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No Green Pass, al Porto di Trieste la polizia sgombera con cariche e idranti

Il varco 4 del Porto di Trieste è stato liberato. Le forze dell’ordine hanno usato lacrimogeni e idranti contro i manifestanti per ripristinare il regolare svolgimento delle attività. Sciopero prolungato fino al 21 ottobre

No Green Pass, al Porto di Trieste la polizia sgombera con cariche e idranti

A tre giorni dall’introduzione del Green pass obbligatorio sul posto di lavoro continuano le tensioni al Porto di Trieste. Dopo lo sgombero avvenuto durante la mattina del 18 ottobre, la protesta dei portuali, ormai diventata la manifestazione dei no vax contro la certificazione verde, prosegue fuori dallo scalo. Nonostante le proteste, le attività non si sono mai fermate veramente, dato che i portuali hanno continuato a presidiare il varco 4 lasciando libero l’accesso così che l’attività potesse proseguire fatta eccezione per qualche rallentamento e disagio.

Le forze dell’ordine sono intervenute nella mattina del 18 ottobre per la liberazione del varco 4 del Molo 7 del Porto di Trieste. Lo sgombero è stato deciso dalla Procura di Trieste e l’intervento era già trapelato in via non ufficiale nella giornata di domenica. I manifestanti si sono alzati in piedi intonando “La gente come noi non molla mai” e “Libertà”, prima che gli agenti azionassero gli idranti. Nonostante ciò, i manifestanti non hanno ceduto e non intendono lasciare il porto: sono i lavoratori portuali a fare da scudo tra le forze dell’ordine e i no pass per garantire l’incolumità di tutti e non lasciare che la situazione degeneri.

Dopo lo sgombero, gli agenti hanno iniziato a sparare lacrimogeni per disperdere la folla che continuava a stazionare sul porto. I disordini poi si sono spostati nell’area del parcheggio antecedente il Varco, così da consentire il regolare svolgimento delle attività.

Nel corso del weekend la gestione del presidio è stata caratterizzata da una certa confusione: già sabato alcuni organizzatori avevano dichiarato che i portuali sarebbero tornati al lavoro nella giornata di domenica, per poi fare dietro front, così come le successive dimissioni di Stefano Puzzer, ex leader del CLPT (Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste) un tentativo per destreggiarsi tra le due sponde della protesta: da una parte i lavoratori portuali contrari all’obbligo della certificazione verde e dall’altra i sindacati Cgil, Cisl e Uil che hanno invece invocato la liberazione del varco 4. Anche la prefettura e l’Autorità Portuale hanno invitato alla liberazione del porto.

Inoltre, l’ex portavoce dei portuali ha annunciato il prolungamento dello sciopero fino al 21 ottobre. E questo potrebbe portare ulteriori disagi con impatto su scala nazionale. Negli ultimi anni, il Porto di Trieste ha trovato un ruolo di rinnovata importanza, specie come scalo di collegamento tra il mediterraneo e la Mitteleuropa. In questo senso, l’autostrada del mare con la Turchia gioca un ruolo chiave, grazie ai traffici di navi ro-ro (Roll on/Roll off) per il trasporto merci su Tir e veicoli rotabili. Ma anche i collegamenti ferroviari che l’Adsp supporta con la controllata Adriafer, la società di manovre ferroviarie dello scalo, sono strategici.

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