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Pagamenti digitali: Axepta (Bnl) va alla francese Worldline

La banca italiana (che fa parte di Bnp Paribas) cede l’80% del capitale al gruppo francese, concorrente di Nexi, per 180 milioni

Pagamenti digitali: Axepta (Bnl) va alla francese Worldline

Ancora un’operazione finanziaria sull’asse Italia-Francia. Worldline, gruppo transalpino dei pagamenti digitali, ha infatti acquisito l’80% di Axepta Italia, che fa parte di Bnl, la banca che è a sua volta passata sotto il controllo del gruppo francese BNP Paribas nel 2006. L’acquisizione vale 180 milioni di euro e rinforza una partnership che si era già materializzata un paio di mesi fa quando Axepta Benelux e Worldline avevano insieme chiuso un’operazione che vedeva Axepta portarsi a casa parte delle attività di Worldline in Lussemburgo e di Ingenico (controllata anch’essa dai francesi) in Belgio. Ingenico è un gruppo francese storico, fondato nel 1980 e inventore del terminale di pagamento per il bancomat (il cosiddetto POS), strumento che sta per essere superato dai pagamenti online e da soluzioni 2.0, ma nonostante questo a ottobre 2020 è stato comprato da Worldline (il 94% del capitale, con una quota ancora in mano a Bank of America) e ancora oggi viene valutato intorno ai 2,5 miliardi da tre pesi massimi del private equity americano, Apollo, Cerberus e Platinum, che secondo la stampa francese gli avrebbero messo gli occhi addosso.

Tornando all’operazione Axepta, il closing è previsto entro inizio 2022 e Worldline prevede che l’accordo aggiunga un fatturato annuo di circa 50 milioni di euro una volta completato, con una crescita media attesa nei prossimi 4 anni a doppia cifra. Bnl manterrà il 20% del capitale. La mossa dei francesi conferma che il mercato dei pagamenti digitali italiano, per quanto dominato da Nexi (che dopo la fusione con Sia è anche il principale concorrente di Worlwide nel panorama europeo), è molto interessante: in un Paese dove il denaro in contanti la fa ancora da padrona, il cashless ha oggettivamente un ampio margine di crescita. Casomai l’acquisizione non convince del tutto sul versante italiano, dove si temono ripercussioni occupazionali sulla società che occupa attualmente 110 dipendenti. Secondo Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin l’operazione “non porta alcun valore aggiunto sul piano strategico al posizionamento del gruppo Bnl-Bnp, che anzi si autoestromette da un settore fondamentale”.

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