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Pechino alza la quota di reddito esente da tasse, ma impone i contributi sociali per gli espatriati

Il governo cinese ha deciso di allargare ai lavoratori stranieri i propri schemi pensionistici e l’assistenza ospedaliera. Ma a un costo.

Pechino alza la quota di reddito esente da tasse, ma impone i contributi sociali per gli espatriati

Le imprese che mandano dirigenti in Cina dovranno rifare i conti. Da un lato ci sono buone notizie: si prepara (per tutti, non solo per gli stranieri) un aumento del 50% della quota esente, che passerà da 2000 a 3000 yuan mensili (da 215 a 320 euro). Oggi solo il 28% dei cittadini paga l’imposta sul reddito personale, ma con l’aumento della parte esente la quota dei ‘paganti’ scenderà al 12%. Dall’altro lato, si prepara una stangata per quel che riguarda i contributi sociali, sia per gli stranieri il cui datore di lavoro è non-residente, che per i lavoratori stranieri alle dipendenze di società cinesi. Oggi gli stranieri non rientrano negli schemi pensionistici cinesi né nell’assistenza ospedaliera, mentre domani avranno accesso all’intera rete di sicurezza sociale, che include sussidi di disoccupazione (non generosi) o assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. I singoli dovranno pagare circa 100 dollari al mese, e i loro datori di lavoro circa tre volte tanto.

http://www1.chinadaily.com.cn/china/2011-06/01/content_12616114.htm
http://www.chinadaily.com.cn/usa/china/2011-05/31/content_12608685.
htm http://online.wsj.com/article/SB10001424052702304563104576357250866060010.html?mod=djemITPA_h

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