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Petrolio oltre 110 dollari a barile: a Piazza Affari brillano Tenaris ed Eni ma Fed va verso altri rialzi di tassi

Piazza affari in controtendenza rispetto a molti altri listini grazie alla spinta del petrolio – La Fed preannuncia aumenti di tassi di 50 punti base

Petrolio oltre 110 dollari a barile: a Piazza Affari brillano Tenaris ed Eni ma Fed va verso altri rialzi di tassi

In una situazione geopolitica che resta incandescente, Piazza Affari (+0,3%) e Londra (+0,47%) trovano la forza di chiudere in moderato progresso grazie al rally del petrolio, mentre sono negative Parigi -0,57%, Francoforte -0,55% e Madrid -0,25%. Oltreoceano Wall Street, cauta in avvio, si muove al momento in rosso, in attesa di ascoltare le parole del presidente della Fed Jerome Powell che, la settimana scorsa, ha alzato i tassi d’interesse di 25 base per la prima volta dal 2018. Pesa il crollo di Boeing (-3,8%), titolo bersagliato dalle vendite dopo l’incidente aereo che ha coinvolto un 737 in Cina e che getta una nuova ombra sul colosso aerospaziale Usa, pronto a far tornare nei cieli il 737 Max per la prima volta dopo tre anni.

In tema di banche centrali si registrano le parole della numero uno della Bce Christine Lagarde secondo cui la guerra avrà conseguenze sulla crescita economica, ma per ora non ci sono segnali di stagflazione, vale a dire bassa crescita unita ad alta inflazione. Sulla scottante questione dei tassi Lagarde osserva che le due principali banche centrali del mondo non saranno più sincronizzate nel prossimo futuro, poiché il conflitto ha effetti molto diversi sulle loro economie.

Relazioni diplomatiche Russia-Usa sull’orlo del baratro

E dal fronte di guerra le notizie sono poco rassicuranti, nonostante ieri la stampa turca abbia parlato di un accordo vicino tra Mosca e Kiev. Nella notte i bombardamenti russi sono proseguiti e l’occidente studia nuove sanzioni, mentre il presidente Ucraino Zelensky (che domani parlerà al Parlamento italiano) chiede sanzioni totali sul commercio di Mosca. Il ministro degli esteri della Ue Josep Borrell assicura: “Continueremo a parlare di che tipo di sanzioni possiamo pensare ancora. specialmente quelle relative all’energia”.

Se ne saprà di più forse dopo la telefonata tra i principali leader dei governi europei (tra cui Mario Draghi) e il presidente Usa Joe Biden.

Intanto però si inaspriscono al limite della rottura le relazioni diplomatiche tra Usa e Russia. L’ambasciatore americano è stato infatti convocato da Mosca poiché Biden ha definito Vladimir Putin criminale di guerra e dittatore sanguinario.

Il petrolio s’impenna con sanzioni e incidenti

Nuova impennata dei prezzi del petrolio in vista dei colloqui di questa settimana tra i governi della Ue e Biden, in una serie di vertici che puntano a inasprire la risposta dell’Occidente nei confronti di Mosca.

Secondo fonti stampa i governi della Ue prenderanno in considerazione la possibilità di imporre un embargo sul petrolio russo.

A far correre i corsi del greggio contribuisce poi l’attacco dei ribelli filo-iraniani in Yemen, che sta causando un temporaneo calo della produzione della joint venture di Saudi Aramco a Yanbu e alimentando i timori in un mercato già nervoso, dove la Russia è un fornitore chiave e le scorte globali sono ai minimi di diversi anni.

Così il Brent si apprezza al momento del 6,3% a 114,77 dollari al barile e il Wti sale del 5,63% a 110.6 dollari.  

Piazza Affari sale con petroliferi e utility

La seduta si chiude positivamente per Piazza Affari proprio grazie ai titoli petroliferi.

La blue chip più tonica del giorno è Tenaris +6,09%. Spinge sull’acceleratore anche Eni +2,88%, che, insieme a Sonatrach ha comunicato un’importante scoperta a olio e gas associato nella concessione Zemlet el Arbi, nel bacino del Berkine Nord nel deserto algerino. La concessione è operata dalla joint-venture delle due società, con il cane a sei zampe al 49%. Saipem +1,33%.

In alta classifica Cnh +4,46%.

Il periodo resta favorevole a Leonardo +2,94%, mentre anche l’Italia pensa di aumentare le sue spese per la difesa.

Archiviano una seduta in progresso le utility, con Enel +1,11% e A2a +1,91% ben comprate.

I realizzi pesano su Diasorin, -4,23%. Tra i bancari arretra Mediobanca -2,2%. Nell’industria soffre Iveco -2,01%.

Telecom è in rosso, -1,47%, dopo che l’agenzia ha ridotto di un livello il rating sul debito a lungo termine della compagnia telefonica, portandolo da “BB+” a “BB”, in seguito alla forte erosione del margine operativo lordo nel 2021 (-12% a 6,2 miliardi di euro). Gli esperti hanno anche peggiorato l’outlook da stabile a negativo.

Spread in leggero rialzo e il cambio euro-dollaro piatto

Proseguono le vendite sui titoli di Stato dell’area euro. Lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 152 punti base (+0,82%) e i tassi salgono rispettivamente a +1,97% e +0,44%.

I prezzi sono in calo e i rendimenti in rialzo anche negli Usa, dopo si sta appiattendo la curva dei rendimenti tra lungo e medio termine. Nel corso della seduta, per breve tempo, il tasso del titolo a 5 anni ha superato quello del Treasury decennale, che in questo momento mostra un rendimento in netta salita al 2,244% (+4,49%).

Sul mercato valutario è calma piatta per l’euro-dollaro, con il cambio intorno a 1,1.

Invece, soffre la sterlina egiziana (-14%), sotto pressione da settimane, con la guerra che mette a rischio il turismo e l’approvvigionamento di grano, i cui prezzi sono ormai alle stelle. Gli investitori stranieri in questo periodo avrebbero ritirato miliardi di dollari dai mercati del tesoro egiziano. 

Per Goldman Sachs il pil russo calerà del 10%

Tornano parzialmente le contrattazioni a Mosca, ma il clima economico del paese peggiora a vista d’occhio.

Le negoziazioni sui bond governativi sono riprese oggi, come aveva annunciato la banca centrale russa venerdì, con due finestre di contrattazione e con il divieto sulle vendite allo scoperto. Per prevenire la volatilità, la Banca di Russia in una nota ha spiegato che acquisterà obbligazioni federali per gli importi necessari a limitare i rischi per la stabilità finanziaria, sottolineando che “gli acquisti saranno effettuati per il tempo necessario a completare l’adeguamento dei prezzi degli strumenti finanziari alle nuove condizioni”. L’effetto di questo “ombrello” si fa sentire sui rendimenti dei titoli. Secondo quanto riferisce Bloomberg il rendimento del debito pubblico russo a 10 anni è in calo di 44 punti base all’11,84%.

Novità sull’azionario dovrebbero arrivare a giorni.

L’economia però soffre. Goldman Sachs ha tagliato oggi ulteriormente le pressioni sul pil russo per il 2022, da -7% a -10 per cento. “Circa la metà di questa riduzione – fa sapere Clemens Grafe, analista economico di Goldman Sachs – è dovuta al fatto che i dati di spedizione suggeriscono che le esportazioni della Russia sono più fortemente perturbate di quanto avevamo inizialmente ipotizzato”.

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