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Nucleare: le Regioni sono stanche delle scorie

Audizione in Senato dei rappresentanti regionali che puntano il dito contro i ritardi del governo. Non ancora pubblicata la Carta delle aree idonee ad accogliere i rifiuti radioattivi

Nucleare: le Regioni sono stanche delle scorie

Cosa manca all’Italia per regolare una volta e per sempre i suoi conti con il nucleare ? Chiarire a territori e poteri locali che le scorie delle vecchie centrali saranno messe al sicuro per tutto e tutti ? Manca l’abbrivio. Il primo passo burocratico ed operativo che , guarda caso, mette in circolo anche investimenti per un paio di miliardi . Il programma di smantellamento delle vecchie centrali è in atto, ma nonostante l’impegno della Sogin (la Società che in carico i siti ), i costi nella bolletta elettrica, i poteri locali periodicamente ne parlano a Roma.

Ancora ieri in Senato nella Commissione Industria, commercio e turismo, dove sono arrivati i rappresentanti delle Regioni. Quelli che hanno in casa le vecchie centrali e quelli che potrebbero accogliere il futuro deposito dei rifiuti. Un sito non ancora progettato, immaginato e passato per le mani di una mezza dozzina di governi. L’impatto più forte per il futuro deposito è sui territori. In quelle aree che accoglieranno sì i rifiuti, ma che avranno anche opportunità economiche ed occupazionali. Ovviamente tutti prima vogliono sicurezza per la salute e l’ambiente. E tutti aspettano la pubblicazione della Carta delle aree idonee. In ritardo di anni e primo passo per recuperare il tempo andato. Serve a capire finalmente dove potranno essere custoditi i bidoni con il teschio.

Su questo punto la voce delle Regioni è unanime , riconoscendo ,peraltro, proprio alla Sogin una certa competenza a partire dalla sua Scuola di formazione a Caorso. La Società non è vista come il principale ostacolo alla conclusione di una speranza energetica tramontata più di trent’anni fa . Il punto critico è la politica. La mancanza di volontà di dire ai territori cosa , come e quando si farà . Le Regioni hanno ricordato al governo che entro febbraio doveva recepire la direttiva Euratom 59 del 2013. Non lo ha fatto ed ha compromesso ulteriormente l’efficacia di un percorso già complesso di suo.

Non si pensi nemmeno di mandare le scorie radioattive sulle isole. Non si abbia la presunzione di chi tutto può fare, dove crede, magari contraddicendo il no a nuove infrastrutture. Le scelte devono essere ponderate anche se portano investimenti. Donatella Spano , Assessore all’Ambiente della Sardegna ha allontanato ogni ipotesi di costruire il sito sull’isola. Sia chiaro – ha detto – noi non perdiamo occasione per esprimere il nostro assoluto no. Con noi ci sono i sindaci consapevoli di quello che hanno vissuto quando avevano le basi militari americane. Da qualche parte poi bisogna pur farlo. L’audizione in Senato ha confermato che siamo lontanissimi dallo smantellamento, dalla riconversione dei siti e dalla custodia delle scorie. Un ingombro antico , ma con un peso notevolmente diverso per chi ha scommesso su un Italia all green.

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