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Pensioni, come cambia l’investimento con il nuovo decreto 703

Atteso tra giugno e luglio, il nuovo decreto che rivede l’attuale 703/96 – Il tempo stringe: Italia a rischio infrazione comunitaria dopo il 22 luglio – Cosa cambia? “tutto è consentito tranne ciò che è espressamente vietato” – Via libera ai Fondi alternatvi come hedge fund e fondi di debito – Il nodo del principo “look through”

Pensioni, come cambia l’investimento con il nuovo decreto 703

Con il nuovo Decreto Ministeriale 703, atteso tra giugno e luglio, parte la rivoluzione copernicana nel mondo dei fondi pensione complementari (ma con ogni probabilità riguarderà in futuro anche le casse professionali).  Con la nuova legislazione, un rivisitazione del decreto 703/96  al momento in  vigore,  la previdenza potrà attingere a nuove aree di investimento prima precluse, come i fondi alternativi. Con  un radicale  cambio di prospettiva. Mentre l’attuale decreto 703 prevede che “tutto è vietato salvo  ciò che viene espressamente consentito”, il nuovo sistema sarà fondato sul principio opposto: “tutto è consentito tranne ciò che è espressamente vietato”.

Un cambio di approccio positivo per le pensioni? Per Assoprevidenza, l’associazione italiana per la previdenza complementare, le misure stabilite dall’attuale decreto (i limiti degli investimenti, l’istituto della banca depositaria, i divieti civilistici di concentrazione degli investimenti e la soggettività imposta ai fondi pensione) si sono dimostrate vincenti per la sicurezza degli aderenti. “Tuttavia – sottolinea il presidente Sergio Corbello – anche una buona regolamentazione invecchia e alla luce dell’evoluzione del comparto della previdenza e dei mercati in generale, appare oggi inadeguato. Di riforma del decreto ministeriale 703/96 si discute da almeno quattro anni, ma il provvedimento tarda ad arrivare”.

Il tempo però stringe: il 22 luglio entra in vigore la direttiva Ue sui fondi alternativi (Dgefia, n. 2011/61/Ue) che punta alla libera circolazione dei fondi alternativi in Europa tramite l’istituzione di un passaporto analogo a quello dei fondi Ucts IV. Essendo investitori professionali, anche i fondi pensione dovranno essere nelle condizioni di poterli acquistare. Cosa che non avverrà in assenza del nuovo decreto. Ogni restrizione in questo senso costituirà però violazione dei principi comunitari di libera circolazione:  se il nuovo decreto non arriva prima del 22 luglio l’Italia rischia così una procedura di infrazione da parte dell’Ue.

I NUOVI INVESTIMENTI PER I FONDI PENSIONE

I fondi alternativi sono una delle principali asset class autorizzate dal Nuovo 703 e prima vietate. Si tratta di Oicr non armomnizzati (Fia come definiti dalla Dgefia) tra cui hedge funds, fondi immobiliari, fondi di debito (fondi che finanziano le imprese investendo nel loro debito, non solo in obbligazioni), private equity e nuove realtà legate alle energie rinnovabili. Ci sono comunque da rispettare dei limiti quantitativi così come nuovi e stringenti principi prudenziali e di controllo del rischio che fanno parte della nuova architettura del 703. Non mancano i nodi. A partire dal criterio di “look through”, ossia il principio generale di trasparenza della composizione del portafoglio titoli dell’investitore basato sulla necessità di esaminare gli investimenti dell’Oicr in cui vengono impiegate le risorse del fondo per verificare se siano conformi agli obiettivi.

“Se tale verifica presenta delle difficoltà già per i fondi “armonizzati”, i soli attualmente consentiti – spiega l’avvocato Francesco P. Crocenzi – è molto probabile che sorgeranno dei problemi ben più gravi nel caso di strutture master/feeder (strutture in cui il fondo feeder investe almeno l’85% dei suoi attivi nel fondo master, ndr) o di fondi di fondi aventi le caratteristiche di Fondi di investimento alternativi (Fia, intesi come fondi Oicr non armomnizzati, ndr), poiché sarà necessario guardare attraverso una serie di veli formati da altrettanti Oicr per conoscere gli investimenti sottostanti e valutare se sono conformi agli obiettivi di investimento del fondo pensione”. Ecco che i gestori degli Oicr (armonizzati o meno) in cui i fondi pensione investono dovrebbero essere preparati a rivelare gli investimenti nella misura richiesta dai fondi pensione.

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