

Un po’ diversa invece la fotografia dei distretti tradizionali: bene l’agroalimentare, male l’industria. I distretti agro-alimentari, già in forte crescita nel 2019, hanno registrato un ulteriore incremento delle esportazioni dell’11%, trainati soprattutto dal vero e proprio exploit del distretto Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+75 milioni di euro, pari ad un incremento del 59,4%), ma non solo. Molto bene anche, in un trimestre pur sfiorato dall’inizio del lockdown, Vini delle Langhe, Roero e Monferrato (+20 milioni di euro, pari ad un incremento del 5,2%), Dolci di Alba e Cuneo (+12 milioni di euro, pari ad un incremento del 4,2%) e Riso di Vercelli (+9 milioni di euro, pari ad un incremento del 13%).

Se per questi settori si può dire che la pandemia è arrivata nel momento sbagliato, quando il business era al top, ma non sembra inizialmente aver fatto troppi danni, non lo stesso si può dire dei distretti manifatturieri, loro sì colpiti dalla crisi già nei dati che vanno da gennaio a marzo. Hanno subito i cali più marcati la meccanica (-18,7%), il sistema moda (-20,9%), in particolare -27,1% per l’Oreficeria di Valenza (-124 milioni di euro), -39,4% le Macchine utensili e robot industriali di Torino (-119 milioni di euro), -15,3% il Tessile di Biella (-77 milioni di euro), -17,4% le Macchine tessili di Biella (-4 milioni di euro). I mercati di sbocco sono andati tutti male, tranne – ma di poco e solo grazie all’agroalimentare – Francia (+3%), Germania (+2%) e Belgio (+3%).

Le proiezioni per il secondo trimestre 2020 fanno pensare ad una contrazione ancora più marcata delle esportazioni, e non solo, ovviamente, per i distretti piemontesi. “Ci sono però anche nuove prospettive di mercato da cogliere – ha commentato Teresio Testa, Responsabile della Direzione regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria – e ci sono in questa Regione le capacità per farlo. Mi riferisco all’economia green, per la quale Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 50 miliardi di finanziamenti specifici. Dobbiamo investire nell’ambiente e nel turismo, settore al quale offriamo dilazioni di pagamento fino a 36 mesi. Siamo pronti per acquisire il credito d’imposta per Ecobonus e Sismabonus: un’ottima opportunità per rinnovare il nostro patrimonio immobiliare e far ripartire il settore edile”.

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