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Mps lancia l’aumento: primo sì della Consob

La Commissione ha autorizzato l’offerta di conversione in azioni delle obbligazioni subordinate in mano agli investitori retail e oggi si esprimerà sul prospetto informativo dell’aumento – Forchetta di prezzo da 1 a 24,9 euro – Il 35% sarà destinato al pubblico indistinto in Italia, di cui almeno il 30% in prelazione ai soci, mentre il 65% sarà riservato al collocamento istituzionale

Mps lancia l’aumento: primo sì della Consob

Ancora un piccolo passo avanti per Mps. Giovedì, a tarda sera, la Consob ha autorizzato l’offerta di conversione in azioni delle obbligazioni subordinate (incluso il titolo “Fresh 2008”) in mano a 40mila piccoli risparmiatori. Oggi la Commissione si esprimerà sul prospetto informativo dell’aumento. La clientela retail era stata esclusa dalla prima parte della conversione in azioni, cui hanno aderito solo gli investitori istituzionali per circa 1 miliardo.

La conversione dei bond diventa così un tassello importante dell’operazione di rafforzamento del capitale da 5 miliardi di euro che Mps – per volere della Bce – dovrà chiudere entro il 31 dicembre. L’ammontare convertibile è salito a 4,511 miliardi di euro,
ma solo una parte di queste obbligazioni diventeranno azioni, perciò la quota mancante ai 5 miliardi dovrà essere raccolta sul mercato con l’aumento di capitale.

Aumento che Montepaschi ha lanciato ufficialmente ieri, spiegando che il prezzo massimo è di 24,9 euro per azione, mentre il minimo è stato fissato a 1 euro. Inoltre, il 35% dell’aumento sarà destinato al pubblico indistinto in Italia, di cui almeno il 30% in prelazione ai soci, mentre il 65% sarà riservato al collocamento istituzionale. Perché l’operazione vada in porto sarà fondamentale il sostegno dell’anchor investor, ovvero il fondo sovrano del Qatar, che dovrebbe contribuire con un miliardo di euro.

Se fallisse la strada dell’aumento di capitale sul mercato, entrerebbe in campo lo Stato. Secondo Repubblica, il Tesoro avrebbe preparato un fondo da 15 miliardi di euro per sostenere gli aumenti di capitale delle banche più in difficoltà. Inoltre, le casse pubbliche metterebbero sul piatto anche garanzie per 80 miliardi a supporto di eventuali crisi di liquidità.

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