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Pensioni: è guerra sul numero degli esodati fra Governo e parti sociali

Dopo mesi di calcoli, il ministero ribadisce le stime preliminari: gli esodati sono 65 mila, quindi i soldi stanziati sono sufficienti – Ma i sindacati non ci stanno: “Quei numeri sono sbagliati” – Camusso: “Se i dati sono veri, il presidente dell’Inps si dimetta” – Bonanni: “Governo irresponsabile e irrispettoso”.

Pensioni: è guerra sul numero degli esodati fra Governo e parti sociali

Dopo mesi di calcoli apparentemente inutili, la bagarre sugli esodati non è ancora risolta. Anzi, il Governo ha fatto marcia indietro sui numeri, scatenando una nuova polemica con i sindacati. La domanda è semplice: di quanti lavoratori stiamo parlando? La stima preliminare parlava di 65 mila persone, ma ben presto era stata smentita. Errata corrige, si era detto: l’esercito degli esodati potrebbe arrivare a 200 mila unità. Ora invece, un nuovo colpo di spugna. Abbiamo scherzato: il ministero del Lavoro oggi conferma la cifra iniziale di 65 mila.

“Per rispetto verso queste persone – scrivono dal ministero – Fornero ha voluto che il controllo dei dati fosse scrupoloso e previsto una stima che ha quindi richiesto un’analisi di dettaglio molto puntuale e un tempo relativamente lungo”. 

Con il termine “esodati” ci si riferisce a tutti quei lavoratori che hanno accettato di abbandonare il posto di lavoro – siglando un accordo con l’azienda – nella convinzione di poter andare in pensione entro i successivi due anni. Con la riforma delle pensioni targata Elsa Fornero, tuttavia, quelle persone non hanno più diritto a ritirarsi nei tempi previsti e rischiano così di ritrovarsi senza niente in mano: né lavoro, né pensione. 

E’ necessario quindi che lo Stato trovi una soluzione per sostenere il reddito degli esodati. Ma quanti soldi serviranno? Se la controversa “quota 65 mila” sarà quella definitiva, allora dovrebbero bastare i cinque miliardi di euro previsti all’inizio.

Per correggere quello che da subito era apparso come uno degli aspetti più iniqui della prima manovra targata Mario Monti, il Governo aveva deciso di stanziare – con il salva-Italia e poi con il Milleproroghe – fondi variabili negli anni: dai 240 mila euro dell’anno prossimo fino ai 300 milioni del 2019, passando per gli 1,2 miliardi del 2016.

“L’importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata col decreto Salva Italia – si legge ancora nella nota del ministero – è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze senza dover ricorrere a risorse aggiuntive”.

I sindacati però non ci stanno. “Se non fosse un problema importante e tragico per le persone coinvolte – ha commentato il segretario della Cgil, Susanna Camusso – quello sugli esodati apparirebbe come un gioco di prestigio. Alla fine di una lunga indagine si ha lo stesso numero contenuto nel Milleproroghe su cui c’era una copertura insufficiente. Siamo di fronte a una cosa pericolosa. Se il governo conferma 65mila esodati a noi non resta che una strada: chiedere il licenziamento del presidente dell’Inps perché incapace di governare i contributi”. 

Secondo Raffaele Bonanni, leader della Cisl, il Governo “non è responsabile e non è rispettoso. Speriamo che la cosa si risolva. Ma così non va”.

Camusso sostiene che il numero degli esodati vada oltre i 300mila: “Una cifra – ha sottolineato – che viene da fonti ufficiali. Non l’ha inventata il sindacato”.

Le parti sociali hanno chiesto l’apertura di un tavolo di confronto per chiarire nel dettaglio la questione. Una richiesta ribadita oggi nel corso della manifestazione nazionale organizzata a Roma da Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

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