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Nordcorea, le due facce di Pyongyang

Il complesso dell’Haedanghwa, nuovo elegante e dispendiosissimo centro commerciale, propone a una clientela selezionata marchi di lusso occidentali e sudcoreani a prezzi proibitivi – L’apertura dell’Haedanghwa ha scatenato una guerra del lusso all’ombra degli austeri edifici di stile sovietico

Nordcorea, le due facce di Pyongyang

La capitale della Corea del Nord vanta un nuovo elegante e dispendiosissimo centro commerciale, che propone a una clientela selezionata marchi di lusso occidentali e sudcoreani a prezzi proibitivi. Il complesso dell’Haedanghwa non ospita solo l’enorme ed esclusivo shopping center, ma anche ristoranti, caffè, saloni di bellezza, una piscina e una sauna. Il giornalista Du Baiyu, corrispondente a Pyongyang per l’agenzia di stampa cinese Xinhua, paragona l’atmosfera che si respira all’Haedanghwa a quella dei quartieri più eleganti di Pechino o di Shangai, e osserva come sia facile incontrare a passeggio per il centro commerciale – nonostante i prezzi sempre affollatissimo – tipi che non stonerebbero in un locale di grido della capitale cinese.

L’apertura dell’Haedanghwa ha scatenato una guerra del lusso all’ombra degli austeri edifici di stile sovietico: il Taedonggang Diplomatic Club, fino a poco tempo fa bastione dell’opulenza made in North Korea, prima riservato a un’élite internazionale molto ristretta, ha lanciato una disperata campagna per recuperare clienti. Per quanto eclatanti, i casi dell’Haedanghwa e del Taedonggang Diplomatic Club non sono isolati, nell’ultimo anno il quartiere di Changchon a Pyongyang, chiamato anche “North Korea’s Manhattan” o “little Dubai”, ha assistito a una vera e propria invasione di ristoranti e negozi rivolti a clienti facoltosi, in cui è possibile pagare sia nella moneta locale – lo won nordcoreano – sia in dollari. Tutto questo però non rappresenta che una delle due facce della metropoli: con un’economia sull’orlo del collasso per l’isolamento internazionale, la mancanza di infrastrutture e l’insufficienza del comparto produttivo, la maggioranza della popolazione lotta per sopravvivere, sperando di trovare nei negozi di proprietà dello Stato quei generi di prima necessità che sarebbe troppo costoso acquistare altrove. Per avere un’idea della distanza tra le due anime della capitale, basti pensare che se un salario medio ammonta a 3000 won al mese, un piatto di bibimbap (piatto coreano di riso, verdure e uova) in un ristorante di lusso ne costa 8000.


Allegati: The Chosun Ilbo – Chinese Correspondent Baffled by Pyongyang High Life

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