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“Per affari e per amore”, la storia delle assicurazioni e dell’Italia raccontata da Vittorio Bruno

Centocinquant’anni di storia patria visti attraverso la lente delle assicurazioni: è il divertente libro “Per affari e per amore” scritto da Vittorio Bruno e pubblicato dalla Rizzoli per iniziativa dell’Ania – La volta in cui Cavour disse a Ricasoli: “Se oltre a pasta e verdure, vogliamo mangiare anche bistecche, non possiamo non chiedere aiuto al mercato”

“Per affari e per amore”, la storia delle assicurazioni e dell’Italia raccontata da Vittorio Bruno

Vittorio Bruno è un giornalista di grande esperienza nel mondo della politica italiana di cui ha osservato a lungo i molti difetti ma anche quelle che,almeno nella Prima repubblica, erano le raffinatezze culturali e dialettiche.Solo lui poteva cimentarsi nello scrivere un’opera profonda e nella stesso tempo leggera e curiosa come la storia, attraverso episodi e personaggi,degli italiani e delle assicurazioni dal Risorgimento ad oggi. Il volume si intitola “Per affari e per amore” edito da Rizzoli su iniziativa e sponsorizzazione dell’ANIA,l’associazione tra le imprese assicuratrici che ha inteso in questo modo dare un contributo culturale alle celebrazioni del 150esimo anniversario dell’Unita d’Italia.

Il modo per mettere insieme pagine importanti di storia patria con il piu’ prosaico mondo degli affari,ed in particolare delle assicurazioni,e’ stato trovato da Vittorio Bruno nel raccontare singoli episodi dove personaggi grandi e piccoli di questo secolo e mezzo di storia si sono occupati di economia o di sistemi assicurativi e di previdenza sociale.Una storia se vogliamo minore,che non si studia sui testi scolastici,ma curiosa, a volte divertente, e comunque sempre interessante per capire la vita reale di quegli anni, dalla quale sono fiorite le azioni gloriose,quelle meno fortunate,o anche gli intrighi che hanno portato all’unita della penisola.

Cavour,come si sa era attento ai fenomeni dell’economia.Sapeva che se voleva far giocare al piccolo Piemonte un ruolo di primo piano nella vicenda unitaria,doveva modernizzare la sua economia.E ciò non solo per irrobustire le entrate dello Stato sabaudo con le casse perennemente vuote,ma anche per far nascere il nuovo stato nel segno dello sviluppo e del miglioramento generale delle condizioni di vita. Una volta disse al barone Ricasoli “se oltre a pasta e verdure,vogliamo mangiare anche più sostanziose bistecche,non possiamo non chiedere aiuto al mercato”.

Episodio dopo episodio si capisce come le assicurazioni,nate con i mercanti fiorentini nel ‘300,abbiano una storia intrecciata con il processo unitario,sia perché spesso hanno finanziato le guerre di indipendenza o i moti,come le cinque giornate di Milano,sia perché hanno segnato tutte le tappe di evoluzione sociale del paese.Cio’ vale per l’assicurazione contro gli incendi con la nascita della Reale Mutua a Torino,fino alla creazione dell’INA ad opera di Nitti e Giolitti nel primo dopoguerra.E l’incarico di far nascere il nuovo ente venne conferito dai due politici a Beneduce, che anni dopo si ritrova come creatore dell’Iri. Le Generali che pur avendo il quartiere generale in territorio austriaco parteciparono attivamente all’unita della penisola attraverso l’azione di personaggi di grande spessore sia nel campo degli affari che sotto il profilo culturale come Marco Besso.

Insomma uno spaccato di uomini e situazioni che hanno fatto l’Italia cosi’ com’e oggi con tutti i suoi difetti e con qualche pregio. L’atavica sfiducia dei cittadini verso lo Stato che si dimostra con la resistenza al pagamento delle tasse tanto piu’ forte quanto piu’ e’ famelico il settore pubblico ed oppressiva la sua burocrazia,potrebbe aprire al settore assicurativo ampi spazi di sviluppo dato che saranno proprio le compagnie private a dover sostituire o integrare il settore pubblico in tanti campi a cominciare da quello pensionistico e quello sanitario.

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