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Ecco il piano Mps 2012-2015 dell’era Viola-Profumo: Tremonti bond per 3,4 miliardi

La banca ha varato le strategie per il prossimo triennio che oltre alle operazioni di rafforzamento del capitale prevedono discontinuità operative con il passato tra cui il passaggio a una produttività da servizi, la chiusura di 400 filiali e una nuova banca online – forte riduzione dei costi e utile netto consolidato a 630 mln nel 2015 e redditività al 7%

Ecco il piano Mps 2012-2015 dell’era Viola-Profumo: Tremonti bond per 3,4 miliardi

Il Monte dei Paschi entra nella nuova era Viola con l’approvazione del piano industriale 2012-2015. La banca chiederà Tremonti bond, varati ieri dal governo, per 3,4 miliardi (di cui 1,9 destinati al rimborso della tranche già chiesta nel 2009).  Per migliorare il capitale è prevista anche una delega per aumentare il capitale fino a un massimo di 1 miliardo (mediante emissione di azioni, obbligazioni convertibili e/o warrant, da offrire in esclusione del diritto di opzione nel termine di 5 anni, assemblea straordinaria convocata per ottobre) ed un pay out conservativo. L’istituto punta a un risultato operativo netto di oltre 1,3 miliardi nel 2015 principalmente dovuto alla riduzione dei costi e un utile netto consolidato di 630 milioni nel 2015, alla chiusura di 400 filiali e alla creazione di una banca online. In apertura a Piazza Affari il titolo di Mps viaggia in rialzo di oltre due punti e mezzo. 

Più nel dettaglio, la strada delineata dal nuovo management presieduto da Alessandro Profumo  si basa su tre priorità: rafforzare la quantità e la qualità del capitale adeguando il core tier 1 alle richieste Eba al fine giugno e il Common tier 1 secondo Basilea 3 all’8,07% nel 2015; riequilibrare strutturalmente la liquidità con un loan to deposit ratio commericiale in calo al 110%% nel 2015 con il completo rientro dell’esposizione verso la Bce e raggiungere livelli sostenibili di redditività con l’obiettivo di un Rote al 2015 del 7%.

Tre obiettivi che si tradurranno a livello operativo  in cinque cambiamenti principali in discontinuità con il passato:
1) il passaggio da un modello di produttività “da volumi” ad una produttività “da servizi” (+30% margine da servizi)
2) il forte potenziamento del Front Office e Private Banking (reclutando tra l’altro 100 nuovi bankers)
3) la completa razionalizzazione dell’assetto del Gruppo con incorporazione delle controllate (compresa la rete Antonveneta) e chiusura di 400 filiali
4) Esternalizzazione attività Back-office e un nuovo modello di HR management
5) Nuova banca online

Si lavorerà poi all’affermazione di una posizione di leadership nel settore della bancassurance. A livello di target si punta a: ricavi totali con un cagr 2012-1015 di -1%, costo del credito a 77 punti base nel 2015, oneri operativi in riduzione di 565 milioni, cost /income al 58,5%, riduzione della base dei costi del 16% nel periodo 2012 – 2015, riduzione di 4600 unità di personale. Qui, oltre i processi di esodo per coloro che hanno maturato il diritto alla pensione, la significativa riduzione del personale arriverà  dalle azioni di cessione di asset, di razionalizzazione del Gruppo e di outsourcing delle attività di Back-office, e saranno realizzate attraverso un percorso “socialmente sostenibile” teso ad evitare importanti ricadute sui livelli occupazionali.

Mps ha poi avviato il test di impairment sull’avviamento al 30 giugno 2012 che potrebbe comportare una svalutazione materiale degli avviamenti iscritti a bilancio. Il risultato del test sarà reso noto unitamente all’approvazione dei dati del primo semestre. Il cda ha poi deliberato di accettare l’offerta vincolante di Cassa di Risparmio di Asti per l’acquisto della partecipazione del 60,42% del capitale sociale di Biverbanca per 203 milioni di euro.

Lo scenario su cui si basa il piano è prudenziale: assume il perdurare della crisi dell’Euro, pur senza arrivare a una disarticolazione dell’Unione Monetaria Europea; uno spread a 380 punti base alla fine del 2013, per arrivare a circa 200 entro il 2015; mercati azionari volatili e con performance deboli (con un effetto negativo sulla ricchezza finanziaria delle famiglie); ridotta crescita della domanda rivolta alle nostre esportazioni; effetti recessivi sulle famiglie dovuti sia a un peggioramento del clima di fiducia (che influenza direttamente i consumi delle famiglie) che ad un abbassamento della propensione al consumo dovuto all’elevata incertezza (maggiore risparmio precauzionale) con un andamento del Pil ancora negativo nel 2013 e una crescita dell’1% dal 2014; un livello di inflazione in Italia stabile intorno al 2% e una politica monetaria ancora espansiva e conseguente livello contenuto dei tassi (Tasso BCE fine anno al 1% lungo tutto l’arco del piano).

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