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Piazza Affari maglia nera d’Europa dopo la bocciatura di Standar and Poor’s

La Borsa di Milano chiude in ribasso dello 0,74% – E’ il peggiore listino d’Europa, dopo il declassamento di Standard and Poor’s – Male le banche anche se guadagnano le popolari, sulla scia dell’invito di Visco a trasformarsi in Spa – Sale Fiat, dopo il successo del bond, mentre cade Rcs, il primo giorno di asta sull’inoptato dell’aumento di capitale

Piazza Affari maglia nera d’Europa dopo la bocciatura di Standar and Poor’s

Milano e le altre Borse europee chiudono in calo all’indomani del taglio del rating sull’Italia da parte di S&P. Ma la scure dell’agenzia di rating non ha travolto i mercati, così come ha fatto pochi danni sui titoli di Stato. Oggi il Tesoro è riuscito a collocare tutti i 7 miliardi di Bot a un anno, con una domanda in miglioramento a 1,56 volte da 1,49 (rapporto di copertura), anche se il rendimento medio è salito all’1,078% dallo 0,962% di giugno. Lo spread ha chiuso a quota 284 punti base Milano in calo dello 0,72%, Parigi -0,08%, Francoforte -0,11%, Londra -0,12%. L’umore sui listini è poi stato condizionato anche dai dati arrivati dalla Cina: le esportazioni sono diminuite in giugno del 3,1% su base annua, per un totale di 174,32 miliardi di dollari, e anche le importazioni sono scese dello 0,7%.

Ora gli operatori guardano alle minute della Fed della riunione dello scorso 19 giugno che saranno pubblicate in serata in cerca della parola “tapering”, il termine che si riferisce all’inizio della chiusura dei rubinetti degli stimoli. Wall Street nell’attesa rimane contrastata attorno alla parità. Perde terreno Apple dopo la decisione del giudice federale sul presunto cartello con gli editori per aumentare i prezzi dei libri digitali: la società di Cupertino per il giudice ha violato le norme Antitrust. Apple farà appello. Il cambio euro dollaro sale leggermente a 1,2840 dollari (+0,46%) mentre è rally per il petrolio Wti che quota in rialzo del 2% sopra i 105 dollari al barile.

A Piazza Affari sul Ftse Mib perde terreno Generali -2,32% che oggi ha collocato 15,5 milioni di azioni proprie per 217 milioni, circa l’1% del capitale, attraverso un bookbuilding accelerato, ad un prezzo di 13,95 euro per azione. Giù anche Finmeccanica -2,13% sulla scia degli arresti e le perquisizioni svolte oggi in tutta Italia da parte dei Finanzieri del Nucleo polizia tributaria di Roma nell’ambito dell’inchiesta Enav-Finmeccanica.

Contrastato il comparto bancario: Mediolanum -2,23%, Intesa Sanpaolo -2,06%, Unicredit -1,9%. In controtendenza Bpm che balza del5,93%, miglior titolo del Ftse Mib, Mediobanca +1,22% ,Banco Popolare +0,22%, Ubi +0,76%. Il mondo delle popolari sale dopo l’esortazione del governatore della Banca di Italia, Ignazio Visco, verso una loro trasformazione in Spa: Visco: La spa è ”il modello più coerente”, ”in grado di favorire l’apporto di capitale e la trasparenza dell’assetto proprietario e della governance”, ha detto. Mps +0,8%. “Sono molto soddisfatto dell’andamento del piano industriale: tutto quello che dipende da noi e’ stato fatto meglio e prima del previsto”, ha detto oggi il presidente Alessandro Profumo al termine dell’assemblea dell’Abi, aggiungendo che, in relazione al tetto del 4% al possesso azionario per gli azionisti diversi dalla Fondazione Mps che “coloro che vogliono mantenerlo sappiano che se si vuole tenere a banca a Siena il tetto al 4% va tolto”.

In luce la galassia Fiat. Il Lingotto chiude in rialzo del 4,56% Oggi il gruppo ha emesso obbligazioni benchmark per un ammontare nominale di 850 milioni di euro, con scadenza ottobre 2019, prezzo di emissione pari al 100% del valore nominale e cedola fissa del 6,75%. Il regolamento dell’offerta è atteso per il 12 luglio. Fiat Industrial sale dell’1,62%. Bene anche Tod’s +0,96% sulla scia del buon andamento del lusso dopo l’ultima acquisizione che ha visto protagonista un altro brand italiano, Loro Piana.

Rcs scende del 3,6% e le risparmio del 3,60% nel primo giorno di asta sui diritti inoptati dell’aumento di capitale. In asta è stato ritirato poco più dell’1% deludendo quella parte del mercato che già si attendeva la chiusura della partita nel primo dei cinque giorni previsti.

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