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Parte dall’Ercole Olivario il riscatto dell’olio italiano

Dopo l’assurda mossa dell’Europarlamento che spalanca le porte del Vecchio continente all’olio tunisino danneggiando il Made in Italy, il mondo dell’Olio Italiano si ritrova a Perugia dal 13 al 19 marzo per una delle più importanti manifestazioni del settore: l’ “Ercole Olivario”, il concorso nazionale che premia la valorizzazione delle eccellenze olearie italiane.

Parte dall’Ercole Olivario il riscatto dell’olio italiano

Mentre l’Europarlamento vota per l’importazione senza dazi nella Unione Europea di 35.000 tonnellate in più l’anno di olio d’oliva tunisino “una scelta sbagliata, che non aiuta i produttori tunisini, danneggia quelli italiani ed aumenta il rischio delle frodi a danno dei consumatori” secondo quanto affermato da Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti, il mondo dell’Olio Italiano si ritrova a Perugia dal 13 al 19 marzo per una delle più importanti manifestazioni del settore: l’ “Ercole Olivario” il concorso nazionale che premia la valorizzazione delle eccellenze olearie italiane.

“Il Concorso Ercole Olivario, che da ventiquattro anni individua le punte di diamante della qualità produttiva italiana, può essere uno strumento strategico per valorizzare anche oltreconfine il meglio del made Italy” ha affermato il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa, osservando come “le aziende selezionate con questo premio possono diventare, straordinari “testimonial” all’estero non solo delle nostre produzioni di eccellenza ma anche degli stessi territori da cui traggono origine”.

Assume pertanto particolare importanza quest’anno la manifestazione umbra perché può offrire terreno di dibattito per i produttori, per le istituzioni centrali e territoriali, per gli operatori economici italiani ed esteri, per il mondo enogastronomico che si ritroveranno attorno ad uno dei simboli più prestigiosi del made in Italy, l’olio extravergine, che registra segnali di ripresa dopo un’annata che resterà l’annus horribils del comparto per le avverse condizioni atmosferiche e la Xiella, con un fatturato che quest’anno ha raggiunto il valore record di 3 miliardi di euro ed un impiego di manodopera per 50 milioni di giornate lavorative e che mai come in questo momento deve difendere le posizioni acquisite e lanciare nuove strategie di espansione in Italia ed all’estero.

E’ notizia infatti dei giorni scorsi che le esportazioni dell’agroalimentare italiano hanno registrato il record di 36 miliardi di euro (+7%). E i settori che hanno incontrato il maggior favore all’estero sono stati per l’11% l’ortofrutta, per il 10% l’olio di oliva, per il 9% la pasta, per il 6% il vino, che ha realizzato il record storico con un pre-consuntivo annuale di 5,4 miliardi di fatturato realizzati oltre i confini nazionali.

All’edizione 2016 del concorso partecipano 17 regioni con 249 etichette che vedono in testa la Regione Lazio con 47 etichette, seguita dall’Umbria con 40, dalla Sardegna con 26 da Puglia e Sicilia con 24, da Calabria e Abruzzo con 19, da Toscana con 17, Campania con 10. Seguono la Liguria con 6 le Marche con 4, il Molise e la Lombardia con 3, il Veneto, la Basilicata e l’Emilia Romagna con 2, e il Trentino con una.

I dati statistici ricavati da Flos Olei sulla base del National Institute of Statistics, e dal Serrvice Institute for the agricultural and food market per la Campagna olearia 2014-2015 rendono bene l’idea di dell’importanza del comparto olivicolo italiano e soprattutto delle sue prospettive economiche. In Italia ci sono ben 1.089.245 ettari coltivati a olio di oliva, di cui 121.138 a coltivazione biologica. Quello che è stato definito il nostro “oro verde” viene prodotto da 180 milioni di piante lungo tutto l’arco del territorio nazionale con oltre 500 cultivar. I frantoi attivi in tutta Italia assommano a 4647 unità.

I dati sulla produzione nella campagna 2014/2015 danno 222.007 tonnellate per la massima parte in Puglia che è la regione più produttiva seguita da Calabria Sicilia, Sardegna e Toscana. Commentando questi dati nel corso della conferenza stampa l’onorevole Colomba Mongiello componente della Commissione Agricoltura della Camera e vicepresidente della Commissione Parlamentare sui fenomeni della Contraffazione, ha sottolineato che la produzione dell’olio italiano soddisfa solo la metà dei nostri consumi nazionali e comunque l’Italia è il primo paese esportatore al mondo di olio di qualità.

Questo significa che il nostro paese si apre a grandi prospettive proprio perché l’olio italiano ha saputo garantire nel tempo un livello di qualità che oggi ci viene riconosciuto internazionalmemnte. Per questo non è irreale ipotizzare un raddoppio della nostra capacità produttiva coinvolgendo, istituzioni, produttori, buyers internazionali. Proprio con il fine di promuovere le eccellenze olivicole Made in Italy, Ercole Olivario ha avviato un’attività di cooperazione con l’ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – che agevolerà i rapporti economici e commerciali delle imprese italiane presso i mercati internazionali.

“Dopo la sfortunata campagna olearia 2014/2015 – dichiara Giorgio Mencaroni, Presidente del Comitato di Coordinamento del Concorso – il 2016 vuole essere l’anno del riscatto per l’olio extravergine italiano di qualità. Ercole Olivario rappresenta una vetrina imprescindibile e al contempo un importante momento di confronto per tutti gli attori del comparto olivicolo, coinvolgendo istituzioni, associazioni di categoria, operatori e pubblico. Quello dell’olio è senza ombra di dubbio un settore fondamentale all’interno del panorama agroalimentare nazionale e per l’immagine del Bel Paese, che necessita ora più che mai di essere promosso e tutelato”.

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