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Piano industriale Mps, Profumo: tutto il sistema bancario deve cambiare

Il presidente dell’istituto senese: “Per la prima volta presentiamo un piano con ricavi in diminuzione ma che porta un miglioramento della redditività. Tutto ciò ci porterà ad avere una struttura diversa della banca e del conto economico. Questo piano permette di azzerare la posizione di funding con la Bce e il rimborso dei T-Bond”.

Piano industriale Mps, Profumo: tutto il sistema bancario deve cambiare

Un piano “sinonimo di fortissimo cambiamento”. È la discontinuità con il passato l’aspetto da cui parte Alessandro Profumo, presidente di Bmps, per presentare il nuvo piano triennale varato ieri dal cda della banca senese. Che porterà ad avere struttura banca diversa e che ha caratteristiche innovative rispetto a passato. Un percorso che non è necessario solo per Mps, nelle parole di Profumo, ma “per tutto il sistema bancario. Aggiungendo che “c’è la necessità di trovare un equilibrio nella struttura di bilancio”.

Per Profumo le condizioni attuali a livello economico-finanziario “impongono un profondo modo di fare banca. Per la prima volta presentiamo un piano con ricavi in diminuzione ma che porta un miglioramento della redditività. Tutto ciò ci porterà ad avere una struttura diversa della banca e del conto economico. Questo piano permette di azzerare la posizione di funding con la Bce e il rimborso dei T-Bond. Inoltre porterà ad avere una banca, Mps, posizionata per ottimizzare i rapporti con i clienti”. Il titolo Mps sale dell’1,89% a 0,1943% dopo un massimo intraday a 0,1988 euro.

I NUOVI TREMONTI BOND SARANNO RIMBORSATI ENTRO IL 2015
Il piano che punta a un rafforzamento patrimoniale anche attraverso la sottoscrizione di nuovi bond governativi assimilabili ai Tremonti bond prevede però di rimborsare la maggior parte gli aiuti pubblici nell’arco del triennio. L’ipotesi per il 2015 è che rimangano al Monte 475 milioni di Tremonti bond su 3,4 miliardi. I dettagli sul costo e le condizioni dei T-bond si sapranno nei prossimi giorni. Il tasso di interesse dei nuovi T-Bond potrebbe essere più alto di quello esistente, ha spiegato l’ad Fabrizio Viola durante la presentazione alla comunità  finanziaria del piano industriale 2012-2015. Secondo gli analisti i Tremonti Bond andranno a prendersi circa 300-350 milioni di utili all’anno. La strada del rafforzamento del capitale implicherà giocoforza, come già precisato nel piano, una politica prudente di distribuzione dei dividendi.

Perché non sono stati utilizzati i cocobond? “Riteniamo di aver attuato tutto quello che potevamo per quanto spettava alla banca – ha detto Viola – abbiamo valutato a oggi l’impossibilità di percorrere la strada di un collocamento dei Coco Bond per ragioni di mercato e anche di indefinitezza di certi aspetti regolamentari.

AUMENTO DI CAPITALE NON A BREVE TERMINE
Tra le misure previste per il rafforzamento di capitale anche una delega per un aumento di capitale da un miliardo euro da offrire in esclusione del diritto di opzione nel termine di 5 anni. “L’aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione è stato fatto perché un’eventuale cessione di tale diritto avrebbe creato una pressione sul titolo – ha spiegato Profumo – che metterebbe a rischio la realizzazione del piano stesso”. L’assemblea per la delega è programmata in autunno ma, ha detto Profumo a margine della presentazione,  la previsione di utilizzo non è a breve termine ma nell’orizzonte del piano. “Assolutamente non abbiamo nessuna idea”, ha risposto Profumo a chi gli chiedeva se c’era già qualche idea su un nuovo socio che potesse sottoscrivere l’aumento.

CONTINUANO LE DISMISSIONI DI ASSET
Nonostante i Tremonti bond le dismissioni di asset proseguiranno oltre la fine di giugno, la scadenza per soddisfare i le richieste Eba. E questo sulla base di contatti avviati da tempo con alcuni soggetti e della necessità, nelle parole dell’ad, di migliorare il profilo della liquidità e del capitale anche attraverso le dismissioni (il cda ha dato ieri via libera anche alla cessione di Biverbanca). I contatti per la cessione della società di consumo sono già avanzati. L’aumento di capitale e le dismissioni serviranno infatti per il rimborso dei Tremonti bond.

Un piano impegnativo, ha commentato Viola, che però “vogliamo e dobbiamo raggiungere” e che permette alla banca di restare indipendente. Per Profumo “il piano ha una caratteristica di fattibilità e di credibilità per il relativo pessimismo dovuto allo scenario economico e consente di avere una capitalizzazione confortevole anche in vista di Basilea 3″.

LE REAZIONI DELLA FONDAZIONE, ANALISTI E SINDACATI

La Fondazione Mps, azionista di maggioranza con il 36,5%,  ha espresso pieno  apprezzamento e condivisione del piano industriale che ha fatto scelte “coerenti con gli indirizzi strategici” indicati dalla stessa Fondazione nell’assemblea del 27 aprile scorso, dal consolidamento patrimoniale al ritorno agli utili e ai dividendi. Era stato Mancini a chiedere una riduzione dei costi e “forte focalizzazione sul core business della banca”. La Fondazione condivide anche la scelta dei Tremonti bond “rimandando l’aumento di capitale a una prospettiva futura, in attesa che si manifestino condizioni di mercato più favorevoli”. E gli analisti? Le prime reazioni parlano di un piano che “sembra credibile”. Kepler lo considera abbastanza “aggressivo sebbene la maggior parte della redditività sia legata ad un severo taglio costi mai sperimentato in Italia prima”.

Duri i sindacati, già sul piede di guerra in vista dei tagli del personale e della riduzione dei costi,  che bocciano il piano denunciando “l’assoluta incapacità del top management e la totale mancanza di idee a livello di progetto industriale”. Così il coordinamento Rsa di Bmps che aggiunge: ”dopo sei mesi di chiacchiere e di immobilismo assoluto l’azienda svela “il suo unico obiettivo: la messa in discussione dei posti di lavoro e il drastico peggioramento delle condizioni del personale”. Secondo i sindacati il piano “non ha nessuna possibilità di rilanciare la banca ma anzi decreta il ridimensionamento della strategia del gruppo”.La Rsa del Monte dei Paschi incontrerà stasera i vertici della banca ai quali “confermeremo la nostra assoluta contrarietà al progetto e la determinazione dei lavoratori ad opporsi con ogni mezzo a tale piano”.

Oggi Profumo nella presentazione ha invece parlato di “un piano che ha fortissima sostenibilità sociale”. Ha spiegato il presidente di Mps:”si parla di riposizionare la banca con una capacità di generazione di ricavi stabili molto maggiore rispetto a quella che ha avuto fino ad oggi. È  un piano che ha un fortissimo sforzo per consentire di tutelare l’andamento dei ricavi da servizi che in parte compensano la riduzione inevitabile che avremo nei ricavi da margine di interesse perché  la banca ha un effetto leva troppo alto. Quindi è un piano con fortissimo sforzo commerciale che consente di gestire un riposizionamento della banca in modo che sia socialmente accettabile. Non parliamo di esuberi, parliamo di una riorganizzazione del nostro assetto produttivo che consentirà di avere una riduzione degli organici esclusivamente facendo conto sulle uscite di persone che andranno in pensione avendo maturato i diritti; le uscite normali che abbiamo in un periodo di tre anni, come i trasferimenti. Abbiamo un outsourcing delle attività di backoffice ma tutelando le posizioni di lavoro e abbiamo delle dismissioni. Quindi è un piano che ha fortissima sostenibilità sociale”.

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