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Patrizia Grieco: “Quote rosa sì, ma è il merito la vera sfida dell’Italia”

INTERVISTA a PATRIZIA GRIECO – L’amministratore delegato di Olivetti crede nel ruolo delle donne e nella loro determinazione: “Il cambiamento nei percorsi formativi ne è l’esempio e le donne sono le migliori all’università” – Oggi il problema sono i giovani, anche uomini: “Il merito è lo strumento più democratico che ci sia e l’unico che bisogna adottare”.

Patrizia Grieco: “Quote rosa sì, ma è il merito la vera sfida dell’Italia”

Una manager audace, una donna determinata, una mamma attenta. E’ tutto questo Patrizia Grieco, presidente e amministratore delegato di Olivetti (gruppo Telecom Italia) che ha preso le redini del gruppo 4 anni fa e ha risollevato l’azienda vicina al fallimento. Impegno, studio e costanza hanno segnato il suo lavoro, da quando era il braccio destro di Marisa Bellisario all’Italtel, fino ad oggi. FIRSTonline ha voluto celebrare con lei la festa della donna.

FIRSTonline – Dott.ssa Grieco, questo sarà il primo 8 marzo dall’entrata in vigore della nuova legge sulle quote rosa, che prevede l’ingresso di quasi 500 donne nei cda delle società quotate. Si tratta di un cambiamento di sostanza o di pura apparenza?

Grieco – Di un cambiamento di sostanza importante, soprattutto se verrà ben interpretato dalle aziende che dovranno applicare la legge. Non nego che sarebbe stato meglio arrivarci attraverso un percorso diverso, con una vera e propria valutazione sui contributi che possono apportare le donne alle aziende. Ma sicuramente le quote rosa sono un importante passo in avanti. Inoltre misure come questa sono apprezzate a livello comunitario. Lo ha ricordato qualche giorno fa il commissario Ue per la giustizia Viviane Reading, che ha lamentato che la percentuale rosa ai vertici delle società europee sta crescendo troppo lentamente.

FIRSTonline – Non sarebbe più significativo imporre le quote rosa a livello del management piuttosto che nei cda?

Grieco – Credo che a livello manageriale un’azienda debba premiare il merito e non valutare il genere. La selezione del personale meritevole non si può basare sul sesso. Se guardo indietro al mio percorso, nel panorama italiano sono stati fatti passi significativi. Il tetto di cristallo che prima opprimeva le donne dal basso ora si è spostato più in alto e cercare di infrangerlo attraverso la legge non può che essere benefico. Nell’essere umano bisogna apprezzare le competenze, l’impegno, la determinazione e il merito. Le donne negli ultimi anni hanno iniziato percorsi formativi molto diversi, adeguandosi alle esigenze delle aziende. Il fatto che abbiano abbandonato studi più tradizionali per mettersi in linea con il fabbisogno delle società è sicuramente la chiave di volta. E non solo ci sono più donne laureate che uomini ma i laureati bravi sono sempre più ragazze. E le aziende ne tengono conto.

FIRSTonline – Come si conciliano famiglia e carriera? E lei come ha fatto?

Grieco – Ormai mia figlia ha 30 anni e il problema è suo. Penso sia un fatto molto personale che dipende dalla famiglia, dal rapporto che si instaura con il marito. Sicuramente le nuove generazioni hanno un approccio completamente diverso rispetto ai giovani della mia generazione. Entrambi i genitori si pongono in modo paritario nei confronti dei doveri della famiglia e questo è un contributo importante per il lavoro femminile. Poi certamente qualche infrastruttura sociale in più non sarebbe dannosa, anzi, oggi sono troppo poche e scarse.

FIRSTonline – Dopo le quote rosa quali sono i prossimi passi da compiere a favore delle donne?

Grieco – In Italia il problema è più vasto e riguarda la meritocrazia in generale. Della mancanza di apprezzamento del merito ne soffre una categoria più ampia di quella delle donne, i giovani. Più che sul lavoro femminile bisognerebbe concentrarsi sulla situazione pericolosa e drammatica che stanno affrontando le nuove generazioni. Noi donne siamo prima di tutto madri di figli che faticano a entrare nel mondo del lavoro. Credo che oggi tutte noi dobbiamo impegnarci a favorire l’inserimento di giovani, uomini o donne che siano, al mercato del lavoro. Il merito è lo strumento più democratico che ci sia e l’unico che bisogna adottare. E’ questa la vera sfida dell’Italia di oggi.

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