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Ocse: la Fed deve alzare i tassi

Secondo l’organizzazione parigina la Banca centrale Usa dovrebbe iniziare una progressiva stretta monetaria nella seconda parte dell’anno. Altrimenti rischierà in futuro di dover adottare misure “più violente e distruttive”.

Ocse: la Fed deve alzare i tassi

E’ arrivato il momento per la Fed di alzare i tassi di interesse. Questa l’opinione dell’Ocse, che tiene conto delle migliorate previsioni per la crescita economica degli Stati Uniti nei prossimi mesi. Nelle sue stime di metà anno, l’organizzazione sostiene che il Paese crescerà del 2,6% nel 2011, per un aumento dello 0,4% rispetto all’analisi dello scorso novembre.

Numeri positivi, ma inferiori alle aspettative della Banca centrale americana, che lo scorso aprile aveva previsto uno sviluppo annuale fra il 3,1 e il 3,3%. A frenare l’espansione in questo momento sono principalmente gli alti prezzi dell’energia e delle materie prime. Nonostante tutto, l’Ocse raccomanda alla Fed di iniziare a ritirare nel corso dell’anno alcuni degli aiuti straordinari all’economia. “Sarebbe necessaria una modesta riduzione dello stimolo monetario nella seconda parte del 2011”, si legge nel rapporto dell’organizzazione.

Secondo Alan Detmeister, responsabile del dipartimento per l’economia americana all’Ocse, la Banca centrale statunitense dovrebbe alzare il tasso di rifinanziamento almeno all’1% nei prossimi mesi. L’alto livello di disoccupazione (attualmente al 9%) non è considerato una ragione sufficiente per mantenere i tassi a livello minimo. Questa politica rischia di far viaggiare eccessivamente l’inflazione e di gonfiare nuove bolle speculative.

Anche se le politiche della Fed sembrano orientate diversamente, l’ente parigino ritiene che una stretta moneataria debba arrivare al più presto. Per Detmeister un tasso “neutrale”, che non rallenterebbe né darebbe grande impulso alla crescita, sarebbe intorno al 4,5%. Iniziare adesso a stringere i lacci della borsa potrebbe quindi evitare che in futuro si presenti la necessità “di manovre ben più violente e potenzialmente distruttive”.

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