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Pd, Raggi, Roma: errare è umano, perseverare è diabolico

Uno schieramento comune a Roma tra Pd e Cinque Stelle alle prossime elezioni comunali, come proposto dall’ex braccio destro di Zingaretti nel Lazio, equivarrebbe ad assolvere la Raggi, che è stata il peggiore sindaco della storia e a provocare al Pd il più clamoroso degli autogol

Pd, Raggi, Roma: errare è umano, perseverare è diabolico

Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Già qualche settimana fa, prima delle elezioni umbre, aveva sollevato un coro di critiche l’inedita sortita del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, incredibilmente morbido nei confronti del sindaco grillino di Roma, Virginia Raggi, che passerà alla storia come la peggior prima cittadina della Capitale. Poi, arrampicandosi goffamente sugli specchi, Zingaretti aveva corretto il tiro rimarcando il ruolo di opposizione del Pd all’attuale amministrazione capitolina, che sarà ricordata per le montagne di rifiuti che invadono la città, per i trasporti pubblici allo sbando, per l’assenza di qualunque progetto di infrastrutture, per il No alle Olimpiadi e per il flop dello stadio della Roma, oltre che per la sequela di scandali e per la girandola senza fine di assessori.

Se il Pd vuol sperare di riprendersi la guida di Roma, il minimo che possa fare è un processo senza attenuanti alla pessima giunta grillina e al suo sindaco, che ovviamente non esclude anche l’autocritica sul passato. Invece, non solo sta consegnando la bandiera della lotta alla Raggi a Matteo Salvini e alla Lega ma, con l’ex braccio destro di Zingaretti alla Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio arriva addirittura a proporre un abbraccio fatale con i Cinque Stelle sia alle suppletive per la sostituzione di Paolo Gentiloni alla Camera che alle prossime elezioni comunali. Il che, letto in controluce, vorrebbe dire mettere il silenziatore a ogni critica alla Raggi per la gioia infinita di Salvini e di tutto il centrodestra, che intravede la possibilità di riconquistare Roma, come se il sindaco Alemanno non fosse mai esistito.

Che cosa propone infatti Smeriglio? Primarie del centrosinistra aperte ai Cinque Stelle per scegliere il nuovo parlamentare ma anche il nuovo candidato sindaco. Naturalmente Smeriglio premette che la Raggi non potrà candidarsi, ma è immaginabile un accordo elettorale per Roma con i Cinque Stelle, che difendono a spada tratta l’esperienza Raggi e ne vogliono il bis, in cui si possa sparare a zero sul fallimento dell’attuale sindaco? Ovviamente non ci crede nessuno e la precondizione di Smeriglio (escludere la candidatura Raggi alle prossime elezioni comunali) ha il valore di una foglia di fico. Il risultato, oltre all’abbraccio fatale del Pd con i Cinque Stelle a Roma sarebbe uno solo: silenziare le critiche alla Giunta Raggi e aprire una prateria davanti all’aggressiva campagna elettorale romana di Matteo Salvini e della Lega.

Un suicidio così in casa Pd s’era visto solo all’epoca della segreteria Bersani con quell’incontro in streaming con i deputati dei Cinque Stelle che rappresentò uno dei momenti più umilianti della storia del partito. Se continuerà su questa strada, Zingaretti ha buone probabilità di fare ancora peggio e a poco sembrano valere per il Pd i continui schiaffoni che i Cinque Stelle gli rifilano ogni volta che si riparla di alleanze locali dopo il tracollo umbro. Errare è umano ma perseverare è davvero diabolico.

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