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Napoli vede il rilancio di Palazzo Fuga. L’ex Albergo dei poveri diventa centro polivalente

La struttura situata al centro della città su iniziativa di Carlo III di Borbone a metà ‘700, oggi è tra i progetti strategici del Ministero della Cultura. Un restauro atteso da decenni.

Napoli vede il rilancio di Palazzo Fuga. L’ex Albergo dei poveri diventa centro polivalente

L’impatto architettonico è notevole, nel cuore di Napoli. Re Carlo III di Borbone lo fece edificare a metà del 700 per accogliere i poveri del suo Regno. E del Regno di Napoli, Palazzo  Fuga o Real Albergo dei poveri o Serraglio (seraculum = riparo) come è conosciuto dai napoletani, ne è stato un simbolo. E’ Patrimonio dell’Unesco. L’edificio per molto tempo è stato messo confronto con altre imponenti opere di città europee. I motivi principali di questi raffronti sono sostanzialmente due: gli oltre 100 mila metri quadrati di estensione e le vicissitudini storiche, sociali e politiche che ne hanno accompagnato la grandezza e la decadenza. Il Palazzo ha anche un grande valore ambientale, affacciato su una delle più belle piazze di Napoli, confina con l’ Orto Botanico e si trova all’inizio di un’arteria principale: via Foria, un tempo strada di accesso al cuore di Napoli, sotto la collina di Capodimonte.

Palazzo Fuga sarà un MANN 2

Da pochi giorni il recupero di Palazzo Fuga è rientrato nei progetti strategici del Ministero della Cultura. Napoli vive un momento magico per decine di iniziative culturali. Il turismo se ne aggiudica i vantaggi maggiori e per le festività pasquali si registra un + 20 % di presenze. Palazzo Fuga lo si apprezza dall’esterno. Ciò che lo ha riportato all’attenzione nazionale è la sua trasformazione in Centro culturale polivalente, a cominciare dalla futura sezione “Campania Romana”. Una sede museale che si aggiunge all’altra prestigiosa del Museo Archeologico Nazionale- MANN- distante circa 1 chilometro. Sarà un MANN 2. E’ stato il Ministro della Cultura  Gennaro Sangiuliano a presentare i prossimi lavori firmando con il Sindaco Gaetano Manfredi un protocollo tra Ministero e Comune di Napoli, avviando anche un tavolo tecnico. Nell’operazione c’è la novità del completamento lavori al 2026, dato che il progetto conta su un finanziamento di 100 milioni di euro del PNRR. Recentemente se ne sono aggiunti altri 33 con un decreto del Ministero della cultura. Nell’edificio troveranno posto le scuole di specializzazione storiche ed archeologiche, altre sezioni espositive per le centinaia di reperti sparsi nei depositi dei musei cittadini e una grande biblioteca. Alla fine anche Napoli avrà il suo Louvre, è stato detto, ricordando la prossima rassegna di giugno nella capitale francese: Napoli a Parigi.

Il rilancio della struttura riscatto metropolitano

Per rispettare i tempi di restauro della costruzione (incompiuta) dell’architetto Ferdinando Fuga i lavori dovrebbero iniziare tra fine 2023 e inizi 2024. Sangiuliano dice che il suo Ministero ce la metterà tutta per onorare le scadenze e inserire la struttura nei percorsi d’arte metropolitani che dal centro si estendono all’area flegrea, vesuviana, stabiese. Nel 1751 Fuga progettò il Palazzo per scopi benefici sviluppando una facciata in stile barocco lunga 350 metri e realizzando all’interno 430 stanze a disposizione di bambini, ragazzi, poveri, orfani e donne. Dopo Fuga ci lavorò Carlo Vanvitelli. Per anni ha funzionato così, ma poi ci sono stati, crolli, saccheggi, nell’incuria generale. Un monumento peraltro toccato dal terremoto del 1980. Lo sperato rilancio con finalità culturali e con propositi di compatibilità ambientale suona come il riscatto delle sofferenze umane di tre secoli fa. Bisogna riuscirci.

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