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Pensioni: uscire in anticipo con un prestito da rimborsare in 20 anni

Il governo ha spiegato il progetto ai sindacati – Si potrà andare in pensione con un anticipo fino a tre anni grazie a un prestito pagato dalle banche che andrà restituito in 20 anni – La riduzione dell’assegno non sarà una penalizzazione, ma una rata di ammortamento del prestito con la copertura assicurativa e una detrazione fiscale per alcuni soggetti più deboli.

Pensioni: uscire in anticipo con un prestito da rimborsare in 20 anni

Prende corpo l’ipotesi del prestito pensionistico per correggere la riforma Fornero introducendo una maggiore flessibilità in uscita. Durante l’incontro di martedì con i sindacati, il governo ha spiegato i punti in cui si articola il progetto.

I lavoratori potranno andare in pensione con un anticipo massimo di 3 anni rispetto ai termini per la pensione di vecchiaia, ma dovranno accettare una riduzione dell’assegno previdenziale.

Questa riduzione non sarà uguale per tutti, ma cambierà a seconda degli anni di anticipo e delle condizioni del lavoratore. Ad esempio, ci sarebbe un costo diverso per chi perde il lavoro prima di raggiungere i requisiti per l’accesso alla pensione e per chi decide di lasciare spontaneamente l’impiego.

I soldi che i lavoratori riceveranno a titolo di prestito pensionistico dal momento del ritiro alla maturazione dei requisiti saranno pagati dalle banche. Potrebbero contribuire anche le imprese, nel caso in cui abbiano deciso di ridurre il personale. Lo Stato interviene come garante per il prestito.

Allo scattare della pensione vera e propria, gli ex lavoratori restituiranno il prestito e gli interessi con piccole tratte sugli assegni previdenziali. Le rate potranno arrivare a durare 20 anni. La riduzione dell’assegno non è perciò una penalizzazione sull’importo della pensione, ma una rata di ammortamento del prestito con la copertura assicurativa ed una detrazione fiscale sulla parte del capitale anticipato per alcuni soggetti più deboli e meritevoli di tutela.

La rata del prestito pensionistico per chi dovesse anticipare volontariamente l’uscita dal lavoro di 3 anni rispetto all’età di vecchiaia potrebbe arrivare al 15% della pensione per i vent’anni nei quali si ripaga il prestito. Nel caso in cui il pensionato muoia prima di aver restituito l’intero prestito, le banche non potranno rivalersi sugli eredi.

L’anticipo pensionistico (Ape) allo studio del governo riguarderà l’anno prossimo i nati negli anni ’51-53, per coinvolgere negli anni successivi (2018 e 2019) i lavoratori nati fino al 1955.

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