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Petrolio e Cina al centro dei mercati, oggi asta Btp

L’export cinese cresce e incoraggia i mercati ma il petrolio continua a galleggiare sui minimi e l’Arabia boccia un vertice Opec d’emergenza – A Wall Street biotech ed Apple in ripresa – Futures positivi sulle Borse europee – Oggi asta Btp – A Piazza Affari banche a due velocità e occhio a Bpm-Banco Popolare – Risalgono la moda e l’auto

Petrolio e Cina al centro dei mercati, oggi asta Btp

Il prezzo del petrolio galleggia ancora sui minimi, ma le Borse, a partire da Wall Street, hanno rialzato la testa. A favorire il rimbalzo contribuisce stamane un dato positivo in arrivo dalla Cina: l’export di Pechino è cresciuto a dicembre del 2,9% (-4,1% le previsioni). Si stabilizzano intanto il cambio dello yuan, a quota 6,5630, e le Borse. Shanghai e Shenzhen salgono dello 0,7%. Bene le altre piazze asiatiche: Tokyo +2,4%, Hong Kong +2,3%.

La spinta decisiva è arrivata dalla ripresa di Wall Street, al termine di una seduta caratterizzata dal saliscendi del petrolio: Dow Jones +0,72%, S&P 500 +0,78%. Guida la ripresa il Nasdaq (+1,03%), sull’onda della ripresa del biotech, il settore più bersagliato dai cali di inizio anno. Bene anche Apple (+1,5%), sostenuta dal rialzo del rating da parte di Bank of America, ed Intel (+1,5%), alla vigilia dei conti. Le attenzioni del mercato sono concentrate sulla trimestrale di JP Morgan in uscita domani sera.

Al secondo tentativo è riuscito anche il rimbalzo delle Borse europee. Milano, che lunedì aveva fallito il recupero dopo i tre cali consecutivi della scorsa settimana, ha chiuso finalmente in rialzo dell’1,08%. la Borsa di Parigi ha guadagnato l’1,6%, Francoforte +1,6%, Madrid +0,5%. Metroborsa segnala oggi un’apertura positiva per i mercati: Londra + 42 punti a 5.971, Parigi +42 pb a 4.420, Francoforte +115 a 10.100.

NON C’E’ ACCORDO SUL VERTICE OPEC, GREGGIO A 31 DOLLARI

A condizionare i mercati è l’alta volatilità dei mercati del petrolio, in costante fibrillazione. Cresce il numero di analisti ed economisti che prevedono nel medio periodo un prezzo del petrolio intorno ai 20 dollari. A questi prezzi, il petrolio esercita una potente spinta deflazionistica.

Le quotazioni stamane accennano a risalire a quota 30,8 dollari dopo una giornata di forti cali, in cui il greggio ha lasciato sul terreno oltre il 4%, il contratto del petrolio Wti a febbraio è scivolato sotto i 30 dollari al barile (-17% da inizio 2016) per la prima volta dal dicembre del 2003. 

A tenere sotto pressione le quotazioni sono, oltre alla debolezza della domanda cinese, le indicazioni contrastanti su un possibile vertice d’emergenza dell’Opec chiesto da “un paio di produttori”. A riferirlo è stato il Financial Times, che cita un portavoce del ministro nigeriano del petrolio, Emmanuel Ibe Kachikwu. Ma l’ipotesi, che aveva contribuito ad una ripresa dei prezzi, è stata per ora bocciata dagli Emirati arabi.

Di qui l’altalena dei prezzi attorno ai 30 dollari culminata nel mini-rimbalzo serale dei petroliferi: l’indice S&P 500 energia ha chiuso con un rialzo dello 0,4%: Exxon +2%, Chevron +1,7%. A Piazza Affari Eni ha segnato un lieve progresso dello 0,2%. Jefferies ha deciso di alzare la raccomandazione a Hold da Underperform. Il broker inglese consigliava di vendere dal febbraio scorso. In terreno negativo Tenaris (-0,5%). Saipem avanza del 4,2%: nonostante le smentite, il mercato crede ancora nel coinvolgimento della società nel progetto Nord Stream. 

BTP, TESORO ALL’ASTA IN UN MERCATO TRAFFICATO

Giornate campali per il mercato del debito di Stato. Ieri il Tesoro ha aperto il 2016 con il buon esito dell’asta Bot a 12 mesi (7 miliardi di titoli annuali piazzati a -0,074%, minimo storico), oggi si prosegue con l’offerta dei titoli a medio-lungo termine su un mercato appesantito dalle vendite da parte di istituti centrali asiatici (Cina in testa) che cedono riserve per difendere la valuta.

Non manca per giunta la concorrenza: la Spagna, che ha collocato ieri 9 miliardi di Bonos decennali, scende in campo oggi con un’offerta tra 4 e 5 miliardi di Bonos scadenza 2018, 2020, 2023). La Germania va sul mercato con un nuovo decennale fino a 5 miliardi. Il Tesoro italiano risponde con il collocamento fino a 6,75 miliardi complessivi di Btp a 3, 7 e 15 anni. 

Le prime due scadenze mancano in asta da due mesi a seguito della cancellazione dei collocamenti di metà dicembre. Sul mercato grigio ieri sono stati segnati questi prezzi: Btp 3 , 0,085% (contro lo 0,11% precedente), Btp 5 a 1,042% (0,98% precedente ) e Btp 15 (2,081% contro 2,14%).

CARIGE RIMBALZA, MPS NO. VERSO LE NOZZE BPM-BANCO POPOLARE

Continua il tiro al bersaglio della speculazione su MontePaschi. Le quotazioni hanno oscillato in maniera violenta, con volumi più che doppi rispetto alla media, da ribassi del 4% a rialzi del 3%, per poi chiudere la seduta a 0,928 euro, con un modesto progresso dello 0,27%. Il ribasso cumulato di queste prime sedute del 2016 ammonta al 28%. Il 2015 era terminato con una perdita del 35%. La Consob aveva disposto per ieri il divieto di vendite allo scoperto.

E’ riuscito invece il rimbalzo di Carige: +7,68%, su volumi pari a quasi sei volte la media dell’ultimo mese. Entrambi i titoli restano comunque sotto la soglia psicologica di 1 euro. Intesa guadagna il 2%. Ai vertici della banca dei Territori è stato nominato Stfano Barrese. Perde ancora terreno Unicredit (-0,98%). 

Banco Popolare sale del 2,2%, sostenuta dalla promozione di Hsbc, che ha alzato la raccomandazione a Buy da Hold, con target price a 13,64 euro. A spingere il titolo le voci sulla trattativa in stato avanzato tra Banco Popolare e Banca Pop.Milano (+2,4%) per una fusione alla pari. 

In ripresa il risparmio gestito: Banca Mediolanum +2,8%, Anima +3,3% e Azimut +2,9%. Generali avanza dell’1,4%: tiene banco il futuro di Mario Greco che, secondo le indiscrezioni, sta negoziando le condizioni per restare alla guida del gruppo. 

FERRAGAMO RIALZA LA TESTA. VOLA CUCINELLI

Poderoso rimbalzo per i titoli del lusso, i più bersagliati sull’onda della crisi cinese. Guida la corsa Ferragamo (+ 6,3%): Citigroup ha riavviato la copertura del titolo con raccomandazione Buy , target price 27 euro. Dai picchi storici di aprile 2015, la maison fiorentina ha lasciato sul terreno il 45% del suo valore. L’anno si era chiuso con un guadagno del 6,5%. 

Balzo di Brunello Cucinelli (+8,9%) dopo la pubblicazione dei conti: Kepler Cheuvreux ha alzato il giudizio a Buy da Hold, target price a 17,50 euro. In grande ripresa anche Luxottica (+4,3%) e Moncler (+7%). Bene anche Tod’s (+3,3%) alla vigilia dell’assemblea, Yoox (+4,3%) e Geox (+2%). A Parigi Lvmh è salita del 3%. Stamane ad Hong Kong Prada avanza dell’1,98%.

BENE L’AUTOMOTIVE, RIPARTE FERRARI

Si è ripreso anche il comparto automotive, sostenuto da previsioni meno pessimiste del temuto sul mercato cinese: Volkswagen ha guadagnato il 4,3%, Peugeot +5%, Bmw +2,5%. A Piazza Affari Fiat Chrysler è salita del 2,8%, Ferrari +3%. Bene anche gli altri titoli industriali, come StM (+0,3%) e Finmeccanica (+1,1%). Prysmian +2,2%. Sul titolo è intervenuta Credit Suisse, che ha abbassato il target price a 22 euro da 23 euro, confermando la raccomandazione Outperform. 

JP MORGAN SPINGE TELECOM. TONFO DI A2A

Positiva Telecom Italia (+0,3%), sostenuta da JP Morgan, che ha alzato il target price a 1,4 euro con raccomandazione Outperform. A Parigi Orange guadagna il 4,1% dopo avere confermato di essere in trattative avanzatissime per la fusione con Bouygues. Da notare il drastico ribasso di A2A (-5,08%). Oggi scade l’offerta vincolante della società per la realizzazione di una partnership industriale con Lgh. 

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