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Palazzo Ducale, il “Giovane Tintoretto” torna a Venezia

Il giovane Tintoretto è la nuova mostra del Palazzo Ducale di Venezia curata da Roberta Battaglia, Paola Marini, Vittoria Romani, e che ripercorre i passi dell’artista nel suo periodo giovanile e più florido attraverso circa 60 opere tra quelle già presenti nel museo e molti prestiti da altre gallerie internazionali

Palazzo Ducale, il “Giovane Tintoretto” torna a Venezia

L’ultima volta che Jacopo Robusti, in arte Tintoretto, ha messo piede a Venezia è stato ottant’anni fa, ma quest’anno a partire dal 7 settembre fino al 6 gennaio 2019 a Palazzo Ducale è tornato con i suoi dipinti oggetto di una una mostra monografica sull’artista, centrata sul periodo più fecondo della sua arte – dalla piena affermazione, verso metà degli anni Quaranta del Cinquecento, fino agli ultimi lavori – e in contemporanea una grande mostra alle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal titolo Il giovane Tintoretto, dedicata invece ai capolavori del primo decennio di attività e al contesto fecondo in cui egli avviò il suo percorso artistico.

Il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento, colui che più ha maggiormente incarnato lo spirito di Venezia con il marchio inconfondibile del suo genio – chiamato da dogi e notabili ad abbellire palazzi e chiese della città – è stato in effetti capace di stupire e impressionare intere generazioni di amanti dell’arte. Ha stupito i suoi contemporanei, impressionato El Greco, Rubens e Velasquez, anticipato per molti versi la sensibilità di artisti contemporanei e ora, a 500 anni dalla nascita, torna ad affascinare il pubblico in occasione delle celebrazioni che tutta Venezia gli dedica, a partire dal prossimo settembre.

Punto focale è l’imponente progetto espositivo che fin dal 2015 la Fondazione Musei Civici di Venezia ha sviluppato con la National Gallery of Art di Washington e che ha trovato la piena collaborazione delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.

La mostra Il giovane Tintoretto è curata da Roberta Battaglia, Paola Marini, Vittoria Romani e ripercorre attraverso circa 60 opere il primo decennio di attività del pittore veneziano, dal 1538, anno in cui è documentata un’attività indipendente di Jacopo Robusti a San Geremia, al 1548, data del clamoroso successo della sua prima opera di impegno pubblico, il Miracolo dello schiavo, per la Scuola Grande di San Marco, oggi vanto delle Gallerie dell’Accademia: un percorso appassionante che ricostruisce quel periodo straordinario di stimoli e sperimentazioni grazie ai quali Tintoretto ha rinnovato profondamente la pittura lagunare, in un momento di grandi cambiamenti.

La mostra riunisce 26 eccezionali dipinti di Tintoretto, valorizzando al contempo le opere della collezione permanente del museo e inserite all’interno di una nuova prospettiva e affiancate a prestiti provenienti dalle più importanti istituzioni pubbliche e private del mondo: dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Washington, dal Museo del Prado di Madrid agli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Borghese di Roma al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Museum of Fine Arts di Budapest alla Fabbrica del Duomo di Milano, dalla Courtauld Gallery di Londra al Wadsworth Atheneum di Hartford. Tra i capolavori di Tintoretto che i visitatori potranno ammirare ci sono la Conversione di San Paolo della National Gallery of Art di Washington e la Contesa tra Apollo e Marsia di Hartford, esposti ora per la prima volta in Italia, la Disputa di Gesù nel tempio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Cena in Emmaus di Budapest e i soffitti provenienti da Palazzo Pisani a Venezia, ora alle Gallerie Estensi di Modena.

Il percorso espositivo indaga quel periodo della formazione di Tintoretto, non facilmente riconducibile a una bottega o a una personalità individuata, mettendolo in relazione con il contesto artistico e culturale veneziano degli anni trenta e quaranta del Cinquecento. In questo modo verrà chiarito come l’artista acquisì e trasformò i suoi modelli per sviluppare uno stile drammatico e rivoluzionario, attraverso le suggestioni ricevute da Tiziano, Pordenone, Bonifacio de’ Pitati, Paris Bordon, Francesco Salviati, Giorgio Vasari, Jacopo Sansovino, presenti in mostra con opere significative. Saranno inoltre esposti i dipinti e le sculture di artisti della generazione di Tintoretto che lavorarono nello stesso ambiente, tra i quali Andrea Schiavone, Giuseppe Porta Salviati, Lambert Sustris e Bartolomeo Ammannati. Accompagna la mostra un importante volume, edito da Marsilio Electa, con saggi di Robert Echols e Frederick Ilchman, Vittoria Romani, Roberta Battaglia, Paola Marini, Paolo Procaccioli e Luciano Pezzolo.

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