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Mps e non solo, il decreto salva-banche in 10 punti

Da Montepaschi alle banche venete, dalle garanzie dello Stato agli stipendi dei manager, passando per i rimborsi ai risparmiatori e le relazioni del Tesoro sui grandi debitori: ecco cosa prevede il decreto banche approvato in via definitiva dalla Camera.

Il decreto salva risparmio (o salva banche) è legge. La Camera ha approvato giovedì in via definitiva il provvedimento per la ricapitalizzazione precauzionale degli istituti di credito in crisi. Le risorse messe a disposizione ammontano a 20 miliardi di euro per il 2017.

1) MONTE DEI PASCHI

Il principale beneficiario sarà il Monte dei Paschi, che, in base al fabbisogno di capitale calcolato dalla Bce, necessita di 8,8 miliardi di euro. L’aumento di capitale sul mercato è fallito e la conversione forzosa delle obbligazioni subordinate in azioni (il cosiddetto “burden sharing”) assicura 4,3 miliardi: il Tesoro metterà sul piatto gli altri 4,5 miliardi, più altri due miliardi per indennizzare i risparmiatori titolari di bond.

2) POPOLARE DI VICENZA E VENETO BANCA

Ma Montepaschi non sarà il solo istituto ad aver bisogno dell’aiuto dello Stato. Proprio l’ex AD di Mps, Fabrizio Viola, oggi amministratore delegato della Popolare di Vicenza e presidente del comitato strategico di Veneto Banca, ha confermato che molto probabilmente la mano pubblica dovrà intervenire anche a sostegno dei due istituti veneti in vista della fusione.

3) LE GARANZIE DELLO STATO

Il decreto prevede poi la possibilità di concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche con urgente bisogno di liquidità (a patto che abbiano sede legale in Italia e un patrimonio netto positivo) oppure in favore delle banche in risoluzione (come Banca Etruria, CariFerrara, Banca Marche, CariChieti) o di un ente-ponte (le good bank nate dalla risoluzione). La garanzia dello Stato è onerosa, incondizionata, irrevocabile e copre sia il capitale sia gli interessi. La banca è tenuta a presentare un piano di ristrutturazione per confermare la redditività e la capacità di raccolta a lungo termine sulle proprie gambe.

4) TETTO ALLO STIPENDIO DEI MANAGER

Tra le novità introdotte in Parlamento arriva un tetto allo stipendio dei membri del consiglio di amministrazione e dei manager nel caso in cui la banca benefici di aiuti pubblici. Prevista anche la possibilità di “revoca o sostituzione dei consiglieri esecutivi e del direttore generale”. Le due condizioni non saranno comunque obbligatorie, ma solo una scelta da parte del Mef.

5) BANCHE IN RISOLUZIONE: PIÙ TEMPO PER CHIEDERE I RIMBORSI

Via libera anche alla riapertura fino al 31 maggio della possibilità per i risparmiatori delle 4 banche poste in risoluzione a fine 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFe) di chiedere un rimborso forfettario.

6) TESORO: RELAZIONE OGNI 4 MESI SUI RISCHI LEGATI AI GRANDI DEBITORI

Il Tesoro dovrà presentare una relazione in Parlamento ogni quattro mesi sui “profili di rischio” dei grandi debitori (coloro che hanno debiti in sofferenza per oltre l’1% del patrimonio della banca), ma non sarà tenuto a rivelarne i nomi. È saltata infatti l’ipotesi d’introdurre vere e proprie “black list”, come aveva chiesto il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli.

7) SI AI RIMBORSI AI PARENTI

Si amplia la platea dei risparmiatori delle 4 banche che potranno chiedere il rimborso forfait, procedura che, si precisa, dovrà essere gratuita. La commissione Finanze del Senato, che ieri sera ha dato l’ok a una riapertura dei termini fino al 31 maggio, ha approvato due emendamenti al decreto salva-risparmio che estendono l’accesso anche a chi ha ricevuto i bond dal coniuge o dai parenti entro il secondo grado e che escludono il corrispettivo pagato per i bond dal calcolo del patrimonio mobiliare, che ha un tetto a 100mila euro.

8) PER I BOND SUBORDINATI NESSUN RIMBORSO DAL 2016

Chi ha acquistato i bond subordinati di una banca soggetta a ricapitalizzazione precauzionale dopo il primo gennaio 2016, data di entrata in vigore del bail in, non riceverà alcuna compensazione.

9) PREZZO DELLE AZIONI

Vengono introdotti nuovi criteri per determinare il prezzo delle azioni da attribuire ad azionisti e creditori delle banche quotate soggette a ricapitalizzazione precauzionale.

Per le banche non quotate il valore è calcolato in base alla consistenza patrimoniale della società, alle sue prospettive reddituali, all’andamento del rapporto tra valore di mercato e valore contabile delle banche quotate e tenuto conto delle perdite connesse a eventuali operazioni straordinarie, incluse quelle da cessione di attivi.

Per le banche quotate, invece, il valore delle azioni è determinato in base all’andamento delle quotazioni dei 30 giorni di mercato antecedenti e, nel caso di sospensione della quotazione per oltre 15 giorni – come per Mps – il valore dell’azione è il minore tra il prezzo di riferimento medio degli ultimi 30 giorni di negoziazione e quello determinato in base alla consistenza patrimoniale e ai criteri previsti per le non quotate.

10) EDUCAZIONE FINANZIARIA E CREDITI D’IMPOSTA

Anche le BCC potranno trasformare le imposte differite derivanti da rettifiche su crediti deteriorati, operate fino alla fine del 2015, in crediti d’imposta. Modificati anche i termini per i versamenti del canone che le banche sono tenute a pagare per poter trasformare le Dta in crediti d’imposta.

Via libera infine alla “strategia nazionale per l’educazione finanziaria assicurativa e previdenziale”. La norma prevede che il governo trasmetta al Parlamento entro sei mesi le linee guida della strategia che sarà coordinata da un Comitato che resterà in carica per tre anni.

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