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Nomine pubbliche: da Cdp a Fs, 518 poltrone per Draghi

Si tratta di aziende controllate direttamente (15) o indirettamente (75) dal ministero dell’Economia – Vanno rinnovati 74 Cda e 41 collegi sindacali. Ecco la mappa del centro studi CoMar

Nomine pubbliche: da Cdp a Fs, 518 poltrone per Draghi

Non solo vaccini, non solo Recovery Plan. Nei prossimi mesi lo Stato sarà impegnato anche in un’altra partita: quella delle nomine pubbliche. Le scelte del governo Draghi su questo fronte potrebbero rivelarsi decisive per l’efficacia dell’azione di rilancio economico. Il ricambio in arrivo, infatti, è particolarmente ampio. In tutto, le assemblee di bilancio dovranno rinnovare 115 organi sociali, di cui 74 consigli d’amministrazione e 41 collegi sindacali in 90 società controllate dal ministero dell’Economia. La partita riguarda in tutto 518 persone, di cui 342 consiglieri e 176 sindaci. A fare i calcoli è il centro studi CoMar, che ha pubblicato la quarta edizione dell’analisi sul governo di tutte le Partecipate dello Stato.

Una delle partite decisive riguarda la Cassa depositi e prestiti, affidata tre anni fa dal governo gialloverde all’amministratore delegato Fabrizio Palermo, ora in scadenza. La nomina è cruciale perché Cdp è attiva su molti fronti, da Autostrade alla rete unica (la Cassa è azionista di Tim con il 9,8% ed è socia di Enel nel capitale di Open Fiber). Sempre Cdp detiene la partecipazione di controllo di Poste ed Eni (dove Claudio Descalzi si aspetta una riconferma) come illustra l’organigramma qui sotto.

Fonte: Rapporto Nomine 2021 – CoMar

Tra le società controllate direttamente dal ministero dell’Economia, l’infornata di nomine riguarda anche Enel e Leonardo, oltre che società ad alta sensibilità politica come la Rai (improbabile la riconferma dell’ad Fabrizio Salini). C’è poi il blocco delle società che erogano i servizi dello Stato come l’immobiliare pubblica Invimit, la società informatica Sogei (anagrafe tributaria), il Gestore dei servizi energetici (Gse), e ancora Trenitalia, Rete ferroviaria italiana (Rfi) e Consap assicurazioni, che sono in sospeso da giugno.

Un’altra scelta decisiva sarà quella relativa alla guida delle Ferrovie, oggi in mano all’amministratore delegato Gianfranco Battisti. Fs è la più grande stazione appaltante italiana e controlla Anas (attualmente amministrata da Massimo Simonini, anche lui in scadenza), che è la seconda stazione appaltante.

Da rinnovare c’è poi il vertice di Saipem, presieduta dall’ex amministratore delle Poste Francesco Caio, consigliere del governo giallorosso per l’Ilva e guidata da Stefano Cao.

Delle 90 società, 15 sono a controllo diretto. La lista comprende Cassa Depositi e Prestiti, Eur, Ferrovie dello Stato, Gse – Gestore dei Servizi Energetici, Invimit, Rai e Sogei, ma anche Banca Mps o Leonardo per i Collegi Sindacali. Gli incarichi totali da assegnare sono 91. Le partecipate dirette producono ricavi per 69,8 miliardi di euro complessivi e hanno in tutto 193.367 dipendenti (senza considerare i 448,7 miliardi di euro di attivo e i 36,1 di patrimonio netto della sola Cdp).

Sono 75, invece, le società a controllo indiretto. La maggior parte è detenuta attraverso Enel, Eni, Ferrovie (con Anas), Invitalia e Poste Italiane. Su questo fronte, le nomine previste sono 427.

Tra i criteri che si dovranno seguire vi è quello dell’equilibrio di genere. Sui 518 componenti uscenti, le donne sono 162, pari al 31,3%. Le donne sono maggiormente presenti nelle controllate dirette del Mef (30 donne su 91 amministratori, il 33%) rispetto alle indirette (132 su 427, il 30,9%) e nei Collegi sindacali (63 su 176 sindaci totali, il 35,8%) rispetto ai Cda (99 su 342, il 28,9%).

Il settore pubblico conta 6.130 imprese attive, ma CoMar ha calcolato che, considerando le sole 32 società industriali e di servizi (escluse, quindi, banche e assicurazioni), il fatturato totale supera i 241,4 miliardi di euro e gli utili sono oltre i 26,8 miliardi di euro, per un totale di 471.284 dipendenti. Di queste 32 aziende, 12 sono quotate in Borsa (Enav, Enel, Eni, Fincantieri, Leonardo, Italgas, PosteItaliane, Rai Way, Saipem, Snam, STMicroelectronics, Terna), per una capitalizzazione che a fine febbraio 2021 era di 167,3 miliardi di euro, il 26,3% del valore complessivo. Altre due società hanno strumenti finanziari quotati (Ferrovie dello Stato e Rai).

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