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Petrolio, Opec: tutti gli occhi sul vertice di Vienna, i prezzi ai minimi e l’Arabia non taglia

I prezzi del petrolio precipitano ai minimi dal 2010 in vista del vertice Opec di Vienna di oggi e dopo l’annuncio che l’Arabia e i suoi alleati hanno deciso di non tagliare la produzione: molto rilevanti gli effetti sui mercati finanziari e sui Paesi e sulle società petrolifere – Wall Street in vacanza – Asta Btp da record – Brilla il risparmio gestito.

Petrolio, Opec: tutti gli occhi sul vertice di Vienna, i prezzi ai minimi e l’Arabia non taglia

Riflettori accesi su Vienna, sede del vertice Opec: le quotazione del greggio sono scivolate ieri sera a nuovi minimi dal 2010: 76,7 dollari per il Brent, 72,3 per il greggio texano. A provocare l’accelerazione dei ribassi è stata la notizia di un’intesa a quattro tra gli Stati della Penisola arabica: Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Qatar, ovvero i Paesi che vantano le più alte riserve valutarie e non hanno necessità immediata di alzare i prezzi, a differenza di Venezuela, Iran e, fuori dal cartello, la Russia. I big Four hanno deciso di non tagliare la produzione. Nell’attesa della riunione ufficiale, i mercati hanno già preso atto ieri della decisione.

1) Calano i titoli petroliferi. A Milano Eni ha perso l’1,6%, Saipem-1,9%. Positiva invece Tenaris +0,4%, reduce da pesanti perdite. Soffrono tutte le Big Oil : da giugno Bp arretra del 17%, Chevron dell’11%. La capitalizzazione di Exxon -0,32% è scivolata ieri a 400,8 miliardi di dollari: da giugno è calta di 47 miliardi di dollari.

2) L’impatto rischia di essere rilevante anche per il mondo finanziario: Barclays e Wells Fargo, scrive il Financial Times, rischiano di lasciare sul tappeto 850 milioni di dollari, già impegnati nel merger tra Sabine e Forest Oil. Ma la lista dei possibili crack s’allunga: il 15% circa del mercato dei junk bond riguarda società oil.

3) Ancora più considerevoli le conseguenze a livello di Stati: crescono le difficoltà della Russia, crescono le fortune degli importatori, a partire dall’India: l’indice di Mumbai è salito negli ultimi 12 mesi da quota 19.600 a 28.900 punti. Sensibile anche il guadagno per l’Europa, Italia in testa.

WALL STREET FESTEGGIA CON UN RECORD. VOLA SHANGHAI

Chiudono in rialzo i listini asiatici, con l’eccezione di Tokyo, in lieve calo sulla scia di una flessione del dollaro dai massimi: da inizio mese il Nikkei avanza del 5,6%. Fa meglio Shanghai, +8,2% ad una settimana dal taglio del tasso di sconto. Il mercato scommette su nuove misure espansive di Pechino.

Wall Street, oggi chiusa per il Thanksgiving day, ha festeggiato in anticipo con un’altra serie di record: S&P 500 +0,3% a quota 2072 (nuovo massimo, il 47 ° del 2014), Dow Jones +0,07 a 17.827. Il Nasdaq chiude a +0,61%. Sul mercato sono arrivati dati positivi sugli ordini di beni durevoli, influenzati però dalle commesse della Difesa. Per la prima volta da due mesi e mezzo le richieste settimanali di nuovi sussidi di disoccupazione sono risalite sopra la soglia psicologica delle 300.000 unità: la settimana scorsa sono state 313.000, gli economisti ne aspettavano 288.000. 

John Deere, leader mondiale dei trattori e delle macchine agricole, ha rivisto al ribasso i target 2015: ne soffre anche a Piazza Affari Cnh Industrial-3,9%. Il titolo è caduto dopo che la concorrente americana Deere, leader mondiale dei trattori e delle macchine agricole, ha diffuso target di utile del 2015 inferiori alle aspettative. 

DEBOLE MILANO: LA BCE SI MUOVERA’ SOLO NEL 2015

Contrastato il panorama delle Borse europee: in flessione Parigi -0,1% e Madrid -0,4%, positive Londra +0,1% e Francoforte +0,5%. Chiusura debole per la Borsa di Milano: l’indice FtseMib registra un calo dello 0,3%. A condizionare gli umori nel pomeriggio hanno contribuito le parole di Victor Costancio, vicepresidente della Bce: l’Eurotower prenderà una decisione sul possibile acquisto di bond governativi solo nel primo trimestre dell’anno prossimo. Il banchiere ha poi aggiunto: “la Bce considererà l’acquisto di altri asset sul mercato secondario, inclusi i bond sovrani” se le attuali misure non dovessero essere sufficienti.

BTP, VERSO ASTA RECORD. SALTA IL COLLOCAMENTO DEI BUND

Dopo il successo annunciato dell’asta dei Bot a 6 mesi di ieri (rendimento 0,272%) si va verso nuovi minimi d’asta per i titoli a medio lungo termine. Oggi il Tesoro offre fino a 7 miliardi di Btp e Ccteu, incluso il nuovo quinquennale dicembre 2019: si tratta degli ultimi collocamenti a medio lungo con regolamento nel 2014. Ieri sera sul “grey market” di Mts il Btp a 5 anni è stato scambiato a 100,270, per un rendimento attorno l’1%, sotto il minimo storico dell’1,06% registrato in settembre. Il decennale è stato trattato al 2,14%, contro il minimo del 2,39% di agosto. Intanto, per la dodicesima volta nel corso del 2014, è risultata tecnicamente scoperta l’asta di decennali tedeschi, collocati solo per 3,25 miliardi, con una domanda inferiore all’offerta al netto dei titoli trattenuti dalla Bundesbank.

BRILLA IL GESTITO, BANCHE IN ORDINE SPARSO

In rialzo per tutta la seduta, le banche hanno poi chiuso in ordine sparso. In terreno positivo hanno chiuso Unicredit (+0,5%) e Popolare Milano (+0,9%). Arretrano Intesa (-0,9%), Monte Paschi (-1,4%) e Ubi (-1,1%). Positive le società del risparmio gestito: Azimut +1,4%, Mediolanum +0,5%. A ottobre il settore ha messo a segno una raccolta positiva per 12,4 miliardi di euro e si appresta a chiudere un anno record con oltre 110 miliardi di euro di sottoscrizioni da inizio anno.

PRYSMIAN QUOTA UNA PARTECIPATA A HONG KONG

Tra gli industriali da notare Prysmian (+0,40%). Il gruppo leader mondiale dei cavi si appresta a quotare a Hong Kong una società partecipata. Infatti, le autorità della Borsa di Hong Kong hanno approvato la pubblicazione del prospetto informativo relativo all’offerta pubblica e alla quotazione di Yangtze Optical Fibre and Cable, di cui Prysmian è il principale azionista con il 37,5%. In base ai dati riportati nel prospetto informativo, la valutazione di Yangtze Optical Fibre and Cable è compresa fra 400 e 500 milioni di euro. 

Fca -0,20%, a quota 10,04 euro. Secondo un filing alla Sec pubblicato ieri , “il debito netto industriale di Fca si stima migliori di circa 715 milioni come risultato della distribuzione di 2,25 miliardi e dell’eliminazione del debito Ferrari per 133 milioni”, che è parzialmente compensato dalla cancellazione di “cash e cash equivalents and receivable” di Ferrari per rispettivi 652 e 1.016 milioni di euro.

Ansaldo Sts è salita del 3,9% dopo le indiscrezioni secondo cui tornerebbe in campo la cordata cinese per l’acquisto della divisione Trasporti di Finmeccanica +1%.StM invariata. 

YOOX E MONDADORI, DUE FRECCE 

Vola Yoox (+6,8%), miglior blue chip di ieri a Piazza Affari. Il titolo si è mosso nella scia della tedesca Zalando, +15% a Francoforte dopo dati che evidenziano un forte miglioramento della redditività. Inoltre Canaccord Genuity, società canadese di investimenti, ha avviato la copertura sulla società di ecommerce con raccomandazione Buy e target price a 21,2 euro. Infine, il top management ha aumentato la propria quota nel capitale della società. 

Fuori dall’indice principale Mondadori (+9,5%) brilla dopo l’annuncio dello spinoff della divisione Libri che apre la porta a possibili operazioni di M&A. Gli analisti di Kepler Cheuvreux (rating hold e prezzo obiettivo a 0,75 euro confermati) hanno accolto con favore la mossa che permette al gruppo editoriale di valorizzare la leadership nel settore. La società di Segrate vanta una quota di mercato in Italia pari al del 27%, rispetto all’11,7% di Rcs, al 9,5% di Gem, al 6,3% di Giunti, al 5% di Feltrinelli e al 2% di De Agostini.

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